giovedì 18 aprile 2019

UN GINECOLOGO E UN'OSTETRICA A GIUDIZIO PER LA MORTE DI UN NEONATO ALL'OSPEDALE DI CHIOGGIA NEL 2016

La Procura della Repubblica di Venezia ha citato ieri in giudizio il ginecologo Sergio Porto e l'ostetrica Marilisa Bonaldo per la morte di un neonato avvenuta il 31 agosto 2016 all'ospedale di Chioggia. Secondo la tesi accusatoria, i due sanitari non avrebbero considerato i primi segni di sofferenza del feto, prima di ricorrere al parto cesareo d'urgenza. La prima udienza si è tenuta ieri al Tribunale di Venezia, avanti la giudice monocratica Sonia Bello, mentre la prossima è stata fissata il 2 ottobre. Il neonato si spense per un nodo di funicolo ombelicale, un'evenienza non così rara, ma imprevedibile e dalle conseguenze a volte drammatiche poiché improvvisamente determina la cessazione del flusso sanguigno dalla placenta al feto. Il primario Luca Bergamini aveva immediatamente attivato una commissione interna per valutare gli eventi accorsi. Secondo la nota diramata all'epoca dall'ULSS 3 Serenissima, durante tutta la gravidanza della signora il feto non aveva mai manifestato segni di sofferenza tramite gli esami di rito. Le visite e i vari monitoraggi eseguiti nell'arco dei nove mesi avevano sempre mostrato un bambino che cresceva senza problemi. Il 31 agosto 2016, alle ore 2.30 della notte, alla signora si sono rotte le acque prematuramente e c'è stato il ricovero in ospedale: subito sono cominciati i monitoraggi previsti dal protocollo, prima che iniziasse il travaglio. Questi monitoraggi non avevano dato alcun segno premonitore. Alle 7 del mattino la paziente veniva portata nella sala monitoraggi dove il controllo rilevava una alterazione del tracciato. L'ULSS garantisce che tutte le procedure sono state attuate nella maniera corretta, e inizialmente i periti nominati dal Tribunale non avevano accertato colpe specifiche.

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