lunedì 10 giugno 2019

AMIANTO NELLA DISCARICA DI VAL DA RIO? OTTO NUOVI CAMPIONI SMENTIREBBERO I CAROTAGGI PRECEDENTI

Tracce di amianto nella discarica di Val da Rio. Le avrebbero rilevate otto campioni eseguiti tra i rifiuti solidi urbani in smaltimento dalle quattro imprese che il 7 dicembre 2018 hanno ricevuto la committenza dall’A.S.Po., l’Azienda Speciale per il Porto di Chioggia: le analisi seguono altri carotaggi avvenuti nell’area prima dell’appalto, i quali avevano dato esito negativo alla presenza di sostanze fortemente inquinanti e nocive. Ancora non si conosce la profondità dei nuovi test, che confermerebbero ciò che comunque si sarebbe potuto ipotizzare quanto alla presenza di eternit, dal momento che i rifiuti presenti daterebbero dal 1961 al 1984, mentre la legge che ha messo al bando l’amianto in Italia risale al 1992.
Se eventuali controanalisi fossero congruenti ai rilievi degli scorsi giorni e settimane, sarebbe necessaria una svolta nei termini di servizio del contratto con Herambiente, CGX, Idea e Renzo Rossi Costruzioni, dal momento che bisognerebbe separare i rifiuti solidi urbani dall’amianto, con i costi che andrebbero a lievitare. Secondo fonti interne, A.S.Po. sarebbe stata già messa a conoscenza della scoperta: l’Azienda Speciale è stata tuttavia commissariata di recente, dopo le dimissioni del presidente Zanardo e la presa in carico da parte di Giuseppe Vadalà, in attesa di passare la mano all’Autorità di Sistema Portuale. E pertanto anche il consiglio di amministrazione dell’ente -dove sedevano i chioggiotti Leonardo Ranieri e Gianluca Naccari, quest’ultimo in rappresentanza del sindaco- è decaduto.
Interpellato da Chioggia Azzurra, il primo cittadino afferma di non essere a conoscenza della cosa, e sollecita Vadalà per le opportune spiegazioni: «Era comunque una mia preoccupazione, che avevo sollevato – dice Alessandro Ferro – ma mi era stato riferito che dai carotaggi precedenti non erano emerse sostanze inquinanti, rassicurando tuttavia del fatto che le imprese coinvolte erano pronte a intervenire in qualsiasi situazione, quindi sono in grado di gestire anche l’eventualità di una nuova scoperta». Gli interventi di bonifica, del valore complessivo di 35 milioni di euro, porteranno alla riqualificazione di un’area di 60mila metri quadri, ricolma di circa 395mila metri cubi di rifiuti RSU: si tratta di una tra le discariche oggetto di infrazione più estese a livello nazionale, segnalata dalla Commissione Europea. I lavori, appaltati all’associazione temporanea di imprese guidata da Herambiente di Bologna, dureranno fin quasi alla metà del 2020; a seguire, le operazioni di collaudo.

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