Un increscioso episodio affiora a margine della recente ondata di maltempo, che nella fascia montuosa del Veneto ha provocato parecchi danni ai residenti e inestimabili alla forestazione. I fiumi sono notoriamente i vettori di ogni materiale sradicato dalla forza dei fenomeni meteorologici, e già era stata resa nota la situazione alle foci dell’Adige oltre che del Brenta, con l’accatastarsi di un discreto quantitativo di legname alle barriere per contrastare il cuneo salino.
Nella giornata di sabato, uno dei burci che stanno lavorando sul fiume ha sì prelevato i tronchi con la benna, per scaricarli poi dall’altra parte della barriera, direttamente sull’acqua: così certo non si impedisce il loro arrivo alla foce, e il conseguente spiaggiamento, con tutto quello che comporta in termini di asporto rifiuti e di sostenibilità ambientale.
Scontato chiedersi come mai il legname prelevato dal blocco non venga caricato verso la più vicina segheria o, qualora le sue condizioni lo rendessero inservibile, recapitato alle varie discariche di smaltimento. Ma rigettare nel fiume e verso il mare ciò che al fiume non sarebbe dovuto nemmeno arrivare non pare un’operazione etica né tantomeno intelligente.
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