Al di là del comprensibile disagio degli operatori ittici, che si ritrovano a dover operare in una condizione di oggettiva difficoltà dovuta a una serie di carenze strutturali, la vista dei camper che tranquillamente si accampano a punta Poli con tanto di tende e sedie da campeggio non può che stimolare più di una riflessione.
La prima riguarda questi turisti: Chioggia ha veramente bisogno di soggetti che considerano evidentemente normale sostare con i propri camper fra i tir per il trasporto del pesce e in mezzo al degrado più totale? Questo a dispetto delle molte possibilità di utilizzare campeggi o aree attrezzate sul litorale, a prezzi assolutamente economici.
La seconda considerazione si chiede se sia il caso di lasciare una zona poco conosciuta ma suggestiva come punta Poli in tali condizioni di dimenticanza. Probabilmente questa è la dimostrazione che non tutti considerano il turismo così importante per la città in termini economici: si può provare a immaginare cosa provano i turisti che transitano a migliaia ogni giorno per il canal San Domenico esterno, con i servizi di navigazione. Da una parte vedono la bellezza di una chiesa millenaria nel contesto lagunare e peschereccio, dall’altra questo triste spettacolo che non fa certamente onore. Senza tralasciare -lo si diceva all’inizio- gli operatori del mercato del pesce, che si ritrovano a convivere fastidiosamente con un cimitero di relitti nautici abbandonati nei pressi dello scivolo, e appunto i camperisti fai-da-te alla fine dell’isola: a proposito di questi ultimi, ne sono stati identificati alcuni provenienti da Padova e da Varese, che avevano calato i propri gommoni per una gita in laguna.
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