giovedì 4 marzo 2021

FERROVIA CHIOGGIA-ROVIGO, ARRIVA UN ALTRO GESTORE ESTERNO: I TRENI POTREBBERO ESSERE SOSTITUITI DA DIECI AUTOBUS AL GIORNO

Se già il presente non è roseo, un futuro da incubo potrebbe attendere i passeggeri della vetusta linea ferroviaria che unisce Chioggia a Eovigo. Il sito di Infrastrutture Venete, la società regionale titolare dei contratti di servizio ferroviario, dà notizia del prossimo bando per assegnare le linee, tra le quali appunto la Chioggia-Rovigo (oltre alla Mestre-Adria e alla Rovigo-Verona), nel decennio 2022-2032: Sistemi Territoriali, infatti, è ora competente per l'infrastruttura e dovrà cedere il servizio di trasporto.
Pertanto le imprese che volessero partecipare alla gara già conoscono le specifiche relative alle spese e ai ricavi: particolarmente problematico appare il futuro della tratta Chioggia-Adria, che interessa un numero minore di utenti rispetto alla Adria-Rovigo. Tra gli scenari previsti, il primo ipotizza la conservazione dell'attuale assetto con quattro treni diesel, nel secondo spuntano cinque bus per deviare da rotaia a gomma nelle opere meno battute. Il terzo scenario capovolge il rapporto tra 2 treni e 6 corriere, il quarto pronostica l'intero trasferimento del servizio su strada, utilizzando dieci autobus: con il conseguente aumento del tempo di percorrenza, che diventa aleatorio dato il traffico.

Vale considerare che questa è solo una delle ipotesi, e forse la meno probabile, ma la mobilitazione pubblica -continuata anche di recente con le manifestazioni di Rifondazione Comunista e del Partito Democratico, oltre che dei comitati di utenti- dovrà tornare a farsi sentire anche a livello istituzionale: possibilmente entro il mese di giugno, se la città intende salvare il servizio.

«Vi siete mai chiesti - commenta la segretaria del PD, Barbara Penzo - perché studenti e lavoratori pendolari non usano il treno? Tecnologia da terzo mondo, ritardi costanti, cancellazioni improvvise delle corse, tempi di percorrenza lunghissimi, posti a sedere e carrozze inadeguate, aria condizionata inesistente, stazioni abbandonate...». Nell'attesa, sempre utopistica, di un rilancio verso la costruzione di una strada ferrata verso Piove di Sacco.

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