C’è anche il 47enne chioggiotto Raffaele Costa tra i destinatari di misure cautelari in seguito alla maxi inchiesta della Procura della Repubblica di Padova che ha portato a tre arresti eseguiti oggi dalla Guardia di Finanza della città antoniana. Costa è finito ai domiciliari nella sua casa in via Tirreno a Sottomarina, dove le Fiamme Gialle hanno sequestrato anche un’auto di marca BMW oltre a una motocicletta d’epoca. Per i soci di Costa sono scattate invece le manette in carcere: si tratta di Gianni Mingardo, 60enne di Abano, e Luigi Scudella, vicentino di 59 anni.
L’accusa formulata dalla Procura è associazione per delinquere finalizzata alle frodi IVA, al riciclaggio e autoriciclaggio di denaro, attraverso l’emissione di fatture per operazioni inesistenti a compensazione: un totale di 25 milioni di euro. Il giro d’affari comprendeva molte regioni italiane e Paesi dell’est Europa, dove erano ubicati i conti correnti dei beneficiari della truffa: complessivamente 8.5 milioni di euro sono stati confiscati dai militari anche a società di prevenzione antincendio e antinfortunistica. Il denaro rientrava in Italia dove veniva reinvestito in beni di lusso, quali auto e imbarcazioni da diporto. Lo stesso Costa, anni fa, operava all’interno di una darsena sul Brenta.
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