Un 63enne, Aldo Filippazzo, è stato arrestato sabato dagli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Chioggia, in quanto trovato in possesso di 220 grammi di cocaina. L'uomo, originario di Porto Empedocle (Agrigento) ma da anni residente in zona, per qualche tempo non si è fatto trovare, spostandosi di alloggio in alloggio. La Procura della Repubblica aveva dato alla Polizia di Stato il mandato di perquisizione per un'indagine datata, ed è stato possibile eseguirla solo nelle scorse ore, quando il 63enne è stato rintracciato.
Oltre allo stupefacente che aveva con sé, Filippazzo nell'abitazione di Sottomarina deteneva 30 dosi già pronte per lo smercio, oltre a due bilancini elettronici funzionanti, sacchetti e materiale per confezionare le dosi, come ferretti metallici e una termosaldatrice. Dopo l'arresto, l'uomo è stato condotto dai poliziotti alla casa circondariale di Santa Maria Maggiore in Venezia: alla convalida dell'arresto è seguìta la concessione degli arresti domiciliari. All'atto processuale, Aldo Filippazzo avrebbe ammesso di avere difficoltà economiche che l'hanno spinto alla strada dello spaccio.
martedì 30 giugno 2020
PER IL COMUNE DI CHIOGGIA LA FESTA DEL PESCE AZZURRO NON S'HA DA FARE: «INCAPACI E VERGOGNOSI», TUONA LA COOP MAREADENTRO
Erano già previste le date, dal 13 al 23 agosto. Tutte le sere a tavola, all'isola dell'Unione, per celebrare il prelibato prodotto ittico nelle tavole di chioggiotti e turisti: erano già stati fissati anche gli appuntamenti musicali in cartellone, dal liscio alle tribute band alla dance: ma questa Festa del Pesce Azzurro, evidentemente, per il Comune non s'ha da fare.
Lo denuncia amaramente la cooperativa MareAdentro che la organizza da anni, e che pure riuscirà a portarla lontano da queste rive, là dove evidentemente c'è meno paura di agire per risollevare lo spirito collettivo dopo la buia primavera. Non usa mezzi termini Maurizio Tiozzo, in un post diffuso via facebook: «Incapaci, incompetenti, invidiosi!», sono gli aggettivi rivolti all'amministrazione grillina di Chioggia.
Tiozzo parla di «vergogna» e di «mancanza di rispetto» oltre che di senso del ridicolo: «Prima ci hanno chiesto di spostare il periodo, dalla consueta collocazione di fine giugno - scrive il dirigente di MareAdentro - assicurandoci che ci sarebbe stata la deroga al regolamento assurdo che vieta altri eventi enogastronomici a luglio e agosto in città.
Poi, dopo aver accettato e quindi spostato musicisti, forniture, noleggi e domande, ci vengono a dire che non si può ancora, suggerendo di spostarla a settembre, fino alla doccia fredda. Pare il Comune abbia condiviso, con presunti enti locali confinanti o vicini, di non fare niente per la prossima estate, complice la paura di un ritorno dell'epidemia. Ma Jesolo, Caorle, Bibione sono in piena evoluzione di manifestazioni...».
A Maurizio Tiozzo e ai suoi non resta che abbandonare il proposito: «Mentre altrove si svolgeranno il Pride, il Redentore, la sagra dell'anguilla, la festa dell'uva, qui a Chioggia per incapacità e arroganza si vietano eventi in linea con le direttive sanitarie. Una realtà a vocazione turistica andrebbe tutelata, ma visto che loro non sanno organizzare la strada più semplice è bloccare, nel silenzio assordante di una città incapace di programmare e avere una visione del proprio futuro». MareAdentro sarà attiva col proprio pesce chioggiotto nelle realtà di Solesino, San Giovanni Lupatoto e Vigonza.
Lo denuncia amaramente la cooperativa MareAdentro che la organizza da anni, e che pure riuscirà a portarla lontano da queste rive, là dove evidentemente c'è meno paura di agire per risollevare lo spirito collettivo dopo la buia primavera. Non usa mezzi termini Maurizio Tiozzo, in un post diffuso via facebook: «Incapaci, incompetenti, invidiosi!», sono gli aggettivi rivolti all'amministrazione grillina di Chioggia.
Tiozzo parla di «vergogna» e di «mancanza di rispetto» oltre che di senso del ridicolo: «Prima ci hanno chiesto di spostare il periodo, dalla consueta collocazione di fine giugno - scrive il dirigente di MareAdentro - assicurandoci che ci sarebbe stata la deroga al regolamento assurdo che vieta altri eventi enogastronomici a luglio e agosto in città.
Poi, dopo aver accettato e quindi spostato musicisti, forniture, noleggi e domande, ci vengono a dire che non si può ancora, suggerendo di spostarla a settembre, fino alla doccia fredda. Pare il Comune abbia condiviso, con presunti enti locali confinanti o vicini, di non fare niente per la prossima estate, complice la paura di un ritorno dell'epidemia. Ma Jesolo, Caorle, Bibione sono in piena evoluzione di manifestazioni...».
A Maurizio Tiozzo e ai suoi non resta che abbandonare il proposito: «Mentre altrove si svolgeranno il Pride, il Redentore, la sagra dell'anguilla, la festa dell'uva, qui a Chioggia per incapacità e arroganza si vietano eventi in linea con le direttive sanitarie. Una realtà a vocazione turistica andrebbe tutelata, ma visto che loro non sanno organizzare la strada più semplice è bloccare, nel silenzio assordante di una città incapace di programmare e avere una visione del proprio futuro». MareAdentro sarà attiva col proprio pesce chioggiotto nelle realtà di Solesino, San Giovanni Lupatoto e Vigonza.
lunedì 29 giugno 2020
I DUE INQUILINI MOLESTI NELLA CASA ALLOGGIO IN CALLE GRASSI NACCARI SONO ANCORA AL LORO POSTO, NONOSTANTE SCHIAMAZZI E INTEMPERANZE
Lo scorso 28 maggio Chioggia Azzurra aveva dato conto di una coppia, 62 anni lui e 59 anni lei, allontanata dalla casa alloggio di calle Grassi Naccari a Chioggia dopo reiterati richiami, relativi al loro mancato rispetto delle regole di convivenza. La decisione era stata presa dal Centro Servizi per Anziani lo scorso 20 maggio, mentre marito e moglie hanno avuto tempo fino al 20 giugno per liberare l'appartamento: ma la coppia ha presentato un incartamento dove sostengono di non poter essere messi in strada, che la loro posizione è nel giusto e semmai illecita è quella dell'IPAB che li vuole sfrattare.
Dal canto suo l'ente presieduto da Andrea Giovanni Zennaro si sta muovendo per risolvere il problema, esperendo tutte le possibilità, nella consapevolezza che non è tecnicamente facile privare dell'alloggio chi ha i titoli per averne diritto. Anche ai vertici della casa di riposo sono giunte voci dai condòmini disperati, perché costoro continuano gli schiamazzi e i comportamenti non consoni manifestati fino ad ora, oltre -pare- a non pagare il canone di affitto, giocandosi i risparmi.
All'IPAB non sarebbe arrivato però alcun nuovo reclamo ufficiale, anche se tramite i servizi sociali era stato intimato ai due di rispettare il contratto per quanto riguarda la condotta. Il 62enne e la 59enne, in passato, avevano trovato riparo anche nella residenza di via del Boschetto a Sottomarina, pur senza averne titolo, e vanno dicendo di avere bisogno di assistenza, nonostante abbiano figli che potrebbero occuparsene.
Dal canto suo l'ente presieduto da Andrea Giovanni Zennaro si sta muovendo per risolvere il problema, esperendo tutte le possibilità, nella consapevolezza che non è tecnicamente facile privare dell'alloggio chi ha i titoli per averne diritto. Anche ai vertici della casa di riposo sono giunte voci dai condòmini disperati, perché costoro continuano gli schiamazzi e i comportamenti non consoni manifestati fino ad ora, oltre -pare- a non pagare il canone di affitto, giocandosi i risparmi.
All'IPAB non sarebbe arrivato però alcun nuovo reclamo ufficiale, anche se tramite i servizi sociali era stato intimato ai due di rispettare il contratto per quanto riguarda la condotta. Il 62enne e la 59enne, in passato, avevano trovato riparo anche nella residenza di via del Boschetto a Sottomarina, pur senza averne titolo, e vanno dicendo di avere bisogno di assistenza, nonostante abbiano figli che potrebbero occuparsene.
domenica 28 giugno 2020
VALLI DI CHIOGGIA, GLI ENTRANO IN CASA MENTRE DORME E LO DERUBANO DEI DOCUMENTI: COSTRETTO A TORNARE IN ROMANIA PER RIFARE LA PATENTE
Un odioso furto è stato compiuto a Valli di Chioggia, nell'appartamento di un cittadino rumeno 40enne mentre quest'ultimo stava riposando dopo il lavoro. Il ladro o i ladri gli hanno rubato il portafoglio, che era appoggiato sopra il frigorifero e conteneva documenti come la carta d'identità italiana (si può rifare) e soprattutto la patente rumena, che non è possibile rinnovare in Italia ma abbisogna di un ritorno in Romania. Domani la vittima del furto presenterà formale denuncia, nella speranza che sia possibile rilevare le impronte digitali.
sabato 27 giugno 2020
TRE FURGONI SOSPETTI PARCHEGGIATI DA GIORNI ALL'ESTERNO DELL'ARENA DUSE: I LORO OCCUPANTI SONO STATI VISTI ESPLETARE I BISOGNI PER STRADA
Da qualche giorno tre furgoni bianchi, due Fiat e un Peugeot Boxer con targa italiana, sono stati segnalati più volte nel parcheggio esterno all'arena Duse. Secondo le indicazioni fornite, le persone a bordo escono per espletare i propri bisogni fisiologici nel giardino dietro le siepi, vicino alla palestra in funzione, dal momento che non essendo camper i furgoni non sono dotati di servizi igienici.
Tra gli occupanti dei mezzi vi sarebbero anche alcuni bambini e bambine. La situazione è comunque nota alle forze dell'ordine: sia la polizia che i carabinieri hanno operato sopralluoghi in diversi orari.
Questi individui sarebbero stati anche avvistati recarsi verso la spiaggia vicina e nelle strade limitrofe all'Arena, per cui il suggerimento è di prestare attenzione.
Tra gli occupanti dei mezzi vi sarebbero anche alcuni bambini e bambine. La situazione è comunque nota alle forze dell'ordine: sia la polizia che i carabinieri hanno operato sopralluoghi in diversi orari.
Questi individui sarebbero stati anche avvistati recarsi verso la spiaggia vicina e nelle strade limitrofe all'Arena, per cui il suggerimento è di prestare attenzione.
venerdì 26 giugno 2020
ASFALTATURE A SOTTOMARINA, I RACCORDI CON I MARCIAPIEDI SONO SCONNESSI: DOLFIN, «PER LE PERSONE IN CARROZZINA È UN'ODISSEA»
Nei giorni scorsi il consigliere del PD Jonatan Montanariello aveva sollevato la questione delle asfaltature a Sottomarina e dei segnali stradali orizzontali a esse collegate. Oggi fa eco il collega leghista Marco Dolfin, che aggiunge carne al fuoco: «Sia nei marciapiedi, sia lungo le strade laterali agli incroci, molti sono i mancati interventi», esordisce l'esponente della minoranza.
Anche Dolfin focalizza le opere di strada Madonna Marina: «All'incrocio con via Acacia e con il tratto che porta alla scuola de' Conti - spiega il capogruppo della Lega - le persone con disabilità costrette alla carrozzina devono procedere al centro della carreggiata perché il manto che porta alla rampa del marciapiede è assai sconnesso, con avvallamenti che creano l'effetto di inciampare e slittare. È possibile stendere chilometri di asfalto e non curarsi di un metro di intersezione?».
C'è il rischio che le carrozzine in transito possano cadere, con le ovvie conseguenze per la salute della persona trasportata. «Avevo segnalato tale situazione in tempi non sospetti - precisa Dolfin - senza ricevere alcuna risposta. Mi chiedo se sia mancanza di considerazione per le categorie più deboli, o se ci sia dell'altro.
Spero non abbia mai a succedere niente di grave nei tratti segnalati, perché nel caso sarò il primo a costituirmi parte civile contro chi non è intervenuto nei tempi e nei modi dovuti».
Anche Dolfin focalizza le opere di strada Madonna Marina: «All'incrocio con via Acacia e con il tratto che porta alla scuola de' Conti - spiega il capogruppo della Lega - le persone con disabilità costrette alla carrozzina devono procedere al centro della carreggiata perché il manto che porta alla rampa del marciapiede è assai sconnesso, con avvallamenti che creano l'effetto di inciampare e slittare. È possibile stendere chilometri di asfalto e non curarsi di un metro di intersezione?».
C'è il rischio che le carrozzine in transito possano cadere, con le ovvie conseguenze per la salute della persona trasportata. «Avevo segnalato tale situazione in tempi non sospetti - precisa Dolfin - senza ricevere alcuna risposta. Mi chiedo se sia mancanza di considerazione per le categorie più deboli, o se ci sia dell'altro.
Spero non abbia mai a succedere niente di grave nei tratti segnalati, perché nel caso sarò il primo a costituirmi parte civile contro chi non è intervenuto nei tempi e nei modi dovuti».
giovedì 25 giugno 2020
ASPETTANO CHE VADA DAL FORNAIO PER RUBARLE LA SPESA DAL CESTINO DELLA BICICLETTA: SOSPETTATE DUE CHIOGGIOTTE, MADRE E FIGLIA
Un furto davvero miserabile, stamane alle 10.30, è stato compiuto in calle San Cristoforo a Chioggia durante lo svolgimento del mercato settimanale. Dal cestino di una bicicletta parcheggiata provvisoriamente, mentre la proprietaria si era recata ad acquistare il pane in corso del Popolo, sono sparite le borse della spesa avvenuta la mattina, ovvero un po' di frutta e due k-way nuovi da bambino.
A impossessarsi delle borse, secondo una testimone oculare che avrebbe visto la scena dalla finestra, sarebbero due chioggiotte -madre e figlia- le quali hanno agito evidentemente con tempismo e rapidità, tanto da far perdere le proprie tracce. La signora ha comunicato alla vittima del furto anche com'erano vestite le ladre. Il tutto è avvenuto in un lasso di tempo davvero veloce, eludendo la sorveglianza di volontari e agenti.
A impossessarsi delle borse, secondo una testimone oculare che avrebbe visto la scena dalla finestra, sarebbero due chioggiotte -madre e figlia- le quali hanno agito evidentemente con tempismo e rapidità, tanto da far perdere le proprie tracce. La signora ha comunicato alla vittima del furto anche com'erano vestite le ladre. Il tutto è avvenuto in un lasso di tempo davvero veloce, eludendo la sorveglianza di volontari e agenti.
SI STACCA UN PEZZO DI CORNICIONE DAL CONDOMINIO COMUNALE DI VIA ALGA 16, PER FORTUNA NESSUNO TRANSITAVA IN QUEL MOMENTO
Alcuni frammenti di un cornicione si sono staccati dal condominio comunale di via Alga 16 a Sottomarina e sono caduti a terra attorno alle ore 13.45 di oggi, fortunatamente senza centrare eventuali passanti.
La struttura era già pericolante, nonostante il Comune abbia sistemato la copertura del tetto nel 2018.
Prontamente la polizia locale e i vigili del fuoco si sono recati nella zona, allo scopo i primi di transennare e circoscrivere l'area di caduta, i secondi di mettere in sicurezza l'edificio.
Da tempo i residenti nell'immobile di edilizia popolare lamentano anche lo stato delle fognature, per questo motivo è atteso in loco anche un tecnico del Comune.
La struttura era già pericolante, nonostante il Comune abbia sistemato la copertura del tetto nel 2018.
Prontamente la polizia locale e i vigili del fuoco si sono recati nella zona, allo scopo i primi di transennare e circoscrivere l'area di caduta, i secondi di mettere in sicurezza l'edificio.
Da tempo i residenti nell'immobile di edilizia popolare lamentano anche lo stato delle fognature, per questo motivo è atteso in loco anche un tecnico del Comune.
mercoledì 24 giugno 2020
VENTI LAVORATRICI DELLA COOPERATIVA EGOLABOR NON INCASSANO IL FONDO D'INTEGRAZIONE SALARIALE DA QUATTRO MESI, PROTESTA LA CGIL
Da quattro mesi non vedono l'ombra di un soldo. Si tratta di venti lavoratrici in servizio allo scodellamento dei piatti negli asili nido e nelle scuole per l'infanzia del Comune di Chioggia, assunte dalla cooperativa sociale Egolabor. Lo denuncia il sindacato Funzione Pubblica della CGIL, che parla di continui errori da parte dell'impresa nella trasmissione dei dati all'INPS: «La situazione è intollerabile - spiega il delegato sindacale Samad el Ghanami - per questo abbiamo scritto al Comune, chiedendo un intervento urgente nei confronti di Egolabor, volto a imporre l'anticipo del fondo d'integrazione salariale. Se non riceveremo risposte positive nell'immediato, reagiremo con forme di protesta più incisive».
Secondo la CGIL, Egolabor ha più volte sbagliato l'invio dei dati all'INPS: «La prima - continua El Ghanami - inviava un file di dimensioni troppo “grandi”, la seconda sbagliava i codici fiscali delle lavoratrici, la terza addirittura il numero di autorizzazione nel modello di richiesta. Alla faccia dell’errore umano!». Il risultato è che delle 50 lavoratrici in servizio, 20 non percepiscono alcunché dall'inizio del contagio, e non sono ovviamente tornate a lavorare nelle scuole: «Monta la loro rabbia - conclude il sindacalista - non riescono più a tirare avanti. Il FIS corrisponde all'80% della retribuzione ordinaria che è già irrisoria. Egolabor dovrebbe vergognarsi».
Secondo la CGIL, Egolabor ha più volte sbagliato l'invio dei dati all'INPS: «La prima - continua El Ghanami - inviava un file di dimensioni troppo “grandi”, la seconda sbagliava i codici fiscali delle lavoratrici, la terza addirittura il numero di autorizzazione nel modello di richiesta. Alla faccia dell’errore umano!». Il risultato è che delle 50 lavoratrici in servizio, 20 non percepiscono alcunché dall'inizio del contagio, e non sono ovviamente tornate a lavorare nelle scuole: «Monta la loro rabbia - conclude il sindacalista - non riescono più a tirare avanti. Il FIS corrisponde all'80% della retribuzione ordinaria che è già irrisoria. Egolabor dovrebbe vergognarsi».
CONDANNATO A TRE ANNI RINO BOSCOLO MORETO, A FEBBRAIO ERA STATO SORPRESO DALLA POLIZIA CON 150 GRAMMI DI COCAINA E 74MILA EURO IN CONTANTI
È stato condannato a tre anni di reclusione, previo patteggiamento, Palmiro Boscolo Moreto chiamato Rino, chioggiotto di 64 anni arrestato all'inizio di febbraio dopo che nella sua abitazione la polizia di Stato aveva rinvenuto 150 grammi di cocaina e 74mila euro in contanti. L'uomo, fino ad allora incensurato ed ex gestore di un bar in centro storico, era stato messo alle strette da una soffiata giunta al Commissariato: dopo l'arresto aveva ritenuto di non dover rispondere alle domande del giudice per le istanze preliminari Andrea Battistuzzi, rimanendo così nel carcere di Santa Maria Maggiore fino agli arresti domiciliari, disposti il 2 marzo scorso.
Ieri la celebrazione del processo, avanti il giudice dell'udienza preliminare Gilberto Stigliano Messuti: Boscolo, difeso dall'avvocato Mauro Serpico, si è visto comminare anche 12mila e 600 euro di multa, oltre alla confisca dei 74mila euro detenuti in casa, ritenuti ricavato dell'attività di spaccio. Rino Boscolo Moreto fu arrestato mentre usciva di casa, da alcuni agenti in borghese che lo hanno costretto a risalire: il pacco di cocaina da un etto era ancora confezionato, altri 50 grammi già divisi in dosi con un bilancino, e il denaro contante sparso un po' ovunque nell'abitazione.
Ieri la celebrazione del processo, avanti il giudice dell'udienza preliminare Gilberto Stigliano Messuti: Boscolo, difeso dall'avvocato Mauro Serpico, si è visto comminare anche 12mila e 600 euro di multa, oltre alla confisca dei 74mila euro detenuti in casa, ritenuti ricavato dell'attività di spaccio. Rino Boscolo Moreto fu arrestato mentre usciva di casa, da alcuni agenti in borghese che lo hanno costretto a risalire: il pacco di cocaina da un etto era ancora confezionato, altri 50 grammi già divisi in dosi con un bilancino, e il denaro contante sparso un po' ovunque nell'abitazione.
martedì 23 giugno 2020
L'OMBRA DEL DOLO PER L'INCENDIO DI IERI AI CANTIERI NAVALI CHIOGGIA, TRE LE IMBARCAZIONI IN FIAMME. SUPER LAVORO FINO A SERA PER I VIGILI DEL FUOCO
C'è l'ombra dell'atto doloso dietro l'incendio di ben tre imbarcazioni, ieri nel tardo pomeriggio, che erano ricoverate all'interno dei Cantieri Navali Chioggia, in località Val da Rio. Da più parti della città è stato possibile vedere la colonna di fumo che si stava sprigionando, mentre due automezzi dei vigili del fuoco di Chioggia raggiungevano la zona coinvolta.
In loco anche l'autobotte dei vigili del fuoco di Venezia, che ha spento le fiamme nel giro di un'ora. Le squadre in azione hanno avuto comunque da fare fino alle 23, per gli opportuni controlli e il lavaggio delle cisterne: allo scopo, anche gli stessi titolari dei Cantieri Navali Chioggia hanno fornito acqua ai vigili del fuoco.
Notevoli i danni agli scafi, ma per fortuna nessun ferito: i Cantieri chiudono alle ore 20, e quando sono divampate le fiamme nell'area specifica non c'era nessuno degli addetti. Nell'ipotesi del dolo, è plausibile pertanto ritenere che qualcuno sia entrato dall'esterno e poi fuggito, dopo aver appiccato l'incendio. Dinamica, testimonianze e congetture sono comunque al vaglio delle forze dell'ordine.
In loco anche l'autobotte dei vigili del fuoco di Venezia, che ha spento le fiamme nel giro di un'ora. Le squadre in azione hanno avuto comunque da fare fino alle 23, per gli opportuni controlli e il lavaggio delle cisterne: allo scopo, anche gli stessi titolari dei Cantieri Navali Chioggia hanno fornito acqua ai vigili del fuoco.
Notevoli i danni agli scafi, ma per fortuna nessun ferito: i Cantieri chiudono alle ore 20, e quando sono divampate le fiamme nell'area specifica non c'era nessuno degli addetti. Nell'ipotesi del dolo, è plausibile pertanto ritenere che qualcuno sia entrato dall'esterno e poi fuggito, dopo aver appiccato l'incendio. Dinamica, testimonianze e congetture sono comunque al vaglio delle forze dell'ordine.
SPACCIO DI COCAINA, OBBLIGO DI FIRMA PER MARCO ZAMBON E SABRINA FABRIS. ALLA DONNA RESTITUITI 15MILA EURO: NON ERANO IL RICAVATO DELLA DROGA
Sono comparsi questa mattina avanti il Tribunale di Venezia il 48enne Marco Zambon e la 51enne Sabrina Fabris, arrestati lo scorso 22 maggio in viale Trieste a Sottomarina mentre la donna cedeva una dose di mezzo grammo di cocaina a un cliente. I due, difesi dall'avvocato Marco Seppi, sono stati condannati rispettivamente a 2 anni lui, a un anno e 10 mesi lei, entrambi con obbligo di firma. Alla donna però sono stati restituiti i 15mila euro in contanti che erano stati sequestrati nell'abitazione, in quanto non provenivano dall'attività di spaccio.
Zambon e Fabris erano stati "pizzicati" nel tardo pomeriggio del 22 maggio nel pressi di un bar a Sottomarina, dove avevano dato vita a una sceneggiata per non farsi controllare. Altri due chioggiotti, loro amici presenti in loco, sono stati arrestati e portati in Tribunale per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Zambon era stato assegnato poi dalla giudice Sichirollo agli arresti domiciliari, per la Fabris invece il mero obbligo di firma: l'indomani l'uomo aveva scagionato la partner, attraverso proprie dichiarazioni a Chioggia Azzurra, assumendosi ogni responsabilità riguardo l'etto di cocaina rinvenuto a domicilio dagli agenti della polizia di Stato.
Zambon e Fabris erano stati "pizzicati" nel tardo pomeriggio del 22 maggio nel pressi di un bar a Sottomarina, dove avevano dato vita a una sceneggiata per non farsi controllare. Altri due chioggiotti, loro amici presenti in loco, sono stati arrestati e portati in Tribunale per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Zambon era stato assegnato poi dalla giudice Sichirollo agli arresti domiciliari, per la Fabris invece il mero obbligo di firma: l'indomani l'uomo aveva scagionato la partner, attraverso proprie dichiarazioni a Chioggia Azzurra, assumendosi ogni responsabilità riguardo l'etto di cocaina rinvenuto a domicilio dagli agenti della polizia di Stato.
PIAZZAVANO CONTRATTI IN CALLE, CHIEDENDO DI VEDERE CONTATORI E BOLLETTE: VENDITORI PORTA A PORTA SEGNALATI ALLE FORZE DELL'ORDINE
Anche questa mattina, nella zona di calle San Nicolò a Chioggia come ieri in altre parti del centro storico, erano in azione i consueti venditori porta a porta, segnalati dai lettori e dagli spettatori di Chioggia Azzurra in quanto scossi dai modi poco trasparenti con cui questi individui cercano di ottenere le loro firme per fantomatici contratti.
La coppia di agenti non ha presentato il proprio tesserino, chiedendo invece di aver accesso ai contatori di elettricità o del gas o del servizio idrico, oppure di vedere le precedenti bollette.
L'intervento "in flagrante" di Chioggia Azzurra, sollecitato da utenti come la signora Claudia Pagan, ha fatto sì che venissero poi contattate le forze dell'ordine per refertare le molestie perpetrate dalla coppia.
La coppia di agenti non ha presentato il proprio tesserino, chiedendo invece di aver accesso ai contatori di elettricità o del gas o del servizio idrico, oppure di vedere le precedenti bollette.
L'intervento "in flagrante" di Chioggia Azzurra, sollecitato da utenti come la signora Claudia Pagan, ha fatto sì che venissero poi contattate le forze dell'ordine per refertare le molestie perpetrate dalla coppia.
domenica 21 giugno 2020
CAUSA UN INCIDENTE STRADALE E FA RESISTENZA ALLA POLIZIA LOCALE: DUE AGENTI SPEDITI AL PRONTO SOCCORSO, 10 GIORNI DI PROGNOSI
Un increscioso episodio si è verificato ieri pomeriggio a Sottomarina. Un energumeno di 35 anni, residente in città e già noto alle forze dell'ordine, a bordo del proprio scooter aveva causato un incidente in strada Madonna Marina, all'altezza dell'incrocio con via Santo Spirito, dove ha urtato l'auto di una signora e causato danni fortunatamente limitati al solo veicolo.
All'arrivo della pattuglia della polizia locale, intervenuta per rilevare il sinistro, l'uomo si è dato immediatamente alla fuga, inforcando il proprio motociclo e reagendo in maniera assai brusca al vano tentativo di fermarlo: tanto da costringere due agenti a rivolgersi al locale pronto soccorso per le cure, con prognosi di dieci giorni ciascuno. Questa circostanza mette peraltro in ambasce il locale comando, già allo stremo dell'organico, nel quale mancano dieci effettivi rispetto all'estate 2019.
In loco sono giunte anche una seconda pattuglia della polizia locale, oltre alle volanti della polizia di Stato e dei carabinieri, a testimonianza della stretta collaborazione interforze che viene praticata a Chioggia. L'esagitato è stato identificato tramite la targa del mezzo, e risponderà alla Procura della Repubblica per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, oltre che di una lunga serie di infrazioni amministrative previste dal codice della strada.
All'arrivo della pattuglia della polizia locale, intervenuta per rilevare il sinistro, l'uomo si è dato immediatamente alla fuga, inforcando il proprio motociclo e reagendo in maniera assai brusca al vano tentativo di fermarlo: tanto da costringere due agenti a rivolgersi al locale pronto soccorso per le cure, con prognosi di dieci giorni ciascuno. Questa circostanza mette peraltro in ambasce il locale comando, già allo stremo dell'organico, nel quale mancano dieci effettivi rispetto all'estate 2019.
In loco sono giunte anche una seconda pattuglia della polizia locale, oltre alle volanti della polizia di Stato e dei carabinieri, a testimonianza della stretta collaborazione interforze che viene praticata a Chioggia. L'esagitato è stato identificato tramite la targa del mezzo, e risponderà alla Procura della Repubblica per il reato di resistenza a pubblico ufficiale, oltre che di una lunga serie di infrazioni amministrative previste dal codice della strada.
sabato 20 giugno 2020
NON C'È PACE PER LA SPIAGGIA DI ISOLAVERDE: DOPO SOLE 72 ORE GIÀ BLOCCATO IL RIPASCIMENTO, LOTTA FRA I DIFFERENTI INTERESSI DELLE CONCESSIONI
Il ripascimento appena cominciato è già sospeso. Non c'è pace per Isolaverde: i lavori iniziati solo a metà settimana, con notevole ritardo rispetto al dovuto, sono stati bloccati dall'istanza di un operatore turistico, ovvero proprio la categoria che beneficerebbe del rinfoltimento dell'arenile grazie alla sabbia portata via tubo da Porto Caleri.
«Le vibranti lamentele in questo caso sono abbastanza condivisibili», considera Giorgio Bellemo, presidente dei concessionari balneari riuniti in ASCOT, che racconta come le opere continueranno di giorno, al solo scopo di condurre la rena nella spiaggia libera. Ma questa ipotesi di lavoro diventa impossibile per le spiagge in concessione, che dovrebbero non esercitare alcuna attività per il tempo necessario all'esecuzione dei lavori: quasi due mesi, ovvero l'intera stagione praticamente saltata.
«Questa situazione improponibile è anche effetto del terribile ritardo - commenta il presidente di ASCOT - e bisogna sapere a chi imputare la responsabilità. Se è vero che ciò che accade qui non avviene mai e poi mai nelle località balneari del Veneto orientale. Quindi sicuramente il peso politico di Chioggia, Sottomarina e Isolaverde è pari allo zero».
Ieri una lettera spedita dai titolari dello stabilimento La Capannina e indirizzata al presidente della giunta regionale Luca Zaia aveva individuato nel villaggio turistico Isamar il possibile (anzi, la missiva parla di «certo») mandante delle lamentele per il rumore, il divieto di balneazione e altri limiti, «non appena saranno terminate le opere da loro, come ogni anno da più di dieci anni»: il pronostico è stato rispettato per difetto, dal momento che lo stop al ripascimento è giunto dopo solo 72 ore dal suo inizio.
«Le vibranti lamentele in questo caso sono abbastanza condivisibili», considera Giorgio Bellemo, presidente dei concessionari balneari riuniti in ASCOT, che racconta come le opere continueranno di giorno, al solo scopo di condurre la rena nella spiaggia libera. Ma questa ipotesi di lavoro diventa impossibile per le spiagge in concessione, che dovrebbero non esercitare alcuna attività per il tempo necessario all'esecuzione dei lavori: quasi due mesi, ovvero l'intera stagione praticamente saltata.
«Questa situazione improponibile è anche effetto del terribile ritardo - commenta il presidente di ASCOT - e bisogna sapere a chi imputare la responsabilità. Se è vero che ciò che accade qui non avviene mai e poi mai nelle località balneari del Veneto orientale. Quindi sicuramente il peso politico di Chioggia, Sottomarina e Isolaverde è pari allo zero».
Ieri una lettera spedita dai titolari dello stabilimento La Capannina e indirizzata al presidente della giunta regionale Luca Zaia aveva individuato nel villaggio turistico Isamar il possibile (anzi, la missiva parla di «certo») mandante delle lamentele per il rumore, il divieto di balneazione e altri limiti, «non appena saranno terminate le opere da loro, come ogni anno da più di dieci anni»: il pronostico è stato rispettato per difetto, dal momento che lo stop al ripascimento è giunto dopo solo 72 ore dal suo inizio.
STUPIDO VANDALISMO LUNGO IL LUSENZO, CESTINO ROVESCIATO IERI SERA ALLE 23 DA UN GRUPPO DI QUATTORDICENNI
Ieri sera attorno alle ore 23 un gruppo di circa cinque o sei ragazzini adolescenti, di età presunta 14 anni, sono stati visti svuotare un cestino lungo la fondamenta che circonda il Lusenzo, sul retro del cimitero di Borgo San Giovanni, riversando i rifiuti nel percorso ciclabile.
La speranza è che con l'imminente attivazione delle telecamere neoinstallate (e collegate alla centrale operativa interforze) questi atti abbiano i giorni contati. Viene anche auspicato un maggior intervento della polizia in sella alle biciclette elettriche donate dal Lions Club.
La speranza è che con l'imminente attivazione delle telecamere neoinstallate (e collegate alla centrale operativa interforze) questi atti abbiano i giorni contati. Viene anche auspicato un maggior intervento della polizia in sella alle biciclette elettriche donate dal Lions Club.
ANCHE STAMANE, COME OGNI FINE SETTIMANA. VIA PASCOLON È INTASATA DAL TRAFFICO DEI TURISTI GIORNALIERI: VALLI BLOCCATA DALLE AUTO
Come era già stato segnalato sabato scorso, via Pascolon a Valli ogni fine settimana viene invasa dal traffico automobilistico dei turisti giornalieri provenienti dalle altre località venete. L'accesso all'arteria tuttavia risulta riservato ai soli residenti: noncuranti dei divieti, i bagnanti del sabato e della domenica intasano la strada, bloccando così la circolazione interna nella frazione.
Peraltro chi spera di risparmiare metri e tempo si ritrova poi imbottigliato all'atto di reinserirsi nella carreggiata della Romea all'altezza dello stabilimento Pescamar, tenendo conto anche che il ponte delle Trezze è ancora chiuso. «Abbiamo provveduto a contattare la polizia locale - sostengono alcuni residenti - ma non trovano il tempo di venire qui a regolare il flusso».
Peraltro chi spera di risparmiare metri e tempo si ritrova poi imbottigliato all'atto di reinserirsi nella carreggiata della Romea all'altezza dello stabilimento Pescamar, tenendo conto anche che il ponte delle Trezze è ancora chiuso. «Abbiamo provveduto a contattare la polizia locale - sostengono alcuni residenti - ma non trovano il tempo di venire qui a regolare il flusso».
venerdì 19 giugno 2020
MARCO PENZO SCARCERATO PERCHÉ FINORA INCENSURATO: RIVA VENA TORNA A TREMARE. GIORNI FA AVEVA FRATTURATO UNA COSTOLA A UN ANZIANO
La sta facendo franca Marco Penzo, il 21enne "boss" di calle Rugoli, che mercoledì pomeriggio era stato arrestato in flagrante dalla polizia di Stato mentre si accaniva per l'ennesima volta contro l'osteria da Nino Fisolo in riva Vena sud e il suo titolare Diego Ardizzon. Questa mattina, al Tribunale di Venezia, il giudice per le istanze preliminari Gilberto Stigliano Messuti ha convalidato l'arresto da parte degli agenti per gli atti persecutori compiuti, che raffigurano il reato di stalking: salvo disporre la scarcerazione del giovane, ancora incensurato, comminandogli l'obbligo di tenersi distante dal locale. Penzo, tossicodipendente e alcoolizzato, si è mostrato agitato anche stamane nell'aula, e aveva già ricevuto analoga ammonizione da parte del Questore: le ulteriori pendenze penali saranno cumulate e diventeranno effettive alle prossime udienze.
L'aggravante alle minacce e alla continua riaffermazione della sua strapotenza era valsa al 21enne l'ingresso nel carcere veneziano di Santa Maria Maggiore. Nelle ultime ore si era appreso anche di un ulteriore episodio che continua la serie delle sopraffazioni messe in atto da questo individuo: settimane fa aveva picchiato addirittura un anziano pacifico, al quale aveva spezzato una costola, con necessità di lunghe terapie. Mercoledì, nel momento in cui gli agenti si sono presentati in zona, il 21enne era completamente ubriaco ed esagitato: già un anno fa la prima denuncia per stalking. «Ogni volta che passava di qua temevo bastonate o coltellate - racconta l'oste Diego Ardizzon a Chioggia Azzurra - mercoledì non era nemmeno in grado di capire cosa stava facendo. Questo individuo è fuori dalla normalità del mondo civile». Ardizzon è dovuto ricorrere comunque alle cure del Pronto Soccorso, che lo ha dimesso con una prognosi di tre giorni: «Però non posso chiudere».
Domenica scorsa Marco Penzo si era reso protagonista di un'altra bravata, insolentendo più negozianti e baristi già al mattino presto, fino a che uno di loro lo ha scaraventato nel canale. E martedì l'energumeno aveva scagliato una bottiglia di birra contro la finestra di un malcapitato che gli aveva lanciato la sigaretta richiesta: la bottiglia poi, rimbalzando nell'imposta, era ricaduta sopra il tetto di un'auto parcheggiata. Nonostante la situazione posta in essere da Penzo e dai suoi amici, "Nino Fisolo" non smette di investire nell'attività lungo uno degli angoli più belli della città, e lo scorso 2 giugno ha ottenuto anche la solidarietà del sindaco e di tutte le forze dell'ordine: «Qui c'è un potenziale immenso, oggi eravamo per la prima volta tranquilli. Dominava il canale, non le bottiglie vuote per terra. Ho solo paura che costui possa essere liberato».
L'aggravante alle minacce e alla continua riaffermazione della sua strapotenza era valsa al 21enne l'ingresso nel carcere veneziano di Santa Maria Maggiore. Nelle ultime ore si era appreso anche di un ulteriore episodio che continua la serie delle sopraffazioni messe in atto da questo individuo: settimane fa aveva picchiato addirittura un anziano pacifico, al quale aveva spezzato una costola, con necessità di lunghe terapie. Mercoledì, nel momento in cui gli agenti si sono presentati in zona, il 21enne era completamente ubriaco ed esagitato: già un anno fa la prima denuncia per stalking. «Ogni volta che passava di qua temevo bastonate o coltellate - racconta l'oste Diego Ardizzon a Chioggia Azzurra - mercoledì non era nemmeno in grado di capire cosa stava facendo. Questo individuo è fuori dalla normalità del mondo civile». Ardizzon è dovuto ricorrere comunque alle cure del Pronto Soccorso, che lo ha dimesso con una prognosi di tre giorni: «Però non posso chiudere».
Domenica scorsa Marco Penzo si era reso protagonista di un'altra bravata, insolentendo più negozianti e baristi già al mattino presto, fino a che uno di loro lo ha scaraventato nel canale. E martedì l'energumeno aveva scagliato una bottiglia di birra contro la finestra di un malcapitato che gli aveva lanciato la sigaretta richiesta: la bottiglia poi, rimbalzando nell'imposta, era ricaduta sopra il tetto di un'auto parcheggiata. Nonostante la situazione posta in essere da Penzo e dai suoi amici, "Nino Fisolo" non smette di investire nell'attività lungo uno degli angoli più belli della città, e lo scorso 2 giugno ha ottenuto anche la solidarietà del sindaco e di tutte le forze dell'ordine: «Qui c'è un potenziale immenso, oggi eravamo per la prima volta tranquilli. Dominava il canale, non le bottiglie vuote per terra. Ho solo paura che costui possa essere liberato».
FURTO ALL'IPERCOOP, IN DUE FUGGONO DALLE PORTE RETROSTANTI CON IL CARRELLO PIENO DI MERCE
Nuovo furto al supermercato Ipercoop di Brondolo, all'interno del parco commerciale Clodì. Nelle scorse ore due individui avevano riempito il carrello di merce, ma al momento di dover pagare anziché dirigersi alle casse hanno mosso verso le porte d'emergenza retrostanti, agendo sui maniglioni antipanico e così svignandosela. Attorno alle 14.30 di oggi la polizia scientifica ha compiuto gli opportuni rilievi di eventuali tracce o impronte, nella comprensibile agitazione del personale. Eventuali ulteriori aggiornamenti in seguito.
CONCESSO L'OBBLIGO DI DIMORA A SANDRO FURLAN, ERA STATO POSTO AGLI ARRESTI DOMICILIARI NELL'OPERAZIONE ANTIDROGA "TSUNAMI"
È stato sottoposto all'obbligo di dimora nel Comune di Chioggia Sandro Furlan, il 55enne che lo scorso 6 febbraio era stato recluso agli arresti domiciliari dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza nell'ambito dell'operazione antidroga Tsunami. L'intervento delle forze dell'ordine aveva consentito di stroncare un ingente traffico di cocaina e marijuana attraverso varie regioni d'Italia, la Spagna e la Slovenia.
A Furlan è addebitata la presunta cessione di 10 kg di "erba" ai due vertici dell'organizzazione, Marco di Bella e Raffaele d'Ambrosio. Il 55enne, figura storica nel movimento ultras cittadino, ora può uscire di casa ma non trasferirsi dalla città, in attesa del processo, ed è comunque tenuto alla firma negli uffici delle forze dell'ordine, quale verifica della conferma di attenuazione della misura cautelare precedente.
A Furlan è addebitata la presunta cessione di 10 kg di "erba" ai due vertici dell'organizzazione, Marco di Bella e Raffaele d'Ambrosio. Il 55enne, figura storica nel movimento ultras cittadino, ora può uscire di casa ma non trasferirsi dalla città, in attesa del processo, ed è comunque tenuto alla firma negli uffici delle forze dell'ordine, quale verifica della conferma di attenuazione della misura cautelare precedente.
RIPASCIMENTO DI ISOLAVERDE, I TITOLARI DELLA CAPANNINA SCRIVONO A ZAIA: «IMPRESA NON IDONEA PER L'EMERGENZA, IL COMUNE CI HA ABBANDONATO»
I titolari dello stabilimento La Capannina di Isolaverde hanno scritto una lettera al presidente della giunta regionale veneta, Luca Zaia, per spiegare i disagi del ritardo nel ripascimento iniziato due notti fa. «Svolgiamo questo mestiere da generazioni - scrivono i concessionari - ma siamo esasperati, perché oltre ai difficili protocolli da rispettare per quanto riguarda il Covid ci troviamo con un ripascimento che finirà dopo ferragosto. Con le strutture stravolte dalle mareggiate, non potremo piantare che metà degli ombrelloni».
La Capannina sostiene che l'impresa scelta per l'appalto «non è idonea per il lavoro d'emergenza. E non è colpa sua, ma di chi l'ha scelta. Sindaco e assessore ci hanno abbandonato, a Jesolo è già tutto pronto. E se anni fa erano bastati 200mila euro, ora si parla di 900mila...».
La Capannina sostiene che l'impresa scelta per l'appalto «non è idonea per il lavoro d'emergenza. E non è colpa sua, ma di chi l'ha scelta. Sindaco e assessore ci hanno abbandonato, a Jesolo è già tutto pronto. E se anni fa erano bastati 200mila euro, ora si parla di 900mila...».
MERCATO DEL "ZIOBA", CONFERMATO IL RIMBORSO SPESE AI VOLONTARI DELL'ASSOCIAZIONE PER I DIRITTI DEGLI ANZIANI
L'Associazione per i Diritti degli Anziani, sezione di Chioggia, conferma di aver ricevuto dagli ambulanti del mercato settimanale del giovedì effettuatosi ieri la cifra di 570 a titolo di rimborso per il servizio di vigilanza al "zioba". Le spese sono state sostenute per l'esercizio dell'attività da parte dei volontari, per la gestione e il coordinamento dei servizi, per l'amministrazione e le utenze.
Confermano anche gli esercenti, che rispondono ad alcune polemiche lette nei network: «Abbiamo raccolto tre euro per ciascuno dei 190 operatori coinvolti - racconta Tiziano Scarso - dal momento che il Comune non aveva a disposizione un numero sufficiente di volontari a garantire il rispetto delle distanze e il presidio dei varchi lungo tutto il corso del Popolo. Non c'erano per noi alternative a cercare il contributo dell'associazione, se non dover rinunciare ancora al mercato».
Confermano anche gli esercenti, che rispondono ad alcune polemiche lette nei network: «Abbiamo raccolto tre euro per ciascuno dei 190 operatori coinvolti - racconta Tiziano Scarso - dal momento che il Comune non aveva a disposizione un numero sufficiente di volontari a garantire il rispetto delle distanze e il presidio dei varchi lungo tutto il corso del Popolo. Non c'erano per noi alternative a cercare il contributo dell'associazione, se non dover rinunciare ancora al mercato».
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