martedì 6 giugno 2017
STANGATA PREVENTIVA AL BUDAPEST CAFFÈ: TRENTA GIORNI COL DIVIETO DI FARE MUSICA DOPO LE ORE 22
L'interesse alla quiete pubblica viene prima degli interessi commerciali dei pubblici esercizi, il diritto al riposto prevale sulla gratificazione dei loro frequentatori. Lo sancisce una ordinanza emanata ieri dal Comune, la quale per trenta giorni riduce la possibilità del Budapest, il locale di piazza Europa, di organizzare spettacoli musicali addirittura alle ore 22, per un massimo di 200 persone e senza allestire strutture apposite. Il provvedimento fa seguito a plurimi esposti ricevuti dai residenti già nei mesi scorsi, a causa del “forte disagio” (si legge nel testo) dovuto alla “presenza massiccia di centinaia di persone, musica ad alto volume e disturbo al riposo, abuso di alcool e degrado al decoro della zona, uso a parcheggio del piazzale ove vige invece il divieto di sosta”. Il titolare, Adolfo Tiozzo, reagisce e spiega: «Avevo presentato una segnalazione certificata di inizio attività (Scia) per fare musica dalle ore 21 alle 24, come da ordinanza comunale in vigore. Ma mi viene contestato che la modalità “concertino” abbisogna di bagni chimici e di recintare la piazza». Il verbale della polizia locale, redatto nell'aprile scorso, recita che non basta la Scia, ma sarebbe occorsa un'ulteriore autorizzazione amministrativa per l'esercizio di spettacolo musicale, e invita la ditta a presentare una eventuale proposta concreta e dettagliata -quella cassata ad aprile, appunto- di adeguamento e di regolamentazione delle attività di intrattenimento accessorie all’attività principale, in modo da renderle compatibili con l’ambito residenziale in cui è inserito il pubblico esercizio in questione. Pertanto la memoria presentata da Tiozzo il 30 maggio non viene valutata sufficiente a ottemperare a queste necessità, e quindi -dal momento che “l’amministrazione ha il dovere di preservare la quiete pubblica” prima di ogni cosa, a quanto si legge nel documento- ecco la nuova ordinanza restrittiva e preventiva, giustificata come “improcrastinabile l'adozione di misure a tutela della sicurezza e dell’interesse pubblico”. Il gestore è comprensibilmente amareggiato, anche dalla procedura: «Gli esposti sono stati fatti da ottobre a dicembre 2016, gli enti si sono mossi ad aprile, quando la cosa era già stata risolta a fine estate 2016. Si sono mossi in ritardo per darmi un monito a non esagerare, come se dopo il verbale avessero già l'ordinanza pronta». A carico del Budapest vengono contestate anche le auto parcheggiate in piazza: «Ma non tutte possono essere di miei clienti!», dice Tiozzo. «Per quanto riguarda l'affluenza, il verbale è stato sovrascritto a penna: da 200 sono passate a 300 con un solo colpo di biro. La mia memoria difensiva, con prove fotografiche, non è servita». Adolfo Tiozzo è preoccupato più «per il precedente pericoloso che si verrebbe a creare, riguardo l'oggettività», che per le sorti del suo locale: il Budapest infatti ha deciso di rinunciare ai deejay, ma non alle serate promozionali. Per quanto riguarda la musica, adopererà lo stereo interno -che paga già la Siae- e la tv, per l'uso della quale paga il canone in bolletta. Almeno fino al 5 luglio, quando scadranno gli effetti dell'ordinanza, sempre che questa non venga prorogata. Inizia così un'estate che si annuncia calda, e che -come si è visto per altre iniziative, ad esempio ospitate in piazza Todaro- rischia di spegnere le luci della città prima di quanto si era abituati, mandando a letto gli stanziali e i turisti che in quel caso potrebbero guardarsi attorno in cerca di nuove destinazioni fuori porta. Andrebbe valutato invece chi lavora in modo professionale, dal momento che i locali serali non sono una fonte di disturbo bensì di reddito e soprattutto costituiscono un presidio per la sicurezza in piazza, grazie alle luci accese, all'aggregazione delle persone e al contributo di professionisti del settore (i buttafuori).
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Ottima ordinanza speriamo ne facciano una per ciascuno dei bar e stabilimenti balneari che fanno musica assordante tutte le sere.
RispondiEliminaPoi si potrebbe fare anche una bella campagna pubblicitaria nazionale per l'apertura di case di riposo su tutto il lungomare...
EliminaIl titolare pensa che un bar si possa trasformare in una discoteca. Assurdo. Se questi sono gli imprenditori turistici siamo rovinati
RispondiEliminaAndate a vivere in campagna, non in centro turistico...
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