Si era probabilmente invaghito della tatuatrice, e ieri pomeriggio le si è piantato nel luogo di lavoro senza sentire ragioni né volersene andare. C’è stato bisogno dell’intervento di tre auto della polizia di Stato con circa dodici agenti, nonché dell’ambulanza del 118, per ridurre a più miti consigli un uomo di circa 35 anni, chioggiotto, che dalle 13.30 e per ben quattro ore ha occupato lo studio Inchiostro Rosso in riva Vena, fra il ponte della Pescheria e quello dei Filippini.
Il tale, quasi sicuramente un cliente dell’esercizio, da giorni pressava la ragazza, chiedendole il contatto su Facebook e poi ancora di persona: una volta accertato che non se ne sarebbe andato dal laboratorio artigiano e che anzi si è vista rincorsa quando ha tentato lei stessa di uscire, la giovane ha chiesto l’aiuto della polizia, e solo alle 17.45 il 35enne è stato condotto all’esterno, scortato dagli agenti lungo calle Santa Caterina, dove è stato affidato ai sanitari per un ricovero al pronto soccorso, necessario a capire i motivi del suo comportamento.
L’uomo comunque appariva pacifico e mansuefatto, non ha opposto resistenza; la tatuatrice invece era piuttosto scossa dall’accaduto. Il tizio, che proviene da una famiglia pacata e religiosa, pare non abbia mai dato segno di uno squilibrio del genere in precedenza, ma -particolare curioso- nel suo profilo fb aveva spostato lo status da “single” a “impegnato” proprio ieri: peccato che lei non lo sapesse.
Emergono nuovi dettagli riguardo la giornata convulsa di ieri, che era iniziata già nella tarda mattinata quando l’uomo di circa 35 anni aveva sfasciato tutto nella sua casa, nonché malmenato la madre. Sono intervenuti i carabinieri assieme all’ambulanza, al cui interno questo individuo si era mostrato tranquillo, ammettendo di avere sbagliato e di vivere un periodo delicato. Una volta giunto all’ospedale però il 35enne è riuscito a fuggire, per iniziare a molestare la giovane tatuatrice di riva Vena: e il pomeriggio è proseguito come narrato sopra, con l’intervento di ben 12 poliziotti. Il soggetto, che non è un malvivente, è ora sottoposto a ricovero psichiatrico: anche durante il colloquio con lo specialista ha dato segni di difficoltà mentale nel rapporto con la realtà.
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