mercoledì 27 febbraio 2019

VALERIO NORDIO È AGLI ARRESTI DOMICILIARI, STAMANE A VENEZIA LA SECONDA UDIENZA DEL PROCESSO PER TENTATO OMICIDIO DELLA SUOCERA

Seconda udienza preliminare, questa mattina al Tribunale di Venezia, del processo a carico di Valerio Nordio, il 57enne di Chioggia -residente a Codevigo- accusato di tentato omicidio aggravato. Il 13 luglio 2018, nell’ospedale clodiense, Nordio ha premuto un telo cerato sulle vie respiratorie dell’anziana suocera ricoverata: a suo dire, per cronometrare la reazione a una nuova terapia appresa via internet, ma per la badante bielorussa della vicina di letto l’uomo stava soffocando la donna con lo scopo di ucciderla. Assistito dagli avvocati Simone Boscolo e Giuseppe Brollo, Nordio è comparso davanti ai giudici Ciampaglia, Gualtieri e Caprioli: il 57enne non è più detenuto nel carcere di Santa Maria Maggiore, ma è recluso agli arresti domiciliari. Adempiute le formalità di rito, il collegio ha fissato la data di inizio del processo.

RISCALDAMENTO ANCORA FUORI USO AL CFP: I TERMOSIFONI SI ACCENDONO DOPO UN'ORA, MA GLI STUDENTI ESCONO (INGIUSTIFICATI SECONDO I PROF)

Come accaduto già il 24 gennaio scorso, stamane alle 8 i termosifoni nelle aule al centro di formazione professionale ENAIP a indirizzo alberghiero dell'isola dell'Unione erano freddi. Anzi, ghiacciati. Impossibile, nonostante il miglioramento del meteo, praticare le lezioni: è quello che hanno pensato molti allievi -la maggior parte tra quelli che frequentano l'istituto- risoluti ad uscire alle 9 se la situazione si fosse protratta, dopo un'ora in classe coi piumini addosso.
E così hanno fatto, nonostante alle 9 i termosifoni avessero cominciato ad accendersi: logicamente le aule non si sarebbero riscaldate in brevissimo tempo, e specie nei laboratori il freddo avrebbe continuato a dare i propri effetti. Alcuni studenti sono rimasti in classe, allo scopo di recuperare ore perdute in precedenza, ma i più hanno provveduto ad uscire, nonostante i docenti li attendano al rientro con una giustificazione dal momento che l'impianto di riscaldamento era comunque entrato in funzione, anche se in via tardiva.

martedì 26 febbraio 2019

OK AUTO, OBBLIGO DI DIMORA PER 6 ACCUSATI DI RICICLAGGIO. ANCHE 9 INDAGATI PER TRUFFA, TRA CUI ANTONIO FERRARI


Alessandro Vicentini

Svolta nelle indagini relative alla truffa OK Auto, la rivendita automobilistica che aveva sede a Ridotto Madonna e che aveva raggirato oltre trenta persone in tutta Italia, le quali avevano versato anticipi per vetture mai consegnate. Alla fine di settembre 2018 i rappresentanti dell’impresa erano spariti nel nulla dopo aver accumulato circa 600mila euro dagli ignari acquirenti. Il giudice per le istanze preliminari del Tribunale di Venezia ha dato mandato al nucleo di polizia economica della Guardia di Finanza e ai Carabinieri della Compagnia di Chioggia di eseguire sei obblighi di dimora a carico di altrettanti indagati per riciclaggio di denaro.
I provvedimenti sono a carico di Alessandro Vicentini, 45enne cavarzerano, Stefano Vianello (56 anni, di Venezia), Salvatore Angelica (68 anni, di Stra), Marco Bortoluzzi (40 anni, di Spresiano), Matteo Liziero (400 anni, di Borgo Veneto) ed Emanuele Gobbo, 44enne di Bassano del Grappa. Sono state anche sequestrate sette auto di lusso, di marca Maserati, BMW, Mercedes, Audi e Land Rover, e appunto oltre 600mila euro. In corso anche perquisizioni domiciliari nelle province venete, a Reggio Calabria e a Caltanissetta nei confronti dei destinatari delle misure cautelari. Altre nove persone risultano iscritte nel registro degli indagati per associazione a delinquere finalizzata alle truffe: si tratta dei responsabili nel tempo della OK Auto, tra i quali il cavarzerano Antonio Ferrari, già socio proprio di Vicentini.
Le indagini sono pervenute a individuare gli autori del riciclaggio partendo dalle querele dei cittadini fregati: non tutti i veicoli erano stati immatricolati in Italia, e anche i proventi della società erano stati girati a conti correnti bancari in Croazia, Germania e Inghilterra, intestati a vari prestanome. Si suppone quindi che i sei obbligati di stamane siano appunto alcuni di questi prestanome: gli accertamenti patrimoniali hanno fatto emergere che in alcuni casi i guadagni sono rientrati nella disponibilità dei responsabili della truffa.

INCENDIO DOLOSO A MEZZANOTTE DISTRUGGE 20 GO-KART E PROVOCA DANNI AL DEPOSITO NEL CIRCUITO DI CANAL DI VALLE

Un incendio ha devastato la scorsa notte il deposito e l’officina al centro Chioggia Kart, in canal di Valle nei pressi del fiume Brenta. Il rogo si è sviluppato poco prima di mezzanotte, e ha coinvolto 19 vetture che sono andate bruciate, oltre a procurare danni all’attrezzatura. In loco, per spegnere le fiamme, si sono recati i vigili del fuoco di Chioggia e di Cavarzere con 4 camion: le operazioni si sono concluse alle 2 della notte.

Le indagini sono in carico alla compagnia dei carabinieri di Chioggia, i quali confermano la natura certamente dolosa dell’episodio. All’inizio di settembre 2018 l’impianto sportivo, che dieci giorni fa ha riaperto con successo la stagione di corse, è stato visitato dal solito ladruncolo solitario in bicicletta, che aveva tentato di introdursi nella struttura spaccando quattro porte e parte di un muro, con almeno 2mila euro di danni, e andandosene poi senza rubare alcunché.

ACCOLTELLAMENTO SOTTO I PORTICI, ALESSANDRO SESILLO CONDANNATO A 3 ANNI E 3 MESI. ASSOLTO OTELLO CAVALLARIN, NON HA COMMESSO IL FATTO

È stata emessa ieri dal giudice per le udienze preliminari Maria Luisa Materia la sentenza per l’accoltellamento, avvenuto la mattina del 23 ottobre scorso sotto i portici in corso del Popolo a Chioggia, del 51enne pregiudicato Massimo Dario. Il processo, con rito abbreviato e il conseguente sconto di un terzo della pena, ha visto la condanna di Alessandro Boscolo Sesillo, 36 anni, alla pena di tre anni e tre mesi di reclusione per il reato di lesioni aggravate: la giudice ha ritenuto di non contestare il reato di tentato omicidio, postulato dal pubblico ministero Giovanni Zorzi, che aveva chiesto 5 anni e 4 mesi per Sesillo.
Assolto invece Otello Cavallarin, 41 anni, per non aver commesso il fatto: anche in questo caso Zorzi aveva chiesto la condanna a 3 anni e 4 mesi, ma la giudice Materia ha stabilito che Cavallarin non avesse avuto alcun ruolo nell’episodio, nemmeno di “facilitatore” dell’aggressione avvenuta con l’arma bianca. Alle origini della ruggine, vecchi debiti di malavita non saldati, come le spese processuali per cause precedenti legate allo spaccio di droga. Il 13 febbraio scorso Dario aveva poi sferrato un pugno in pieno volto a Cavallarin mentre costui stava conversando con un’altra persona in pieno centro storico, minacciando altresì Alessandro Sesillo quando questi sarebbe uscito dal carcere, dove sta scontando la pena per la tentata rapina al ristorante Gabbiano 2 di Sottomarina.

lunedì 25 febbraio 2019

BOOM DELLA COCAINA A CHIOGGIA, PREOCCUPANO I DATI DEL SERD: I NUOVI CONSUMATORI SONO PER IL 25% GIOVANISSIMI, 86% MASCHI

Allarme cocaina a Chioggia. I dati pubblici forniti dal SerD, il servizio di contrasto alle dipendenze della ULSS 3 Serenissima, sono riportati oggi dal Gazzettino in edicola e mostrano plasticamente il cambio della guardia nel rischio tossico: dei 182 pazienti in cura in città, il 41% assume cocaina e il 33% eroina. Le persone dedite alla polvere bianca aumentano anche per quanto concerne i nuovi accessi: uno su due vuole uscire dall’uso di coca. Negli altri SerD veneti invece è ancora l’eroina a farla da padrone, specie a Mestre e Marghera dove si è diffusa la specie cosiddetta gialla, maggiormente letale.
Il SerD, che combatte le dipendenze da stupefacenti, alcool e gioco d’azzardo, segnala che già nel 2017 non sono entrati in cura nuovi eroinomani a Chioggia. Spesso chi si droga abusa anche di alcool: preoccupa soprattutto l’età molto bassa di chi si rivolge al centro, con il 25% dei nuovi ingressi nella fascia tra 14 e 24 anni di età. L’86% dei pazienti del SerD è costituito da individui di sesso maschile.

domenica 24 febbraio 2019

ANZIANA MUORE DOPO ESSERE STATA DIMESSA DAL PRONTO SOCCORSO. I PARENTI RECRIMINANO, L'ULSS: "HA RINUNCIATO ALL'OSSERVAZIONE"

Un esposto ai carabinieri è stato presentato dai parenti di Pasquina Boscolo Gallo, una 77enne di Sottomarina deceduta lo scorso mercoledì 20 febbraio dopo essere stata dimessa in codice bianco dal pronto soccorso dell’ospedale di Chioggia. A riportare la notizia è il Gazzettino in edicola stamane, in un articolo a firma di Diego Degan. I congiunti rilevano che la donna ha accusato un malessere mentre si trovava in visita ad alcuni conoscenti nel centro servizi per anziani: al che una figlia l’ha riportata a casa, dove sono proseguiti i mancamenti e le cadute che hanno propeso per il controllo al pronto soccorso, dove le è stato somministrato un farmaco antidolorifico prima della visita specialistica e degli esami radiologici del caso segnalato, allo scheletro, al bacino, all’anca, al femore, alle coste sinistre. Tutti i referti sono risultati negativi, e in ragione dell’età i sanitari hanno suggerito un periodo di osservazione breve intensiva, alla quale la signora non si è voluta sottoporre, venendo dimessa in codice bianco.
Dopo poche ore, tuttavia, la figlia di Pasquina Gallo ha contattato il servizio 118 per l’aggravarsi della situazione: giunti a domicilio, i medici hanno riscontrato l’arresto cardiaco e nonostante la rianimazione prontamente effettuata non hanno potuto evitare il decesso, del quale sono stati informati appunto i carabinieri, con annessa sospensione della data del funerale. Il personale ha avanzato l’ipotesi di una morte improvvisa, a fronte dell’aver eseguito tutte le prestazioni dovute secondo i sintomi presentati. Una spiegazione che non soddisfa i familiari, pronti a chiedere che sia fatta luce sulla tragica fine anche in sede legale.

NUOVO TENTATO FURTO ALL’OSTERIA LA FORCOLA IN FONDAMENTA SAN DOMENICO, GIÀ COLPITA DUE VOLTE LO SCORSO NOVEMBRE

Ancora una volta l’osteria La Forcola in fondamenta San Domenico a Chioggia bersagliata dalle attenzioni di un ladro. La scorsa notte all’1.30 un individuo con giacca a vento e berretto ha sostato nei paraggi del locale, provando poi ad entrare scassinando la finestra con un chiavistello: non si conoscono le cause che possono averlo dissuaso dal portare a termine il furto, forse la presenza di un passante insospettito. Per fortuna il tentativo non ha prodotto danni alle strutture.
Sul fatto indagano gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza, che si avvalgono delle immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza. Lo scorso novembre l’esercizio era stato preso di mira per due notti consecutive: la prima volta il ladro era riuscito a impossessarsi del fondo cassa e del contenitore delle mance, lasciando peraltro le impronte digitali. La notte successiva, il 13 novembre, l’assalto era fallito grazie anche al rinforzo delle precauzioni operate dai gestori.

sabato 23 febbraio 2019

ANZIANO SCENDE DAL BUS E VIENE INVESTITO MENTRE ATTRAVERSA LA ROMEA: SANT’ANNA CHIEDE STRISCE PEDONALI E ILLUMINAZIONE

Un incidente è avvenuto ieri sera attorno alle ore 19 lungo la strada Romea in località Sant’Anna, all’altezza del bar ex La Tana. Un signore anziano di 94 anni, residente nella zona, è sceso dal bus per attraversare la carreggiata pur in assenza di strisce pedonali, ed è stato investito dallo specchietto retrovisore di un furgone che ha anche sterzato all’ultimo per evitare l’impatto. Nella caduta l’uomo ha riportato la frattura della mandibola, dello zigomo e di alcune ossa delle mani e dei piedi, oltre a traumi cranico e facciale, e a un taglio al volto: subito soccorso, è stato condotto all’ospedale dove versa in prognosi riservata. L’anziano soleva compiere lo stesso percorso ogni giorno, e attraversare la Romea per recarsi dall’altra parte della frazione; per fortuna mentre era a terra nessun’altra auto era di passaggio in quel punto. Non è che l’ennesima disgrazia dovuta a una situazione insostenibile: da tempo gli abitanti di Sant’Anna chiedono la possibilità di attraversare la strada regolarmente tramite apposite strisce pedonali, e l’illuminazione pubblica in corrispondenza delle fermate dell’autobus.

venerdì 22 febbraio 2019

ANZIANA INCIAMPA SU UN CAVO ELETTRICO DELLE GIOSTRE DEL LUNAPARK IN CORSO DEL POPOLO, SOCCORSA DA PASSANTI E AMBULANZA

Un incidente è occorso ieri nel tardo pomeriggio, attorno alle ore 18, durante l’installazione delle giostre per il carnevale in corso del Popolo a Chioggia. Un’anziana signora di circa 80 anni è inciampata su un cavo teso fra il chiosco e la struttura mobile dei giochi gonfiabili davanti a palazzo Morosini.
In suo soccorso alcuni passanti, che hanno contattato l’ambulanza del 118. In loco è intervenuta anche la polizia locale. Il cavo, non troppo visibile, è poi stato sistemato a terra con l’aiuto del gestore di una giostra vicina.

INCOCCIA CONTRO UN RAMO SPORGENTE SULLA PISTA CICLABILE IN LUNGOMARE, NOTO COMMERCIANTE SI LESIONA LA RETINA

Un incidente evitabile è occorso a un noto commerciante del centro di Sottomarina mentre stava transitando in bicicletta per la pista ciclabile sul lungomare, nel tratto che porta dall’incrocio di viale Ionio ai bagni Clodia. Un ramo sporgente da uno degli alberi piantati entro le aiuole, sul marciapiede verso la pista, ha invaso la carreggiata ciclabile: proprio sbattendo la faccia su uno di questi tronchi, l’uomo è caduto rovinosamente a terra lesionandosi una retina, alla quale era già stato operato due volte in precedenza.
Stamane il commerciante è ricorso alle cure di un oculista per scongiurare il rischio di un nuovo intervento, nella speranza non sia avvenuto il distacco. Oltre ai rami sporgenti, anche i pali di sostegno ad alcuni fusti già storti sono un pericolo per tutti: la richiesta agli organi competenti, verso la stagione turistica estiva e l’incremento dell’uso di biciclette, è di intervenire per mettere in sicurezza rami, tronchi e sostegni di modo che non fuoriescano dalla perpendicolarità al terreno.

giovedì 21 febbraio 2019

I CARABINIERI TROVANO OLTRE 7 GRAMMI DI HASHISH NEI BAGNI DI DUE ISTITUTI PROFESSIONALI DI CHIOGGIA

Operazione antidroga ieri mattina dei carabinieri della Compagnia di Chioggia, che servendosi dell’ausilio di unità cinofile hanno provveduto a controllare due istituti professionali superiori, tra cui il CFP a indirizzo alberghiero all’isola dell’Unione.
Nei bagni di entrambe le scuole sono stati rinvenuti rispettivamente 7 grammi e 0.14 grammi di hashish, a carico di ignoti. Nelle ultime settimane analoghi controlli erano stati effettuati in altri istituti superiori di Venezia e del suo hinterland.

mercoledì 20 febbraio 2019

DUE GIOVANI CHIOGGIOTTE DENUNCIATE DALLA POLIZIA PER FURTO ALL'IPERCOOP DI BRONDOLO

Sono state denunciate ieri mattina due ragazze di Chioggia di 24 e 27 anni per furto aggravato commesso all'ipermercato Coop del parco commerciale Clodì a Brondolo. Le due, dopo aver prelevato vari articoli dai diversi reparti, alle casse presentavano per il pagamento solo pochi articoli.
Avvicinate dal personale del centro, che chiedeva loro l'esibizione dello scontrino, le giovani si allontanavano rapidamente; ma qualche istante dopo sopraggiungeva una pattuglia di agenti della polizia di Stato, che le sorprendeva mentre tentavano di disfarsi della merce asportata e non pagata. Condotte al Commissariato di Pubblica Sicurezza di Chioggia, le ragazze venivano fotosegnalate e perquisite, attività che consentiva di rinvenire ulteriore merce non pagata. Per loro è scattata una denuncia a piede libero.

martedì 19 febbraio 2019

RIVA VENA SUD DI NUOVO NEL DEGRADO: MURI IMBRATTATI DA SCRITTE VOLGARI E OFFENSIVE

Muri e serrande imbrattati da scritte impattanti, volgari e offensive. Vetrate infrante, rifiuti non raccolti da giorni, assembramenti diurni e notturni, i sottoportici come orinatoio per animali e probabilmente anche persone: è il panorama desolante che è tornato ad “adornare” la parte meridionale di riva Vena, fra calle Furlanetto e il ponte Zitelle Vecchie.
I residenti lanciano l’allarme e chiedono l’installazione di telecamere, tanto che è intervenuta anche la polizia di Stato per un controllo nella zona, già oggetto di spaccio di stupefacenti, arresti e provvedimenti coattivi.
Nei mesi scorsi anche l’appello di don Marco Favero del vicino oratorio salesiano, a denunciare le criticità senza nasconderle, e le iniziative dell’associazione Amico Giardiniere verso Natale, mentre coloro che decidono di rimanere e dar vita agli esercizi si scontrano sempre più con situazioni del genere.

lunedì 18 febbraio 2019

LO STABILE SORTO IN LUOGO DELLA EX CORDERIA DEI "CANEVINI" DOVRÀ ESSERE DEMOLITO DA ZERO, LO ORDINA IL COMUNE

Il 15 febbraio il dirigente del settore Urbanistica del Comune di Chioggia, Gianni Favaretto, ha emesso l'ordinanza di demolizione e rimessa in pristino dei luoghi relativa all'immobile che stava per essere costruito a Borgo San Giovanni di fronte al cimitero, dove per cent'anni aveva trovato sede l'ex corderia dei "canevini". La struttura, sequestrata dalla Procura della Repubblica per inottemperanza al permesso di costruire (che parlava di ampliamento ma non di demolizione dell'edificio prima esistente, le cui mura perimetrali andavano mantenute), è in capo al 35enne Andrea Canato, destinatario del provvedimento assieme al progettista -il padre Giovanni- e all'impresa di costruzioni Edilit di Campagna Lupia. Secondo l'ordinanza, le parti hanno 90 giorni di tempo per adempiere: in caso di decorrenza del termine, il bene verrà acquisito di diritto al patrimonio del Comune (che lo aveva messo in vendita nel 2011 per 150mila euro...), oltre all'applicazione di una sanzione pecuniaria da un minimo di 2000 a un massimo di 20mila euro. Contro il provvedimento, i Canato e l'impresa possono presentare ricorso al TAR del Veneto entro 60 giorni dalla notificazione, oppure al Presidente della Repubblica entro 120 giorni.

sabato 16 febbraio 2019

CA' ROSSA, IL DEPOSITO NON AUTORIZZATO DI RIFIUTI MECCANICI È ANCORA A CIELO APERTO NONOSTANTE LE SEGNALAZIONI

Non è ancora stato dato corso alla segnalazione che Chioggia Azzurra ha effettuato giovedì, relativa a un deposito di materiali meccanici a cielo aperto lungo la stretta strada che da Ca’ Pasqua conduce alla ex discarica di Ca’ Rossa. Là, a pochi passi dallo stagno dove vivono colonie di volatili e di cigni, ignoti hanno riversato scarti di motori, carrozzerie e lubrificante automobilistico: gli abbandoni si concentrano in quattro o cinque località, due delle quali erano già state ispezionate nei mesi scorsi, con l’elevazione di sanzioni amministrative e penali. Ma quanto alla situazione presente, palese è il rischio che i rifiuti rimangano dispersi nel territorio, finendo con il contaminare anche l’ambiente praticato dagli uccelli: viene stimato che per ripulire l’intera area occorrano non più di due ore.

venerdì 15 febbraio 2019

DARIO-CAVALLARIN, È STATO UN AGGUATO A FREDDO. MINACCE ANCHE AL COMPLICE SESILLO, STESSO COPIONE DEI BOSS DELLA MALAVITA

Emergono nuovi particolari dalla scena raccapricciante che mercoledì sera, attorno alle 19, ha visto protagonisti in corso del Popolo i pregiudicati Massimo Dario e Otello Cavallarin. Dalle iniziali ricostruzioni, si è trattato di un vero e proprio agguato a freddo del primo verso il secondo: Cavallarin stava infatti parlando con un commerciante del centro quando Dario lo ha visto, è sceso dalla bicicletta e gli ha sferrato un diretto secco in pieno volto, fratturandogli la mandibola. L’energumeno, che ha approfittato anche della sua stazza corpulenta, ha anche inveito minacce contro Alessandro Boscolo Sesillo, che lo scorso 23 ottobre lo aveva accoltellato sotto i portici in compagnia proprio di Cavallarin: «Quando esce di galera lo ammazzo», queste sarebbero state le parole urlate dal 51enne.
Subito dopo il pugno, Otello Cavallarin è stato accompagnato al pronto soccorso di Chioggia da un conoscente, e l’indomani -cioè ieri mattina- si è dovuto recare all’ospedale di Treviso per la riduzione della frattura, con una prognosi di 30 giorni. Ieri pomeriggio intanto Cavallarin ha presentato formale denuncia di aggressione alla caserma dei Carabinieri di Sottomarina.

giovedì 14 febbraio 2019

CHIOGGIA VIOLENTA: LITE TRA PREGIUDICATI, MASSIMO DARIO CON UN PUGNO FRATTURA LA MANDIBOLA A OTELLO CAVALLARIN


Massimo Dario

Chioggia Azzurra sta vagliando una testimonianza, non ancora confermata dalle forze dell’ordine, la quale asserisce che ieri sera attorno alle ore 19, in una zona del corso del Popolo affollata per lo shopping e l’aperitivo, il 51enne Massimo Dario detto Canevin -già protagonista più volte della cronaca nera cittadina- avrebbe colpito con un forte pugno al volto il 41enne Otello Cavallarin, pure pregiudicato, causandogli la probabile frattura alla mandibola. In seguito, Cavallarin sarebbe stato soccorso dall’ospedale di Chioggia e poi inviato stamane al nosocomio di Treviso per la riduzione della frattura. L’episodio non era il primo di una lunga ruggine tra i due, e potrebbe qualificarsi come la vendetta per la coltellata che la mattina del 23 ottobre scorso Dario aveva subito da un “complice” di Cavallarin, Alessandro Sesillo, sotto i portici del corso: quella volta Dario aveva riportato due coltellate alla schiena guaribili in 25 giorni, con l’interessamento di un polmone. In quella circostanza, Cavallarin fungeva da “determinatore” del fatto, posto materialmente in essere da Sesillo. Questi reati sono maturati nell’ambiente dello spaccio di droga e della “riscossione crediti” criminale: la ricostruzione del pm Zorzi ha messo alla luce il fatto che Cavallarin doveva ricevere 20mila euro da Dario, ovvero le spese legali di un precedente processo per spaccio. Nel 2007 infatti lo stesso Cavallarin fu condannato a 4 anni e 4 mesi di reclusione (con rito abbreviato) per spaccio di cocaina, all'interno di un'inchiesta che vedeva coinvolto lo stesso Dario, il quale allora patteggiò un anno e mezzo. Ieri, a quanto pare, l’ennesimo epilogo davanti a molte persone, che hanno verosimilmente fatto finta di non vedere l’accaduto per timore di logiche ritorsioni. Questa mattina, peraltro, Chioggia Azzurra ha cercato più volte di mettersi in contatto telefonico con Massimo Dario per conferme e dettagli, ma l’uomo non ha risposto ai messaggi.

IN POCHI METRI A CA’ BIANCA “IL LAGO” DEI CIGNI E UNA VERGOGNOSA DISCARICA DI RIFIUTI MECCANICI

In pochi metri, nella zona paludosa parallela alla strada principale che collega Ca’ Pasqua a Ca’ Bianca, tutta la bellezza e tutta la rovina umana pensabile. Uno stagno alimentato dall’acqua piovana e dalla risorgiva, dove nidificano volatili e sguazzano placidi perfino i cigni, in un ambiente incontaminato e al riparo dall’intrusione dell’uomo. Ma solo a pochi metri, lungo la stretta carreggiata, qualcuno ha pensato fosse il luogo ideale per scaricare rifiuti meccanici, materiale di officina o di carrozzeria come motori, pezzi di vetture, taniche di olio esausto.
Solo l’ennesimo elemento di uno stillicidio quotidiano, del quale Chioggia Azzurra dà conto da giorni, da settimane e da mesi, e che riguarda soprattutto i territori meno battuti nelle frazioni: come ieri vicino all’Adige, oggi alla periferia nord del Comune pare sia normale rilasciare gli scarti del lavoro en plein air. E come ieri, siamo a richiedere pene pesanti per reati senza alcuna giustificazione: nella speranza di poter risalire all’identità di chi si è comportato in questa maniera squalificante.

mercoledì 13 febbraio 2019

ABBANDONO DI RIFIUTI VICINO ALL'ADIGE, "SGAMATO" UN ALTRO INCIVILE: PRESTO LA DENUNCIA

Le segnalazioni dei cittadini hanno portato alla scoperta di una discarica a cielo aperto sull’argine dell’Adige nei pressi dell’acquedotto di Cavanella, a un km dalla strada Romea. Nei sacchi delle immondizie erano contenute lattine, bottiglie e altro materiale in uso a pubblici esercizi: i primi riscontri rimandano ad un bar del territorio che sarebbe già stato identificato.
Secondo le testimonianze, i sacchi dei rifiuti sono stati portati vicino al fiume da pochi giorni, e nelle prossime ore saranno rimossi dagli operatori di Veritas prontamente allertati da Chioggia Azzurra che ha intenzione di sporgere denuncia -come accadde nel caso degli scarti rilasciati sul ponte translagunare, attribuibili alla pizzeria “Servii e Riverii” di Montebelluna- poiché l’abbandono dei rifiuti lungo gli argini e i ponti è un reato pesante per l’impatto che ha nell’ambiente, e non può essere risolto con una sanzione da poche centinaia di euro.

martedì 12 febbraio 2019

VENDITORE DI FASULLI CONTRATTI ENEL SCATENATO NEL PORTA A PORTA: SEGNALATO IN VIA SAN MARCO, NASCONDE IL TESSERINO

Ancora un tentativo di vendita truffaldina di contratti per l’energia elettrica si aggira tra le case di Sottomarina. In via San Marco un individuo di circa 40 anni, vestito in modo professionale, con barba e dall’accento meridionale, sta facendo il giro delle abitazioni per offrire nuovi allacciamenti in luogo della rete Enel di maggior tutela: a chi gli apre la porta, l’uomo -dotato di un tesserino probabilmente apocrifo- chiede di poter vedere l’ultima bolletta della luce, e naturalmente di far firmare i suoi documenti.
Un giovane è riuscito a sventare che del raggiro cadesse vittima la propria stessa madre: una volta interpellato il call center di Enel, è arrivata la conferma che il tizio non fosse un loro delegato. Il ragazzo poi si è imbattuto per strada nel venditore, che si è lasciato filmare dal momento che la sua condotta non risponde a penalità, in quanto l’accesso ai domicili è volontario all’atto di aprire la porta e mostrare i propri conti. Tuttavia, quando è stato chiesto di esibire il tesserino, l’agente lo ha accuratamente nascosto. Si raccomanda soprattutto alle persone più anziane di stare attente e non aprire la porta ad alcuno sconosciuto.

lunedì 11 febbraio 2019

DIFFAMAZIONE, MINACCE, APPOSTAMENTI E STALKING: L’ESCALATION DI ROBERTO BALLARIN CONTRO CHIOGGIA AZZURRA FINISCE IN DENUNCIA

Non cessano le intemperanze di Roberto Ballarin contro Chioggia Azzurra e il suo editor Andrea Comparato. Dopo l’escalation di messaggi, insulti, minacce telefoniche e diffamazione a mezzo facebook per una somma di trenta episodi che si configurano al limite dello stalking, ieri pomeriggio l’uomo -cognato di Valerio Nordio, in carcere con l’accusa di aver cercato di soffocare la suocera- ha manifestato l’intenzione di convocare Comparato al Commissariato di Pubblica Sicurezza, affermando di «non avere paura di nessuno». L’editor ha evitato l’incontro con una persona in evidente stato di alterazione, avvisando altresì la polizia.
I comportamenti aggressivi di Ballarin sono anzi continuati davanti la residenza degli anziani genitori del blogger, molto preoccupati anche da ulteriori intimazioni telefoniche: a quel punto è intervenuta anche una volante mandata dal Commissariato. Andrea Comparato si riserva già in giornata di denunciare Roberto Ballarin per diffamazione e minacce, in attesa di capire se può essere ravvisata qualche altra fattispecie di reato. Chioggia Azzurra, naturalmente, continuerà a pubblicare le notizie relative al processo Nordio ogni qual volta se ne presenterà l’occasione.

UN BIDONE DI SIRINGHE A USO MEDICO RITROVATO RIVERSO SULLA BATTIGIA DI SOTTOMARINA E POI SCOMPARSO IN POCHE ORE, MISTERO INQUIETANTE

Il mistero dei fusti spiaggiati. Non si parla di concorsi maschili sotto il sole, bensì di un inquietante ritrovamento e di un'altrettanto misteriosa sparizione: nella giornata di sabato, lungo la battigia dell’arenile di Sottomarina è stato rinvenuto un secchio giallo adibito testualmente al deposito di rifiuti sanitari pericolosi, con rischio infettivo.
Si trattava infatti di oltre 50 siringhe a uso medico, riversate sul bagnasciuga assieme agli sterpi, alle alghe e alle conchiglie dove vanno a giocare bambini e cani: non si sa quando tale materiale sia giunto sulla riva del mare, se proveniente dalle acque (il secchio recava scritte in italiano) o se più probabilmente qualcuno lo avesse conferito apposta: fatto sta che una volta effettuato un sopralluogo a largo raggio, del fusto e delle siringhe non v’era più alcuna traccia.
Chi l’ha rimosso ha anticipato altresì l’operazione di recupero che Veritas aveva già programmato di compiere l’indomani: dove sono finite le siringhe potenzialmente infettive? E soprattutto chi le ha portate in riva al mare?

domenica 10 febbraio 2019

TAGLIANO UNA GOMMA ALL’AUTOCARRO E RUBANO 2300 EURO DA UN BORSELLO: FURTO DA PROFESSIONISTI IN VIALE TIRRENO

Un furto dalle modalità insolite è avvenuto venerdì pomeriggio alle ore 17.30 in viale Tirreno a Sottomarina, nel piazzale esterno alle poste. Un automobilista ha parcheggiato il suo autocarro Nissan Cabstar per recarsi appunto all’ufficio, dove si è trattenuto per circa venti minuti; all’uscita, si è accorto che la ruota anteriore destra della vettura presentava una gomma molto sgonfia. Così ha deciso di sostituirla con quella di scorta presente nel bagagliaio del mezzo, lasciando il proprio borsello (contenente i portafogli) appoggiato sopra il sedile anteriore. Nel mentre l’uomo era intento all’opera per rimpiazzare lo pneumatico deteriorato, ignoti malfattori hanno asportato il borsello: la vittima del furto ha provato a cercarlo attorno all’autocarro, riuscendoci solo dopo altri venti minuti nei paraggi. Solo che dal borsello erano stati svuotati i portafogli del denaro, per un ammontare di 2300 euro. Il signore ha quindi contattato un gommista, che gli ha riferito la gomma non essere sgonfia in modo naturale, bensì è stata tagliata, come era successo più volte l’anno scorso nella non lontana via Cristoforo Colombo. Al malcapitato non è rimasto che rivolgersi alla locale stazione dei carabinieri per la denuncia di rito. Sale quindi l’attenzione da parte di chi dovesse trovarsi a parcheggiare nella zona, di modo da non restare vittima di analoghi spiacevoli e fastidiosi episodi.

CASO MENSE SCOLASTICHE, INDIGNAZIONE IN RETE PER LA PENALITÀ COMUNALE GIUDICATA ESIGUA. MA ERA GIÀ STATA COMMINATA UNA MULTA DI 11MILA EURO

La penalità di 500 euro inflitta dal Comune all’impresa Gemeaz Elior per la questione del cibo scaduto trovato il 7 gennaio al centro cottura di San Felice, dove vengono preparati i pasti destinati alle mense scolastiche, non è andata giù a molti genitori e commentatori. Per tante persone, la cifra massima di 250 euro prevista dal regolamento in caso di inadempienza e il suo raddoppio deciso in via discrezionale dall’amministrazione non sono stati sufficienti, e in Rete è salita l’indignazione, che ha coinvolto anche i consiglieri di opposizione Marco Dolfin e Jonatan Montanariello. Bisogna considerare, tuttavia, che la penalità comunale è solo un provvedimento accessorio alla sanzione amministrativa che già all’atto della scoperta del cibo avariato i carabinieri della stazione di Sottomarina hanno comminato all’azienda, e che ammonta a 11500 euro.

sabato 9 febbraio 2019

DONNA INVESTITA SULLE STRISCE PEDONALI IN LUNGOMARE: È IN CONDIZIONI SERIE, ELITRASPORTATA A MESTRE

Un furgoncino Nissan di colore bianco, alle ore 11.50 di stamane, ha investito in lungomare sud a Sottomarina una signora di origine maghrebina mentre costei camminava sulle strisce pedonali. Sono intervenute l'ambulanza e la polizia locale.
Le condizioni della donna sono serie anche se non è in pericolo di vita, e si è reso necessario il supporto dell’elicottero del 118 che dall’ospedale di Chioggia l’ha poi trasportata all’Angelo di Mestre, dove viene stabilizzata grazie ai macchinari presenti nell’hub.
Da una prima, frammentaria ricostruzione, la donna cercava di raggiungere il marito dall’altro lato della strada, precipitandosi con dubbia attenzione al transito veicolare. Il furgoncino, guidato da un chioggiotto residente a Codevigo, è stato sequestrato dalla polizia locale.

NEL 2012 CROLLÒ UNA TRAVE A SOTTOMARINA, DUE OPERAI GRAVEMENTE FERITI: IMPRESARI E PROGETTISTI CONDANNATI AI SERVIZI SOCIALI

È giunto a sentenza il processo per il crollo avvenuto il 29 ottobre 2012 in viale Mediterraneo a Sottomarina, nel quale due operai sono rimasti feriti gravemente dal distacco di alcune lastre di cemento dalla trave di appoggio. Il Tribunale di Venezia ha comminato la condanna a sei mesi di lavori socialmente utili nei confronti dei due titolari dell’impresa, Daniele Franco 62enne di Eraclea e Augusto Brunelli 67enne di Verona, oltre che del progettista delle travi, Alessandro Fedrigo (44enne di Torre di Mosto), ritenuti responsabili di lesioni colpose. Nella circostanza, un lavoratore rimase invalido al 100% e un altro subì una prognosi di dieci mesi. La richiesta della prova ai servizi sociali è arrivata direttamente dalla difesa delle parti, ed è stata approvata dal giudice Ciampaglia: la pena sarà scontata probabilmente alla cooperativa Don Milani di Mestre.

venerdì 8 febbraio 2019

NUOVO FRONTE A PUNTA POLI: ESPOSTO DEI RESIDENTI CONTRO LA PERMANENZA DEL PUNTO DI SBARCO, "È SENZA TITOLO PER STARE LÀ"

Non si è ancora spenta l’eco della riunione che ieri pomeriggio in municipio ha visto coinvolta l’amministrazione assieme ai residenti di punta Poli, che questi ultimi aprono un nuovo fronte. Un gruppo di cittadini infatti ha presentato un esposto alla Procura della Repubblica, preoccupati per la realizzazione nell’isola del punto di sbarco e di conferimento dei rifiuti pescati accidentalmente: i relativi progetti, approvati dalla giunta comunale e trasmessi alla commissione di Salvaguardia, sono stati licenziati con parere favorevole rispettivamente nel 2014 e nel 2015 e realizzati sopra oltre 60 mq di terreno.
L’intervento però avrebbe dovuto essere limitato a due anni, in quanto veniva richiesta al Comune l’approvazione di uno strumento urbanistico coerente (piano del centro storico o variante al PRG): al termine del periodo, le due strutture avrebbero dovuto essere rimosse nel caso il Comune non avesse provveduto a regolamentare la zona. «Non ci risulta che nell’arco di due anni l’amministrazione abbia approvato varianti che permettessero la manutenzione delle due opere nel corpo dell’isola Cantieri», scrivono gli abitanti di punta Poli. «Ci chiediamo quindi se le opere in questione siano prive di titolo, essendo in contrasto con la pianificazione urbanistica vigente. Perciò chiediamo all’autorità giudiziaria che venga svolta ogni indagine e accertamento alfine di verificare se le opere già realizzate siano supportate da una coerente pianificazione urbanistica».
Il PRG vigente qualifica la zona di “interesse paesaggistico ambientale, ancorché degradata e di difficile accesso”, con destinazione residenziale e produttiva. Il vasto terreno abbandonato prospiciente il Lusenzo viene destinato a verde pubblico per riqualificare l’area residenziale e a integrazione degli approdi turistici. Un piano particolareggiato prevede la possibilità di incrementare i volumi del 20% finalizzati a valorizzare edifici esistenti, ed è permessa anche la manutenzione straordinaria senza cambio di destinazione d’uso.