La sanguinosa rissa a coltelli, punteruoli e bottigliate avvenuta lo scorso sabato notte sul lungomare di Sottomarina fra due bande di ragazzi interroga le coscienze a trovare soluzione alla mancanza di senso giovanile, anche quando è dettata da incoscienza o esalta l’uso gratuito e allenato della forza.
Non consta qui distribuire torti e ragioni: ci sta già pensando la magistratura. E tra farsi giustizia da soli e cedere al patteggiamento e alla facoltà di non rispondere, c’è sempre una strada migliore: l’affermazione giudiziale della verità dei fatti e delle conseguenze.
Preme invece valutare lo sprofondo in cui versa certa gioventù cittadina, tra violenza, branco, estremismo, esaltazione, dipendenze, possesso di armi da taglio, orari dilatati: la notizia è stata un altro colpo all’immagine esterna -e non solo- della città.
Ciò dovrebbe riguardare tutti, non solo chi subisce effetti alla propria economia: chi sono, questi figli che ne aggregano altri più giovani, che non si fanno scrupoli a colpire durante le feste (sotto copertura) innocui adulti stimati, che sommano denunce a deferimenti sportivi a frequentazioni discutibili se non pericolose? Quanto non li conosciamo, cosa facciamo per prevenire che si comportino così?
Intanto ci va di mezzo un locale che da quasi vent'anni lavora seriamente, cerca di scegliere i propri clienti, offre alla città occasioni di musica, di spettacolo, di incontro e di intelligenza. Chioggia Azzurra è solidale con Lorenzo e Letizia, con chi lavora al Discanto e al ristorante Park, nella speranza che sia l'ultima volta in cui è costretta a darne notizia in questi termini.
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