sabato 27 marzo 2021

PROCESSO TSUNAMI, PRIMA SENTENZA: 15 SPACCIATORI PATTEGGIANO, DIECI NO. TUTTE LE CONDANNE DA 2 A 4 ANNI

Quindici patteggiamenti sono stati accordati agli imputati dell'operazione antidroga Tsunami, che il 6 febbraio 2020 aveva visto protagonisti i Carabinieri e la Guardia di Finanza nello sgominare un'organizzazione dedita allo spaccio di cocaina e marijuana a Chioggia. Ieri, nell'aula bunker di Mestre, il giudice monocratico Massimo Vicinanza ha accolto le nuove richieste delle parti, ovvero gli avvocati degli spacciatori e il pubblico ministero Stefano Ancilotto per la Procura della Repubblica, relative all'applicazione della pena: le condanne riguardano il capo della banda, Marco di Bella, la cui detenzione ammonta a 4 anni e 6 mesi, oltre a 28mila euro di multa.
Con lui sono stati giudicati Luca Bellemo a 3 anni e 3 mesi con 18mila euro di multa; Laura Bonivento a 3 anni con 16mila euro di multa; Andrea Boscolo Cegion a 2 anni e 3 mesi (pena sospesa) con 3100 euro di multa; Alessandro Carisi a 3 anni e 9 mesi più 18mila euro di multa; Damiano Frezzato a 3 anni e 16mila euro di multa; Lino Frezzato a 3 anni e 16mila euro di multa; Cristian Moscheni a 3 anni e 4 mesi più 20mila euro di multa; Nicoletta Nordio a 2 anni e 4 mesi e 12mila euro di multa; Umberto Pugiotto a 3 anni e 7 mesi con 18mila euro di multa; Hassna Sadellah a 2 anni (pena sospesa) e 4mila euro di multa; Zakaria Sadellah a 10 mesi (in continuazione con altra condanna emessa a Torino) e 400 euro di multa; Luca Tiozzo Celi a 3 anni e 16mila euro di multa; il veneziano Stefano Tommasi a 4 anni e 6 mesi con 30mila euro di multa; Igri Varagnolo a 3 anni e 9 mesi con 18mila euro di multa.
I sequestri preventivi disposti dal giudice sfiorano i 110mila euro. Le indagini hanno accertato la compravendita dalla Slovenia e dalla Spagna di oltre 200 kg di stupefacenti tra il 2017 e l'inizio del 2020, un cartello dominante nel mercato clodiense, gestito senza apparenti contrasti interni. Durante le prime fasi dell'inchiesta -partita probabilmente da un foglietto incautamente perduto da uno degli elementi della gang- erano stati sequestrati beni per oltre 7 milioni, tra cui le partecipazioni azionarie del boss Marco di Bella in esercizi commerciali e di ristorazione alle Canarie. Resta per ora impregiudicata la posizione processuale delle altre dieci persone arrestate nel febbraio 2020, che non hanno voluto o potuto accedere al patteggiamento. Non è escluso anzi che le rivelazioni dei condannati portino all'apertura di una nuova inchiesta, con successive misure cautelari verso terzi.

IL MARITO VIOLENTO LA ABBANDONA SENZA SOLDI E CON DUE FIGLI, 28ENNE DISPERATA CHIEDE AIUTO: «MI SERVE UN TETTO DOVE STARE»

"Francesca" è un nome di fantasia, dietro il quale Chioggia Azzurra protegge l'anonimato di una donna che si è rivolta alla redazione per denunciare la sua attuale condizione. È una delle tante donne, madri, che si trovano a dover affrontare l'abbandono da parte del proprio compagno: spesso lasciate a se stesse, da sole e senza soldi, con affitti da pagare e figli da mantenere, appoggiandosi alle poche persone che conoscono e che danno una mano come possono.

Ventotto anni, di origine straniera, Francesca è stata abbandonata dal marito con due bambini in tenera età, lasciata senza soldi e con un affitto precario perché stagionale: la signora afferma di aver chiesto aiuto al Comune di Chioggia, alla Caritas e al centro antiviolenza Civico Donna, che avrebbero risorse per aiutarla ma non un luogo dove può abitare con i piccoli, mantenendo la propria dignità e volontà di essere autonoma.
La ventottenne sostiene di essere stata vittima di violenza verbale da parte dell'ex partner, che a suo dire trascurava i figli. «Non chiedo niente per me - ha detto Francesca al microfono di Chioggia Azzurra - ma per i miei bambini sì. Hanno il diritto di crescere, mangiare, essere vestiti, visto che il padre guadagna.
Ho alcuni colloqui di lavoro per l'estate - conclude Francesca - e l'avvocato al quale mi sono rivolta sta procedendo con la causa». Per avere un sostegno, la signora si è rivolta anche a Chioggia Azzurra che rilancia l'appello a chi può permetterle di continuare ad avere un tetto sopra la testa, senza vivere alle spalle di nessuno né la paura di trovarsi per strada.

venerdì 26 marzo 2021

LA GUARDIA DI FINANZA SEQUESTRA UN GARAGE TRASFORMATO IN BAR SULLA RIVA DELLA FOSSETTA: SERVIVA CIBO E BEVANDE CONTRO OGNI REGOLA

La Guardia di Finanza di Chioggia ha posto sotto sequestro un garage di 60 metri quadrati, collocato lungo la riva del canale Fossetta, in quanto veniva adibito alla mescita di alimenti e bevande senza alcuna autorizzazione commerciale né sanitaria, e in barba ai divieti ora vigenti. L'intervento è avvenuto nei giorni scorsi, da parte del reparto operativo aeronavale delle Fiamme Gialle: due unità navali avevano notato in loco un assembramento di persone e barche da diporto.
Avvicinandosi per accertare la situazione, i finanzieri hanno assistito alla fuga di molte delle persone presenti, a piedi o a bordo dei natanti ormeggiati: i militari sono però riusciti a fermare in tempo il proprietario del garage e tre degli avventori rimasti, scoprendo a un rapido sguardo che nello spazio era stata occultata l'attrezzatura e provviste relative al commercio illecito, oltre alla cassa contenente circa 80 euro. Interrogati e identificati i presenti, gli uomini della sezione operativa navale hanno sporto sanzione di 5000 euro nei confronti del proprietario dello stabile, e sequestrato quest'ultimo in quanto privo di concessione edilizia.

giovedì 25 marzo 2021

INCIDENTE DOMENICA A CAVANELLA D’ADIGE: LA POLIZIA LOCALE DENUNCIA UN AUTOMOBILISTA IN STATO DI EBBREZZA E CON PATENTE FALSA

Domenica scorsa il personale della Polizia Locale di Chioggia è intervenuto per i rilievi di un incidente stradale che era appena occorso in via lungo Adige, nei pressi del passaggio a livello di Cavanella. Si è trattato di uno scontro laterale tra veicoli in marcia, provenienti entrambi dalla Romea: la Volkswagen Passat condotta da un 54enne residente ad Argenta ha sorpassato e urtato una Jeep Cherokee, condotta da un residente di Sant'Anna di Chioggia, con a bordo un passeggero. Fortunatamente entrambi gli occupanti della vettura sono rimasti illesi.
Gli accertamenti approfonditi dagli operatori della Polizia Locale hanno evidenziato non soltanto che il conducente della Passat circolava con una patente abilmente falsificata, che egli sosteneva essere stata rilasciata regolarmente da un Paese estero, ma anche che lo stesso guidava sotto gli influssi dell'alcool. La professionalità degli operatori ha tuttavia permesso di scoprire la frode: i loro sospetti infatti sono stati confermati dal laboratorio di analisi documentale della Polizia Locale veneziana.
Il 54enne è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Venezia per il reato di uso di atto falso. Al trasgressore sono state contestate violazioni amministrative per guida senza patente, guida con tasso alcolemico da 0.5 a 0.8 grammi per litro e sorpasso vietato, che prevedono il pagamento di sanzioni fino ad oltre 35mila euro. Al proprietario dell'auto, persona diversa dal conducente, è stato notificato un verbale per incauto affidamento ed una sanzione fino a 1592 euro. L'automobile è stata sottoposta a fermo amministrativo.

PROCESSO ANTIDROGA TSUNAMI, PATTEGGIAMENTI IN SALITA: IL GIUDICE RIGETTA L’80% DELLE RICHIESTE, «PENE TROPPO LIEVI»

Si fa in salita la strada dei patteggiamenti per i 25 imputati, quasi tutti chioggiotti, nell'inchiesta antidroga Tsunami, che nel febbraio 2020 aveva portato ad altrettante misure cautelari (tra arresti in carcere e a domicilio) da parte dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, i quali avevano sgominato una solida organizzazione di spaccio di stupefacenti con ramificazioni internazionali.
Ieri, nell'aula bunker in via delle Messi a Mestre, il giudice monocratico ha rigettato circa l'80% delle richieste di applicazione della pena su richiesta delle parti (il patteggiamento, appunto), in quanto gli accordi intercorsi tra gli avvocati e il pubblico ministero in rappresentanza della Procura non erano -a suo avviso- sufficientemente congrui.
Secondo il giudice, per poter applicare la misura -che dà diritto allo sconto di un terzo della pena detentiva- occorre che la condanna ammonti a un computo maggiore di tre anni, dei quali però sono già stati scontati un anno e due mesi a partire dal 6 febbraio 2020. In tal caso, il residuo di pena prevederà il regime degli arresti domiciliari, con il permesso di recarsi al lavoro. Solo coloro che verranno gravati di oltre tre anni di reclusione, ancora da scontare, lo dovranno fare in carcere.
Prevedibilmente questi ultimi casi afferiscono ai capi della banda, come Marco di Bella il quale però ha collaborato e continua a collaborare, fornendo agli inquirenti preziosi dettagli che preludono a una operazione Tsunami bis. Anche se dovesse godere di una riduzione, secondo l'intento del magistrato l'uomo è comunque passibile di restrizione alla casa circondariale per scontare il residuo. La nuova udienza è stata fissata per domani, in camera di consiglio.

lunedì 22 marzo 2021

CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE FINO AL 29 APRILE PER “LO SMILZO”: L’UDIENZA CUMULATIVA DECIDERÀ IL SUO FUTURO DOPO LA CONDANNA

Rimarrà in carcere fino al prossimo 29 aprile, Andrea Penzo detto "lo Smilzo", il ladro seriale arrestato dagli agenti del Commissariato di Chioggia per furto, resistenza a pubblico ufficiale, evasione dagli arresti domiciliari e non osservanza dell'obbligo di coprifuoco serale. Lo ha deciso stamane il Tribunale di Venezia, in seguito alla convalida per direttissima del fermo di polizia: la custodia cautelare si è resa necessaria dopo l'ondata di furti (riusciti e tentati) che il trentenne aveva commesso negli scorsi giorni.
Giusto nella notte tra sabato e domenica, il malvivente è stato pizzicato in via Alga 16 -dove abita- dal titolare del bar Bahia del Parco di Borgo San Giovanni, appena "visitato" dal ladro: Penzo, che aveva nascosto i proventi in denaro degli ultimi colpi messi a segno, era stato così assicurato alla volante della Polizia. Sono in corso le indagini per attribuire a suo carico anche le infrazioni in un negozio in centro a Chioggia e in due stabilimenti balneari di Sottomarina.
Proprio in forza delle precedenti pendenze, il giudice ha deciso la restrizione fino al 29 aprile nella casa circondariale di Santa Maria Maggiore a Venezia: in quella data avrà luogo l'udienza, dove verrà valutato il cumulo delle denunce presentate negli anni, che sta arrivando al suo compimento con la sentenza. Due le ipotesi possibili: o la permanenza in carcere per scontare la condanna alla pena detentiva, oppure l'obbligo degli arresti domiciliari sotto il controllo del braccialetto elettronico.

INCENDIO DOLOSO AL PARCO DEGLI ORTI, ELICOTTERO DEI VIGILI DEL FUOCO FA LA SPOLA PER SPEGNERE LE FIAMME CON L’ACQUA DEL BRENTA

Ben due incendi, stamane a Sottomarina, hanno tenuto impegnate le squadre dei Vigili del Fuoco di Chioggia. Il primo, divampato poco prima delle ore 11 in uno scantinato di viale Jonio, non dovrebbe essere di origine dolosa: ma la presenza di materiale infiammabile avrebbe potuto avere conseguenze peggiori rispetto al fumo innalzatosi, e sedato dagli uomini del 115 partiti dalla caserma di riviera Caboto e da Cavarzere. In zona sono intervenuti anche i carabinieri e l'ambulanza, nel timore ci fosse qualche intossicato.

Peggiori le conseguenze al "parco degli orti", l'area coltivata a sud di viale Mediterraneo: alle 11.30 ignoti - forse nemmeno giovanissimi - hanno appiccato il fuoco all'erba sfalciata, fatto che ha avuto quale conseguenza una densa nube di fumo salita al cielo e visibile da buona parte della città.

Dal comando dei Vigili del Fuoco di Mestre si è levato l'elicottero "Drago" che, volteggiando sopra il centro abitato, hanno raggiunto il fiume Brenta per prelevare acqua necessaria allo spegnimento delle fiamme. A terra, i reparti dei pompieri hanno lavorato per salvare quante più serre possibile, anche se alcune sono rimaste purtroppo danneggiate.

domenica 21 marzo 2021

“LO SMILZO” SORPRESO A RUBARE A BORGO SAN GIOVANNI: INSEGUITO FINO A VIA ALGA, DENUNCIATO DALLA POLIZIA. STAMANE ERA GIÀ IN CIRCOLAZIONE

Ennesima "libera uscita", si fa per dire, la scorsa notte per Andrea Penzo, il ladro seriale di via Alga 16 conosciuto come "lo Smilzo". Il malvivente si è introdotto con le tenebre nel bar Bahia del Parco di Borgo San Giovanni, nei pressi del ponte Baden Powell: forzando l'unica finestra non armata, quella del bagno, il ladro si è poi allontanato con il fondo cassa (circa 50 euro in monete).
Ma le telecamere dell'istituto di sorveglianza lo hanno immortalato mentre fuggiva in bicicletta: avvertito il proprietario del locale, questi lo ha inseguito fino a via Alga dove "lo Smilzo" è stato trattenuto fino all'arrivo della polizia, che ha provveduto a denunciarlo per l'ennesima volta. Stamane il trentenne era già di nuovo in circolazione: domattina la probabile, nuova udienza per direttissima al Tribunale di Venezia.



sabato 20 marzo 2021

INCHIESTA ANTIDROGA TSUNAMI VERSO IL PROCESSO: GLI IMPUTATI CHIEDONO IL PATTEGGIAMENTO, NUOVE CONFESSIONI FANNO TREMARE GLI SPACCIATORI

Sta per arrivare alla fase processuale l'inchiesta scaturita dalla massiccia operazione antidroga denominata Tsunami, che ha visto protagonisti i Carabinieri e la Guardia di Finanza nel febbraio 2020, quando avevano arrestato 25 persone -quasi tutte a Chioggia- per spaccio internazionale di cocaina.
Durante l'anno trascorso, molte detenzioni in carcere sono state trasformate in arresti domiciliari: solo uno degli imputati risulta essere ancora ristretto in una casa circondariale del nord Italia, dopo che aveva manifestato intemperanze durante un interrogatorio. Allo stesso modo, coloro che erano agli arresti domiciliari sono stati in seguito gravati del solo obbligo di dimora in città e di firma alla caserma dei carabinieri.
Tutti però hanno presentato, tramite i propri legali, la domanda di patteggiamento, o meglio di applicazione della pena su richiesta delle parti: la misura, qualora approvata dal pubblico ministero e recepita dal giudice, consentirebbe lo sconto di un terzo rispetto alla pena detentiva. La Procura della Repubblica, a quanto risulta, sarebbe intenzionata ad accettare purché gli imputati scontino comunque il residuo di pena in carcere; circostanza alla quale molti avvocati si oppongono.
Deciderà comunque il giudice del Tribunale di Venezia, dal quale si attende la convocazione dell'udienza nelle prossime settimane. L'inchiesta comunque non si concluderà qui: alcuni degli imputati -specie quelli che tenevano le fila dell'organizzazione, come Marco di Bella- hanno confessato ulteriori transazioni e rapporti, pertanto è logico pensare che presto potrebbe aver luogo una "Tsunami 2" e l'apertura di relativi fascicoli processuali a carico di nuove persone coinvolte. Una certa Chioggia torna a tremare.

FURTO NELLA NOTTE IN UNO STUDIO DI PARRUCCHIERA A CHIOGGIA, VETRATE INFRANTE PER RUBARE KIT DI COLORE

Non si ferma l'ondata di piccoli furti ai danni delle imprese commerciali del territorio. La scorsa notte il studio di una parrucchiera, sito in campo Marconi a Chioggia di fronte la biblioteca Sabbadino, è stato visitato dai ladri che hanno infranto due robuste vetrate e hanno sottratto alcuni kit di colore per capelli, qualche attrezzatura e la cassa vuota. Anche il giorno di Natale l'esercizio era stato colpito dai soliti ignoti, che hanno agito sempre infrangendo la zona rossa e il coprifuoco.

RIVA VENA SUD, ANCORA MINACCE DI MARCO PENZO AL GESTORE DELLA CICCHETTERIA NINO FISOLO. IL SINDACATO DI POLIZIA FSP: «TASER E PIÙ AGENTI»

Il gorgo di malavita lungo la parte meridionale di riva Vena a Chioggia non accenna a terminare. E anche dopo la denuncia del vescovo Tessarollo, molestato e insultato dai soliti giovinastri nella zona di ponte Zitelle Vecchie, è sempre "il ras del quartiere" Marco Penzo a figurare ai disonori della cronaca nera. Bersaglio delle sue folli attenzioni è sempre la cicchetteria da Nino Fisolo, tra il ponte Scarpa e calle Furlanetto: due giorni fa il titolare, Diego Ardizzon, mentre stava svolgendo alcuni lavori di riqualificazione del locale si è visto ancora una volta sciorinare davanti il coltello da parte del violento ventenne, con la minaccia che l'arma sarebbe stata utilizzata contro lo stesso gestore.

Non è la prima volta, anzi, che l'osteria viene presa di mira anche con gesti concreti: Ardizzon, che assieme ad altri si adopera per tenere vivo quel bellissimo tratto di fondamenta e sottrarlo al dominio degli spacciatori di cocaina, aveva ricevuto nel giugno dell'anno scorso la solidarietà in loco dei vertici delle forze dell'ordine cittadine, nonché del sindaco Ferro, il quale anche negli ultimi giorni ha ricordato che le telecamere del circuito di videosorveglianza lungo la riva sono già in funzione.

Le parole dure del vescovo Tessarollo non hanno lasciato indifferente Mauro Armelao, segretario del sindacato FSP della Polizia di Stato, che è tornato a chiedere sia concesso l'uso della pistola elettrica taser per fermare gli individui maneschi: «Facciamo il nostro dovere pur tra mille difficoltà - scrive Armelao in una nota - ma mancano risorse umane, leggi chiare e non interpretabili, certezza della pena e appunto strumenti di autodifesa come il taser, che consentirebbero di intervenire contro gli esagitati, azzerando il rischio di farsi male. Chiediamo che il sindaco pretenda la convocazione di un tavolo del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, e che venga potenziato il Commissariato chioggiotto almeno con altri 5 agenti per rafforzare le volanti, oltre ad aggregarne altri per il periodo estivo».
Inutile lamentarsi se la polizia non interviene subito, conclude il sindacalista: «Nascondersi dietro un dito non serve a niente, per certi casi ci vorrebbero nuove strutture create ad hoc allo scopo di curare le persone con problemi mentali e che hanno compiuto reati, o che sono socialmente pericolose per sé e per gli altri. Deve esserci la collaborazione di tutte le istituzioni, Servizi Sociali del Comune, ULSS e forze dell’ordine, le quali in caso di repressione devono poter contare poi in strutture preposte -che non siano il carcere- al fine di curare e recuperare ove possibile questi soggetti».

venerdì 19 marzo 2021

GIORGIO FURLAN TRASFERITO IN CARCERE A VENEZIA, LO SCORSO 10 MARZO AVEVA SFREGIATO UN UOMO AL VOLTO SOTTO I PORTICI DI CHIOGGIA

I carabinieri della Compagnia di Chioggia hanno trasferito ieri al carcere di Santa Maria Maggiore in Venezia Giorgio Furlan, il 24enne che lo scorso 10 marzo aveva ferito, sotto i portici del centro storico, un 46enne procurandogli uno sfregio in pieno volto.
Furlan risultava ancora sottoposto all’obbligo di presentazione in caserma, e di dimora nel territorio comunale di Chioggia, in relazione ai reati inerenti agli stupefacenti contestatigli nell’ambito dell’operazione antidroga Tsunami del febbraio 2020.
A seguito del recente episodio di violenza, l'autorità giudiziaria ha deciso di mutare la misura cautelare, verso quella -maggiormente afflittiva- della custodia in carcere.

VESCOVO INSULTATO E SACERDOTE MOLESTATO IN RIVA VENA: «TUTTI SANNO, NESSUNO FA NIENTE». UN BULLO PRENDE A CALCI IN FACCIA UN TABACCAIO

Anche il vescovo Adriano Tessarollo, assieme a un altro sacerdote, è rimasto vittima delle intemperanze di un gruppo di bulli che da tempo imperversa nella zona meridionale di riva Vena a Chioggia, facendo il bello e il cattivo tempo. I due episodi, particolarmente gravosi anche per la mancanza di rispetto verso religiosi piuttosto anziani, sono stati denunciati dal presule nel proprio profilo facebook: «Il centro di Chioggia è insicuro - scrive monsignor Tessarollo - e questi giovani violenti sono conosciuti da tutti nella zona di ponte Zitelle Vecchie. Tutti sanno, ma non osano parlare».
Il vertice della Curia fa riferimento a un misfatto avvenuto mercoledì sera, quando al transito di un sacerdote hanno fatto sèguito molestie e il tentativo di strappargli la Bibbia dalle mani, mentre ieri stesso proprio monsignor Tessarollo (di passaggio nelle medesime zone) è stato insultato vigliaccamente con epiteti irriferibili. «Questi sguazzano liberamente - conclude il vescovo nel suo post - senza che le forze dell'ordine, sprovviste di pattuglie, riescano a intervenire. E quando lo fanno, i malviventi si ritirano in casa e fanno i "signori" del luogo».
Poche ore dopo questa drammatica accusa, uno dei principali protagonisti della violenza in riva Vena - il ventenne Marco Penzo - si è reso artefice di un'altra delle sue bravate, derubando di 20 euro il tabaccaio che lavora nei pressi del Duomo. Non pago, l'energumeno ha sferrato un potente calcio al volto del malcapitato, lasciandolo a terra e fuggendo di corsa lungo lo stradale che porta al ponte Zitelle. Un automobilista, che aveva visto la scena e ha trovato modo e tempo di accostare, è intervenuto per sincerarsi delle condizioni del poveretto e ha contattato il vicino Commissariato di Pubblica Sicurezza per segnalare l'azione criminosa di cui era stato testimone.

FURTO DI DUE MONOPATTINI E ALCUNE BATTERIE ALLA FERR CASA: LE TELECAMERE INCHIODANO "LO SMILZO" ANDREA PENZO, CHE HA AGITO A VOLTO SCOPERTO

È con tutta probabilità da imputare allo "Smilzo" di via Alga 16, al secolo Andrea Penzo, il furto compiuto nella notte di lunedì al negozio Ferr Casa in viale Mediterraneo a Sottomarina. Penzo, 30 anni, si è appropriato indebitamente di due monopattini e di alcune batterie per biciclette elettriche a pedalata assistita: non è la prima volta che il malvivente "visita" lo stesso negozio, un fatto analogo era accaduto circa sei mesi fa.
In tale occasione Penzo, riconoscibile dal fisico e dalle movenze, era stato immortalato mentre aveva il volto travisato da una maschera; nell'episodio più recente, invece, il ladro ha agito a volto scoperto, dando la possibilità alle telecamere del circuito di videosorveglianza di riprenderlo in flagrante. I titolari dell'esercizio commerciale hanno sporto denuncia.
A Penzo è stato convalidato mercoledì, dal Tribunale di Venezia, l'arresto da parte dei carabinieri della Compagnia di Chioggia, per violazione degli arresti domiciliari. Il trentenne era stato appunto pizzicato di notte fuori dalla propria abitazione, dove era ristretto in seguito a precedenti condanne per furto. Gli inquirenti stanno indagando per verificare l'eventuale coinvolgimento del malvivente in almeno un altro furto riuscito nella notte precedente, quello al bar del distributore Amico 14. Allo "Smilzo" viene contestata anche l'infrazione del coprifuoco senza giustificato motivo.

giovedì 18 marzo 2021

LA CAPITANERIA DI PORTO DI CHIOGGIA SEQUESTRA UN DEPOSITO DI RIFIUTI E ROTTAMI IN UN'AREA DI DUEMILA METRI QUADRATI IN VAL DA RIO

Nell’ambito dei consueti e costanti controlli nel territorio di competenza del Compartimento Marittimo di Chioggia, il Nucleo di Polizia Ambientale della locale Capitaneria di Porto ha posto sotto sequestro un deposito di rifiuti e rottami in un’area privata di circa 2000 mq in Val da Rio, al cui interno sono stati abbandonati rifiuti di varia natura, come ciclomotori in disuso, scarti ingombranti, pneumatici e materiale edilizio di risulta.  
Dopo una accurata indagine, anche estesa alla documentazione in possesso del proprietario dell’area, il personale ha ravvisato gravi irregolarità secondo quanto previsto dal testo unico ambientale in vigore, e ha contestato il reato di deposito incontrollato di rifiuti, fattispecie punita con l'arresto fino ad un anno o con l'ammenda fino a 26mila euro.
La Procura della Repubblica di Venezia, immediatamente messa a conoscenza dell’attività svolta, ha convalidato il sequestro preventivo operato d’iniziativa dai militari della Guardia Costiera. In loco è intervenuta anche la locale ARPA, chiamata alla caratterizzazione dei rifiuti rinvenuti nell’area. Dalle risultanze delle analisi dei materiali abbandonati potrebbero, di fatto, configurarsi reati di maggiore gravità: da cui discenderebbero corrispondenti determinazioni per la messa in sicurezza e bonifica dell’area sottoposta a sequestro.
Il Comandante della Capitaneria di Porto di Chioggia, Capitano di Fregata Michele Messina, aggiunge che «la tutela dell’ambiente ha da sempre rappresentato un “focal point” del Corpo delle Capitanerie di Porto. Pertanto tale tipologia di controllo del territorio risulta di fondamentale importanza istituzionale, anche per le finalità connesse alla dipendenza funzionale del Corpo dal Ministero della Transizione Ecologica. Motivo per cui la Capitaneria di Porto di Chioggia è dotata di una componente specialistica altamente professionalizzata, alla quale è affidato il compito di proseguire incessantemente tale tipo d'interventi anche in futuro».

IL "POSTIN" CERCA DI RUBARE LE OFFERTE IN CHIESA: FERMATO DA DUE DONNE E DAI CARABINIERI

Questa mattina poco dopo le 8 il noto sbandato Tiziano Salvagno chiamato "postin" ha cercato di rubare il denaro contenuto nelle offerte alla chiesa di San Giacomo a Chioggia.
Ma il 48enne, che vive di espedienti ed è noto anche per aver imbrattato di vernice nera alcuni monumenti della città, è stato notato da due donne di origine straniera, collaboratrici della chiesa, che erano intente a pulire gli arredi religiosi.
Il "postin" ha strattonato almeno una di esse, nel tentativo di garantirsi la fuga, ma è stato contrastato anche da altre persone che sono intervenute fino all'arrivo di una pattuglia dei carabinieri, la quale ha preso in carico il ladro e lo ha condotto nella caserma in lungomare Adriatico a Sottomarina.

mercoledì 17 marzo 2021

DÀ IN ESCANDESCENZE AL BAR DEL DISTRIBUTORE AMICO14: PREGIUDICATO 45ENNE OPPONE RESISTENZA ALLA POLIZIA E VIENE SEDATO

Scompiglio questa mattina al bar del distributore Amico 14, peraltro visitato dai ladri alla mezzanotte di lunedì. Un noto pregiudicato locale di circa 45 anni ha dato in escandescenze: mentre l'uomo continuava a mostrarsi alterato, è stata contattata prontamente la polizia di Stato, giunta con un paio di volanti.
Una volta in loco, l'individuo ha opposto resistenza fisica agli agenti, costretti a convocare i rinforzi di altre due pattuglie, oltre all'ambulanza del 118 e all'auto medica.
A fatica il pregiudicato è stato trasportato all'ospedale di Chioggia, dove è stato sedato per fare rientro nel primo pomeriggio -sempre sotto scorta della polizia- nella propria abitazione, dove fino a poco tempo fa scontava gli arresti domiciliari per una precedente condanna. Domani al Tribunale di Venezia è prevista l'udienza direttissima, per il reato di resistenza a pubblico ufficiale.

EVADE DI NOTTE DAI DOMICILIARI, ARRESTATO “LO SMILZO” DI VIA ALGA 16: MA LA DIRETTISSIMA LO RIPORTA A CASA

È stato arrestato ieri sera attorno alle ore 22, dai carabinieri della Compagnia di Chioggia, Andrea Penzo, il 30enne ladro seriale conosciuto come "lo Smilzo" di via Alga 16. L'uomo, che dal giugno 2020 era sottoposto al regime degli arresti domiciliari dopo una serie di piccoli colpi messi a segno nel territorio, ha infranto la prescrizione degli obblighi inerenti alla sorveglianza speciale, uscendo di casa la notte precedente.
A Penzo sarebbero state notificate anche ulteriori pendenze, forse in relazione a diversi furti avvenuti o tentati nelle scorse settimane tra Sottomarina e le frazioni. "Lo Smilzo" ha trascorso quel che restava della notte nelle celle di sicurezza della caserma dei carabinieri, in lungomare Adriatico, prima di essere sottoposto a tampone sanitario e trasferito al Tribunale di Venezia, dove ha avuto luogo l'udienza per direttissima, relativa alla convalida dell'arresto.

LADRO MASCHERATO RUBA 100 EURO AL BAR DEL DISTRIBUTORE AMICO 14: RIPRESO DALLE TELECAMERE

Poco dopo la mezzanotte a cavallo tra domenica 14 e lunedì 15 marzo, un ladro si è introdotto nel bar del distributore Amico 14, lungo la strada Romea nei pressi del ponte che attraversa il Brenta, e ha sottratto 100 euro dalla cassa, che erano rimasti in deposito per l'indomani.
Il furto, compreso l'avvicinamento guardingo del malvivente al locale, è stato ripreso dalle telecamere del circuito di videosorveglianza, le quali hanno immortalato un giovane travisato da una sorta di bavaglio e dal berretto. Eventuali ulteriori aggiornamenti in seguito nei blog di Azzurra Network.