Una dozzina di persone ha abbracciato poeticamente, stamane, i due alberi di platano avvelenati lo scorso mese nella zona di campo Cannoni, alla confluenza tra strada Madonna Marina e viale Padova. L'associazione Amico Giardiniere ha paventato futuri crolli a seguito di quest'azione sciagurata e del tutto volontaria: «Nessuno aveva mai pensato di usare un trapano per far male a una pianta», ha dichiarato Francisco Merli Panteghini. «Da un certo punto di vista -nota l'attivista- sarebbe meglio coprire il foro anche con del cemento, perché ogni volta che entra aria la pianta si sente ferita, e non reagisce bene. Rischia infezioni batteriche negli anni, che diventano cancri destinati ad allargarsi alle radici, il luogo più delicato». Sempre che i fusti sopravvivano.
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