Un tempo i malviventi avevano l'accortezza di stare ben nascosti dopo aver compiuto un crimine, per di più arrestati in flagranza di reato. Chi rubava, rapinava, percuoteva, dava fuoco alle proprietà altrui di certo non si metteva in mostra, quando non faceva proprio vita ritirata. Nell'era dei network, succede a Chioggia che l'autore di quella che alla terza volta -ma manco alla prima- non può essere definita una bravata, ovvero la sottrazione di cento euro dalla casa di un anziano 90enne al quale si era accreditato come amico del figlio, si precipiti a commentare la notizia del suo stesso arresto, con toni largamente irriguardosi verso gli altri commentatori che giustamente stigmatizzano la sua condotta. È il caso di Mattia Ardizzon, il 33enne processato per direttissima e condannato dal Tribunale di Venezia agli arresti domiciliari con obbligo di firma: prontamente le sue offese e minacce sono state cancellate ieri sera dalla pagina di Chioggia Azzurra, né potrà farvi di nuovo accesso, ma il fatto stesso che sia accaduto con tale sfrontatezza indica il segno dei tempi in cui nessuna regola di decenza pare valere nemmeno per i malfattori. Va da sé che Chioggia Azzurra continuerà a dare le notizie dei fatti criminosi di cui viene a conoscenza, e non darà albergo alle esternazioni di chi si comporta in questa maniera.
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