In pochi metri, nella zona paludosa parallela alla strada principale che collega Ca’ Pasqua a Ca’ Bianca, tutta la bellezza e tutta la rovina umana pensabile. Uno stagno alimentato dall’acqua piovana e dalla risorgiva, dove nidificano volatili e sguazzano placidi perfino i cigni, in un ambiente incontaminato e al riparo dall’intrusione dell’uomo. Ma solo a pochi metri, lungo la stretta carreggiata, qualcuno ha pensato fosse il luogo ideale per scaricare rifiuti meccanici, materiale di officina o di carrozzeria come motori, pezzi di vetture, taniche di olio esausto.
Solo l’ennesimo elemento di uno stillicidio quotidiano, del quale Chioggia Azzurra dà conto da giorni, da settimane e da mesi, e che riguarda soprattutto i territori meno battuti nelle frazioni: come ieri vicino all’Adige, oggi alla periferia nord del Comune pare sia normale rilasciare gli scarti del lavoro en plein air. E come ieri, siamo a richiedere pene pesanti per reati senza alcuna giustificazione: nella speranza di poter risalire all’identità di chi si è comportato in questa maniera squalificante.
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