martedì 28 aprile 2020

MULTATO DI 533 EURO PERCHÈ ESCE A PREPARARE I DOCUMENTI PER IL TRASPORTO DEL PESCE: SECONDO LA POLIZIA ANTICRIMINE NON ERA UN'EMERGENZA

Ancora controversie per le multe dovute al transito durante l'emergenza da Coronavirus. Dopo la famiglia sanzionata perché girava in bici lungo la ciclabile del lungomare, lo scorso lunedì 20 aprile un'altra situazione discutibile si è verificata ai danni di un dipendente nel ramo logistico del trasporto di pesce verso l'estero.
Otto giorni fa infatti, alle ore 20.45, l'uomo è stato fermato da una pattuglia della polizia anticrimine di Padova (di servizio a Chioggia) mentre si stava recando al lavoro nella sede di Sant'Anna, nel cui deposito sono ubicati i servizi di trasporto e logistica: bisognava raccogliere i documenti da consegnare agli autisti in partenza verso Francoforte, dove avrebbero trasportato il pesce fresco del mercato ittico di Chioggia già stivato nei camion.
Al fermo della polizia l'operatore ha fornito l'autocertificazione rilasciata dall'azienda, i documenti personali e quelli del veicolo, ma la risposta degli agenti ha messo in dubbio si trattasse di una "emergenza": secondo loro -a detta di chi ha subìto la contravvenzione- non era necessario che il pesce andasse venduto in Germania. Ma il pesce rientra nella categoria alimentare, specie se fresco e quindi deperibile: i poliziotti hanno tuttavia richiesto la presenza di un'altra autorizzazione specifica per il trasporto, non avendo creduto alla presentazione delle credenziali di iscrizione all'albo degli autotrasportatori e della licenza comunitaria.
Gli agenti della volante hanno chiesto all'uomo di seguirli nella sede aziendale, e arrivati al deposito sono stati sciorinati i documenti necessari agli autisti. Preso atto della versione fornita, i poliziotti hanno comunque proceduto al verbale contestando appunto "l'emergenza" e riversando l'onere della prova sul malcapitato. Nella contestazione, quest'ultimo -che aveva chiesto di essere lasciato andare- è stato trattenuto per oltre un'ora e mezza, ritardo ripercossosi nella consegna del prodotto a destinazione.
«Mi sento offeso e non tutelato - dice il cittadino a Chioggia Azzurra - e penso di aver ricevuto un abuso per motivi sconosciuti. Non riesco ad accettare di aver subìto una sanzione di 533 euro, che se pagata entro un mese viene ridotta a 373. Auspico l'intervento del sindaco e delle autorità competenti, sperando che tale situazione non si ripeta ad altri cittadini regolarmente autocertificati e con valide motivazioni per uscire, come il lavoro».

2 commenti:

  1. Nessuno se ne rende conto che viviamo in una dittatura e, pian piano, ci hanno tolto i diritti.
    Basta incappare in una pattuglia, capeggiata da agenti ottusi, che ci contravvenzionano senza avere letto l’articolo di legge, o l’ordinanza cui fanno rifermento. Tanto a loro che gliene frega, non rispondono mai dei torti che illegittimamente infliggono al malcapitato di turno. Se la cavano dicendo “faccia ricorso”, ignorando il calvario che taluno andrà incontro.

    Anche quella multa inflitta a quella famiglia che transitava in bicicletta sulla pista ciclabile del Lungomare, era illegittima, poiché nell’Ordinanza sindacale veniva indicato il divieto ai soli pedoni e non alle bici.

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  2. Hanno toppato di brutto con ste interpretasion da 4 schei!! e noi che li assecondiamo vorrei vedere la leggittimità di autocertificazioni e quant'altro basterebbe avere un buon avvocato e un bel portafoglio nel frattempo finchè non ci svegliamo viviamo nel terrore ..nell'intento ci sono riusciti alla grande!!

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