lunedì 27 aprile 2020

LA STORIA DI SISSI, GATTA DI 19 ANNI CHE ABITAVA ALLA CASA DI RIPOSO DI SOTTOMARINA: SALVATA (DUE VOLTE) DA MORTE CERTA E "TRASVERSALE" AL VIRUS

Mi chiamo Sissi, ho 19 anni e sono una principessa. Voi penserete che sono la protagonista di un film, coi boccoli biondi al ballo delle debuttanti nella corte d’Austria. Invece sono una gatta, una micia di una certa età, ma tutto sommato in salute: pensate, se fossi una nonna avrei novant’anni e più. E infatti abitavo nella casa di riposo di Sottomarina… era quello il mio castello, la corte dove sono sempre stata da quando ero piccola, dove avevo la mia reggia di principessa. Sì, «era», perché ora vi racconto la mia storia.
Era appena cominciato il nuovo secolo, e senza saperlo mi sono trovata nella lavanderia del centro diurno di Sottomarina, dove gli anziani entravano la mattina per stare in compagnia, e ne uscivano la sera per tornare a casa. Ero piccola, praticamente neonata, e non stavo benissimo: allora le signore che lavoravano là dentro mi hanno accudita, curata e fatta guarire, così sono rimasta con loro e sono diventata la coccola degli ospiti, degli uomini e delle donne che sono passati di lì in quasi vent’anni, dei loro parenti che mi portavano i biscotti. Sono tanti, eh.
Non sono state sempre rose e fiori, devo dire: un giorno, qualche anno fa, il direttore e l’economo avevano addirittura contattato una veterinaria di Sottomarina per sbarazzarsi di me. Ma le operatrici per fortuna hanno sempre fatto resistenza, e la dottoressa Annalisa non ne ha voluto sapere: per questo la ringrazierò sempre, altrimenti non sarei qui a parlarvi. C’era anche un progetto per garantirmi sempre da mangiare, stanziando una spesa fissa ogni mese, ma poi non se n’è fatto niente.
Finché non è arrivato questo maledetto virus, che si è portato via qualche nonno e qualche nonna, e ha contagiato anche qualcuna delle tante mamme che mi hanno allevato: a un certo punto sono rimaste in poche, le altre erano tutte a casa in attesa di tornare sane, e diventava più difficile prendersi cura anche di me. Allora sono stata fatta uscire dal centro diurno, perché vi sarebbero stati collocati i pazienti infetti. Addirittura questo signor Fernando Chiericato, il responsabile del servizio economato che faceva anche le funzioni del direttore finché non ne è arrivato uno nuovo, si è messo a dire: «Fate sparire la gatta altrimenti la uccidiamo». Parlavano di me! Uccidere una nonna micia di novant’anni, che non ha mai dato fastidio a nessuno: dov’è l’umanità che si richiede a un centro per anziani?
Parevo davvero spacciata, quando una umana di buon cuore ha deciso che non poteva finire così e mi ha portato a casa sua, tra altri umani, altri mici e una cagnetta. Ero spaesata, come potere capire, alla mia veneranda età: ma alla fine mi ci sono trovata, acclimatata, e conoscendo bene l’umana da anni so che avrebbe fatto solo il mio bene. Ogni tanto però ripenso al mio castello, alla reggia della principessa Sissi che sarei poi io. E a quel signor Fernando: chiedendomi se in fondo ha qualche rimorso, per volere che anch’io fossi inserita nella lugubre lista di questi mesi.

(la voce di Sissi, nel servizio per TG Azzurra, è di "Anonima Ciosòta")

7 commenti:

  1. Complimenti al signor Chiericato.
    Veramente un eccellente esempio di umanità Bravo

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  2. Le persone anziane amano i gatti per l:amore che gli trasmette, parlare con un gatto specialmente una persona anziana tiene attivo il cervello e lontana la demenza, sono gattara da 3 generazioni, e portare via una gatta dal suo luogo di ben 19 anni e un atto vergognoso!ci ripensi e faccia riportare la gatta nel suo ambiente...e fare felici le persone anziane del girasole, abituate alla sua presenza.

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  3. In un momento cosi con già tante perdite ...voler sbarazzarsi di un altra creatura è davvero disumano...specialmente perché riempie di amore le giornate degli anziani della nostra comunità chioggiotta da ben 19 anni...

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  4. Sinceramente, quella gatta che scorrazzava nei corridoi dell’istituto, in braccio dell’uno o dell’altro ospite, accarezzata dai visitatori, l’ho sempre considerata un danno dal punto di vista igienico.
    Adesso, che siamo in piena pandemia da Corona virus, con tutti i problemi di contagio che ci sono stati nella casa di riposo, pensiamo ai pericoli di quel felino quale potenziale trasmissione del virus. Gli esperti virologi ci raccomandano di disinfettare i luoghi pubblici, di lavarsi costantemente le mani, di spostarsi il meno possibili muniti di mascherine e guanti. Ebbene si prenda in considerazione anche la possibilità che un gatto, passando da una persona all’altra, possa essere la causa di contagio. Nel dubbio, non è meglio allontanarlo, senza tanti sentimentalismi??

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    1. l'unico essere vivente che porta malattie e contagi è L'ESSERE UMANO!!!!

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  5. Forza Sissi tu sei forte me l'hai dimostrato ben due volte ...nelle due vite che ti ho ridato..ce la farai anche questa volta anche se ti manchera' la tua casa con l'amore della tua nuova famiglia. Lunga vita cucciola dalla tua dottoressa.

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