Il grande acquazzone che ha colpito Chioggia e Sottomarina nel pomeriggio di ieri, attorno alle 15, ha allagato diversi luoghi della città, tra cui il lungomare e le strade adiacenti. Questo nonostante l’installazione del cosiddetto megatubo, avvenuta a più riprese gli scorsi anni: ma l’opera, riporta il consigliere Marco Dolfin, è ancora incompleta della vasca per la raccolta delle acque. Grossi disagi anche alla Cattedrale di Chioggia, dove per l’ennesima volta è entrata acqua dalla discesa antistante il portale principale: là dove c’è un piccolo avvallamento nella pavimentazione, era stata installata una griglia collegata a una pompa idraulica, atta a risucchiare la pioggia eccedente.
Ma, come accaduto ancora (ad esempio nel giugno 2018), questa pompa non è entrata in funzione e l’acqua è penetrata nel Duomo, allagando soprattutto la navata centrale: questa mattina, per asciugare il pavimento della chiesa, sono accorsi ad aiutare anche i genitori dei tanti cresimandi che attendono di ricevere il sacramento nella giornata di domani, in una corsa contro il tempo per rendere fruibile il luogo sacro. Già dieci mesi fa, occorre dire, una nota del vescovo Tessarollo avvertiva che l’acqua non defluisce più come avveniva prima dei lavori: «Non è la fine del mondo – erano le parole del monsignore - ma non è neanche tanto dignitoso, e tanto meno piacevole, subire di queste cose per lavori malfatti o disservizi nella manutenzione del deflusso delle acque piovane, proprio nell’era dell’ingegneria, della tecnica e dei grandi mezzi di intervento».
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