I maltrattamenti di un 48enne marocchino verso la moglie, una signora di origine padovana, continuavano da anni nella casa di Chioggia dove stavano crescendo i figli, che avevano 5 e 17 anni nel 2014, all’epoca in cui la donna, dopo anni di eccessiva e immotivata sopportazione, ha denunciato il suo sposo. Ieri il caso è approdato al Tribunale di Venezia, dove il pubblico ministero Massimo Michelozzi ha chiesto per l’uomo la reclusione a 9 anni di carcere, oltre a 500mila euro a vantaggio della ex moglie, costituitasi parte civile.
Prima durante la convivenza, poi il matrimonio, i rapporti tra i due in vent’anni erano stati spesso tesi, tra violenze fisiche anche davanti ai bimbi, insulti, vessazioni, uso di cinture e oggetti atti a offendere, continue richieste di rapporti sessuali anche forzati a tutte le ore del giorno e della notte. Il caso esplose nel dicembre 2014, quando l’ennesima violenza si concluse con una lesione all’orbita, una distorsione cervicale e ai polsi, nonché contusioni alle ginocchia. Ciliegina sulla torta, il 48enne si è sempre rifiutato di versare gli alimenti all’ex partner e ai figli dopo la separazione. La sentenza è attesa il 6 marzo.
giovedì 31 gennaio 2019
lunedì 28 gennaio 2019
AUTO SI INFRANGE CONTRO IL RECINTO E BLOCCA VIA DEL BOSCHETTO: LA CONDUCENTE VIAGGIAVA SENZA LE CINTURE ALLACCIATE?
Ha avuto serie conseguenze sulla circolazione della domenica sera, l’incidente che ieri attorno alle 19 ha bloccato per circa 40 minuti via del Boschetto a Sottomarina, dove una signora alla guida di una Fiat 600 è uscita autonomamente di strada, andando a impattare contro la recinzione. Nell’urto la donna ha battuto la testa sul parabrezza, rompendo il vetro: da questo si evince che probabilmente stava viaggiando senza aver allacciato le cinture di sicurezza. La malcapitata è stata presa in cura dai sanitari, mentre la vettura non risulta sequestrata dalla polizia locale, che ha comunque diretto le operazioni di rimozione di modo da liberare la sede stradale alle ore 19.40: nel frattempo si erano verificati incolonnamenti e disagi, data anche la particolare ora e giorno della settimana.
sabato 26 gennaio 2019
MARIJUANA, I SOLDI DELLO SPACCIO E TRE BOMBE CARTA: 18ENNE DENUNCIATO DALLA POLIZIA LUNGO IL LUSENZO
Giovani, fumatori di erba e pure bombaroli. Gli agenti del Commissariato di Chioggia, supportati dal reparto prevenzione crimine di Padova, hanno denunciato martedì sera lungo la laguna del Lusenzo un 18enne che aveva con sé tre buste di marijuana da 8 grammi complessivi, centinaia di euro -presumibile ricavato di un’attività di spaccio- e ben tre bombe carta di fabbricazione artigianale, dello stesso tipo di quelle che hanno risuonato pesantemente alla mezzanotte precedente, sia a Ridotto Madonna che dentro un cassonetto della raccolta differenziata nei pressi della scuola Nicolò de’ Conti, quindi non distante dal Lusenzo stesso. Il ragazzo, appena maggiorenne, è stato naturalmente denunciato mentre la droga leggera e gli ordigni artigianali sono stati sequestrati. L’indomani, ovvero mercoledì 23 gennaio, sempre nella stessa zona è stato denunciato un 20enne, amico del giovane di cui sopra, in possesso di 4.5 grammi di marijuana che ha cercato di gettare in un cespuglio, visto però dai poliziotti che l’hanno recuperata imputandogliela.
venerdì 25 gennaio 2019
CARABINIERI NELLE SALE DA GIOCO DI CHIOGGIA E SOTTOMARINA, MULTE PER ORARI DILATATI E CLIENTI UBRIACHI
Lo scorso fine settimana i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Chioggia, durante i servizi di controllo del territorio svolti assieme al personale del 4° Battaglione Carabinieri “Veneto”, hanno effettuato ispezioni nelle sale da gioco di Chioggia e Sottomarina, al fine di vagliare il rispetto della specifica ordinanza comunale che regolamenta orari e somministrazioni. I militari hanno elevato 6 contravvenzioni nei confronti dei titolari di altrettanti esercizi pubblici, in quanto non venivano rispettati gli orari di spegnimento delle slot machine. Nell’occasione veniva inoltre comminata una sanzione per ubriachezza molesta nei confronti di un cittadino, ed è stata denunciata la barista sorpresa a servire una bevanda alcolica a una persona in stato di manifesta ubriachezza. In tutto sono state erogate sanzioni amministrative per un totale di 1100 euro.
CORRIERE DEPREDATO DI UNO SCATOLONE DI SIGARETTE MENTRE EFFETTUA LE CONSEGNE AI TABACCAI IN CORSO DEL POPOLO
Un insolito colpo è stato messo a segno martedì mattina in corso del Popolo a Chioggia. Attorno alle ore 9.15, il corriere che effettua le consegne di sigarette ai tabaccai stava rifornendo l’esercizio fra calle Padovani e calle San Cristoforo, e aveva parcheggiato il furgone nei pressi della filiale di banca Intesa San Paolo: in quei secondi nel capiente bagagliaio del veicolo si sono introdotti ignoti che hanno rubato uno scatolone di sigarette, per un valore di 10mila euro. Il ladro, o i ladri, si sono poi dileguati, e il furto è stato denunciato alla locale stazione dei Carabinieri che stanno indagando. C’è da considerare che il centro storico di Chioggia è comunque servito da telecamere di videosorveglianza; la zona dov’è avvenuto il furto è anche vicina al comando di Polizia Locale e al Commissariato di Pubblica Sicurezza.
RAPINA AL TIGOTÀ DEL CLODÌ, CONDANNATO A 4 ANNI E 4 MESI GAETANO STAZZONE
È stato condannato a 4 anni e 4 mesi di reclusione Gaetano Stazzone, l’autore della rapina compiuta il 5 ottobre 2017 al negozio Tigotà nel parco commerciale Clodì. In tale circostanza, l’uomo -un 57enne di origine siciliana- entrato con addosso un berretto di lana e occhiali scuri puntò la pistola contro due commesse e si fece consegnare 615 euro in contanti dalle casse, prima di scomparire nella Romea.
La condanna è arrivata ieri dal Tribunale di Venezia dopo rito abbreviato: il reo, che già si trovava ristretto nel carcere di Santa Maria Maggiore, infatti ha confessato la responsabilità non solo della rapina di Brondolo, ma anche un paio di precedenti avvenute nel settembre di un anno fa. Stazzone prima colpì a Marcon, dove ha sequestrato per mezz’ora una donna e sua figlia dentro la loro auto, costrette a consegnare denaro e telefoni oltre alla macchina stessa; poi a un altro Tigotà, questa volta di Mestre: correva il 18 settembre 2017 quando il ladro si fece consegnare l’intero incasso.
La condanna è arrivata ieri dal Tribunale di Venezia dopo rito abbreviato: il reo, che già si trovava ristretto nel carcere di Santa Maria Maggiore, infatti ha confessato la responsabilità non solo della rapina di Brondolo, ma anche un paio di precedenti avvenute nel settembre di un anno fa. Stazzone prima colpì a Marcon, dove ha sequestrato per mezz’ora una donna e sua figlia dentro la loro auto, costrette a consegnare denaro e telefoni oltre alla macchina stessa; poi a un altro Tigotà, questa volta di Mestre: correva il 18 settembre 2017 quando il ladro si fece consegnare l’intero incasso.
giovedì 24 gennaio 2019
AULE FREDDE E RISCALDAMENTO FUORI USO AL CFP DELL'ISOLA DELL'UNIONE, STUDENTI AUTORIZZATI A LASCIARE LA SCUOLA
Ancora una volta riscaldamento fuori uso, nelle aule del centro di formazione professionale alberghiero all’isola dell’Unione. E stavolta gli studenti, stanchi di attendere i tecnici della caldaia, sono andati a casa: già dalle prime ore del mattino i termosifoni erano molto freddi, l’impianto risultava bloccato e i docenti hanno cercato di tranquillizzare i ragazzi quanto all’arrivo della manutenzione. Inizialmente circa 15 allievi volevano comunque rimanere in classe, a fronte di una popolazione studentesca di 120 persone, quasi tutte minorenni, che per uscire avrebbero dovuto avvisare i genitori; poi il via libera alla chiusura della scuola. Il preside si è scusato per la situazione, anche se appunto non è la prima volta che si ripete.
LA VOLANTE DELLA POLIZIA SEQUESTRA 13 GRAMMI DI MARIJUANA A DUE GIOVANI, ENTRAMBI DENUNCIATI
Due denunce per possesso di marijuana sono scattate martedì sera e ieri pomeriggio nel territorio comunale di Chioggia. Gli agenti della polizia di Stato hanno dapprima pizzicato un 18enne con quasi 9 grammi della droga leggera, e diverse centinaia di euro nella propria disponibilità, poi la volante ha operato un nuovo sequestro di circa 4 grammi di erba, a carico di un 20enne chioggiotto che alla vista dei poliziotti aveva tentato di disfarsi della sostanza. Entrambi i giovani sono stati appunto denunciati.
martedì 22 gennaio 2019
VENDEVA ALCOOL AI MINORI, SENZA RISCONTRARE L'ETÀ DALLA TESSERA: SEQUESTRATO DISTRIBUTORE A SOTTOMARINA, DENUNCIATA LA TITOLARE
Il servizio polizia commerciale della Polizia Locale di Chioggia, nell'ambito delle attività di controllo in materia di somministrazione e vendita di alcolici, è intervenuto oggi in un esercizio commerciale di Sottomarina, dove era in funzione un distributore automatico di bevande, compresa la birra, che non consentiva -come previsto- la rilevazione dei dati anagrafici dell'utente mediante sistemi di lettura ottica dei
documenti. Questo permetteva alla titolare, una chioggiotta di 39 anni, di vendere bevande alcoliche a chiunque, compresi i minori di qualsiasi età. Il comportamento, oggetto di una segnalazione da parte di una mamma il cui figlio tredicenne aveva acquistato della birra proprio in quel
distributore, costituisce un reato previsto dal codice penale, punibile con l'arresto fino a un anno di reclusione. Il distributore automatico è stato immediatamente sottoposto a sequestro e la responsabile deferita alla Procura delle Repubblica di Venezia.
OFFESE SU FACEBOOK IL CAPO DELLO STATO, PREGIUDICATO CHIOGGIOTTO A PROCESSO PER VILIPENDIO
Offendere il presidente della Repubblica anche su facebook, quando si pensa magari di non essere visti da alcuno, può portare a processo per vilipendio. È accaduto stamane ad Alessandro Lombardo, 41enne vongolaro di Chioggia, che nel 2014 si lasciò andare ad alcune considerazioni relative all’allora Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, scavalcando i limiti imposti dall’articolo 278 del codice penale: quello che parla appunto di offese all’onore e al prestigio della massima autorità nazionale, punibili con la reclusione da uno a cinque anni.
Lombardo, assistito dall’avvocata veneziana Chiara Fenzo, è stato rinviato a giudizio nel 2017 dal giudice per le istanze preliminari; l’udienza appunto stamane, avanti il giudice monocratico Fabio Moretti. Alessandro Lombardo è già noto alle forze dell’ordine e alla giustizia per reati contro il patrimonio e smercio di stupefacenti: il 29 dicembre 2016 era stato arrestato in flagrante dagli agenti della Polizia di Stato per il possesso di 500 grammi di droga ai fini di spaccio, oltre a bilancini e strumenti per confezionare le dosi.
Lombardo, assistito dall’avvocata veneziana Chiara Fenzo, è stato rinviato a giudizio nel 2017 dal giudice per le istanze preliminari; l’udienza appunto stamane, avanti il giudice monocratico Fabio Moretti. Alessandro Lombardo è già noto alle forze dell’ordine e alla giustizia per reati contro il patrimonio e smercio di stupefacenti: il 29 dicembre 2016 era stato arrestato in flagrante dagli agenti della Polizia di Stato per il possesso di 500 grammi di droga ai fini di spaccio, oltre a bilancini e strumenti per confezionare le dosi.
UN POTENTE BOTTO DI MEZZANOTTE FA ESPLODERE CASSONETTO VICINO ALLA SCUOLA NICOLÒ DE' CONTI A SOTTOMARINA
Grosso spavento a mezzanotte in strada Madonna Marina, nei pressi della scuola Nicolò de' Conti, dove ignoti hanno fatto saltare interamente per aria un contenitore per la raccolta differenziata, probabilmente adibito al ricovero della carta riciclabile. Questa volta, a differenza di fatti analoghi accaduti nei mesi scorsi, non si è trattato di un incendio bensì di un botto collegabile all’esplosione di potenti petardi, udito anche a grande distanza. Poco prima, dei giovani erano stati visti lanciare miccette da scoppio nella zona di Ridotto Madonna.
Veritas ha già provveduto a sostituire il cassone, nell’impossibilità di riparare quello danneggiato: il rischio corso stanotte va esteso all’incolumità di eventuali passanti, che avrebbero potuto essere colpiti dai brandelli della plastica, e per le automobili parcheggiate nelle vicinanze, alimentate a benzina e gas infiammabili.
Veritas ha già provveduto a sostituire il cassone, nell’impossibilità di riparare quello danneggiato: il rischio corso stanotte va esteso all’incolumità di eventuali passanti, che avrebbero potuto essere colpiti dai brandelli della plastica, e per le automobili parcheggiate nelle vicinanze, alimentate a benzina e gas infiammabili.
domenica 20 gennaio 2019
ANCORA AGGRESSIONI DI NOTTE AL PRONTO SOCCORSO: PAZIENTE SI SCAGLIA CONTRO UN’INFERMIERA A CALCI E SCHIAFFI, POI SCAPPA
Ennesima aggressione, la scorsa notte, ai danni del personale sanitario di un pronto soccorso. A farne le spese, all'ospedale di Chioggia, è stata un'infermiera contro la quale si è scagliata una 24enne di origine rumena, a calci e schiaffi. La giovane, una paziente che reclamava di essere seguita dall'infermiera in questione, è stata bloccata dai colleghi della donna aggredita che hanno evitato il peggio, ma è riuscita a scappare scardinando le porte scorrevoli del pronto soccorso. È stato comunque richiesto l'intervento della polizia di Stato. Non è la prima volta che il personale medico attivo nel turno di notte subisce attacchi verbali e fisici, anche se finalmente di recente fioccano le denunce e le azioni legali e sindacali: chi lavora nella sanità pretende giustamente il rispetto che giorno e notte viene offerto a chi si rivolge al servizio di pronto soccorso.
sabato 19 gennaio 2019
INCIDENTE IERI LUNGO L'ARZERON, ANCORA DUBBI RELATIVI ALLA DINAMICA DEI FATTI
In riferimento allo spaventoso incidente stradale che ieri mattina è costato la vita al povero Alessandro Fanton, lungo l’Arzeron fra Ca’ Bianca e la Romea, le ricostruzioni della dinamica riportate dagli altri media (fondate sui rilievi della Polizia Locale) parlano di un sorpasso della Kia Carens guidata da Fanton nei confronti di una Ford Focus, entrambe in direzione Chioggia. Le immagini dall’alto comunque consentono di vedere che il furgoncino Peugot Partner guidato da una 39enne chioggiotta -la quale marciava in direzione Ca’ Bianca- dopo l’urto si è venuto a trovare per intero nella corsia opposta, cosa che difficilmente sarebbe accaduta se il sorpasso avesse colto la Kia lungo la linea di mezzeria, non avvedendosi del sopraggiungere del furgoncino. Va anche detto che sull’Arzeron è arduo sorpassare, e non solo per l’obbligo dato dalla linea continua a terra, quanto per la ristrettezza delle carreggiate. Inoltre nell’Arzeron vige il limite di 50 km/h, e se vengono superati con l’asfalto umido non è improbabile perdere parzialmente il controllo del mezzo che si guida: provenendo dal cavalcavia, come il Partner, esiste comunque un tratto che autorizza il sorpasso. Si tratta di una ricostruzione da prendere comunque con estrema cautela, senza voler smentire quella ufficiale o ufficiosa della polizia locale che avrà sicuramente interrogato le altre parti coinvolte.
giovedì 17 gennaio 2019
LUSENZO DA ANNI INQUINATO DAL POLISTIROLO DEL MERCATO ITTICO, QUANDO LA SOLUZIONE?
Negli scorsi giorni l’acqua del Lusenzo era tanto trasparente che in molti si sono fermati lungo le rive per osservare il possibile passaggio di qualche pesce, preda di gabbiani e svassi. Oggi invece, complice il giro delle acque, la sponda sud della laguna interna -nei pressi degli istituti scolastici a Borgo San Giovanni- si presenta invasa dai residui del polistirolo che compone i contenitori adibiti all’allocazione del pesce al mercato ittico all’ingrosso: cadono nei canali, portati dal vento o dal maltempo arrivano ai margini della laguna e si disperdono fino a incontrarne la fine, dal muro della passeggiata fino alla cavana e al ponte Baden Powell. Non è stata ancora trovata una soluzione alternativa per lo stoccaggio del pesce, che non sia appunto il polistirolo: un materiale che si deteriora nell’ambiente solo dopo decine o centinaia di anni. Pochi mesi fa il Comune di Chioggia ha approvato un ordine del giorno che dichiara la città “plastic free” dai cotton fioc e da altri scarti gettati nel mare: in ottemperanza di questo, la palla passa ora a SST che gestisce il mercato ittico ed è invitata da molti cittadini a trovare una soluzione. Perché prima di pulire, è meglio non sporcare.
LICEALE AGGREDISCE A PUGNI UN ALTRO STUDENTE FUORI DALLA SCUOLA: SOCCORSO DA INSEGNANTI E 118, NOVE PUNTI DI SUTURA
Pestato a pugni, fino alle escoriazioni sul volto, e un taglio suturato con 9 punti. È successo sabato scorso, poco dopo le 13, a uno studente di 17 anni che frequenta la quarta classe al Liceo Veronese di Borgo San Giovanni: appena terminate le lezioni, un coetaneo lo ha aggredito all’angolo fuori la scuola, luogo di ritrovo degli allievi, e ha continuato a trascinarlo e colpirlo -secondo alcune fonti, in attesa di conferma- fin quasi alla vicina pista rosa. L’aggressore è uno studente di 3^ liceo, anche se a indirizzo differente della sua vittima: all’origine dell’azione starebbe la richiesta di quest’ultimo di non ricevere più insulti da parte di chi poi lo ha malmenato. Pare che nessuna vendetta per altri fatti pregressi possa aver provocato una tale reazione. A soccorrere il ragazzo sono intervenute subito le insegnanti che stavano uscendo, e i collaboratori scolastici con il ghiaccio per tamponare il sangue al volto: i genitori del giovane hanno ringraziato l’istituto per il tempestivo intervento dei suoi dipendenti. Altri allievi, tra cui i rappresentanti d’istituto, hanno contattato i sanitari del 118 che hanno assicurato il ferito alle cure del pronto soccorso; di qui l’atto dovuto della notificazione ai carabinieri, i quali sono giunti in sopralluogo circa 15 minuti dopo i fatti. Naturale attendersi per tempo un atto di tutela (la denuncia) da parte dei genitori dell’aggredito, ancora minorenne.
Quanto ai provvedimenti disciplinari decisi dall’istituto, il dirigente scolastico Luigi Zennaro conferma che presto verrà convocato un consiglio di classe ad hoc: ma oltre alle possibili sanzioni -non ultima la probabile sospensione del reo- ciò che preme ai docenti del Liceo Veronese è la questione educativa. «Ciò che è accaduto desta in me e nei miei collaboratori preoccupazione e sorpresa», continua il professor Zennaro. «Sappiamo non direttamente che, se gli 800 allievi dell’istituto si comportano bene dentro i plessi scolastici, per alcuni altrettanto non succede fuori, dove la situazione non ha controllo». Non è comunque la prima volta, negli ultimi anni, che fuori dal Liceo Veronese e di altri istituti scolastici cittadini, ai margini dell’orario di lezione, sono accaduti episodi spiacevoli, quando non gravi e violenti. E c’è da pensare che, qualora fossero stati portati alla conoscenza dell’opinione pubblica, questa avrebbe forse saputo maturare gli anticorpi affinché non si ripetessero oltre, fino allo scorso sabato.
Quanto ai provvedimenti disciplinari decisi dall’istituto, il dirigente scolastico Luigi Zennaro conferma che presto verrà convocato un consiglio di classe ad hoc: ma oltre alle possibili sanzioni -non ultima la probabile sospensione del reo- ciò che preme ai docenti del Liceo Veronese è la questione educativa. «Ciò che è accaduto desta in me e nei miei collaboratori preoccupazione e sorpresa», continua il professor Zennaro. «Sappiamo non direttamente che, se gli 800 allievi dell’istituto si comportano bene dentro i plessi scolastici, per alcuni altrettanto non succede fuori, dove la situazione non ha controllo». Non è comunque la prima volta, negli ultimi anni, che fuori dal Liceo Veronese e di altri istituti scolastici cittadini, ai margini dell’orario di lezione, sono accaduti episodi spiacevoli, quando non gravi e violenti. E c’è da pensare che, qualora fossero stati portati alla conoscenza dell’opinione pubblica, questa avrebbe forse saputo maturare gli anticorpi affinché non si ripetessero oltre, fino allo scorso sabato.
DEPOSITO DI DROGHE LEGGERE IN CALLE FABRIS, ARRESTI DOMICILIARI PER VOLTOLINA. CONTINUANO LE INDAGINI PER INCASTRARE IL SUO GIRO
Arresti domiciliari per Ambleto Voltolina, il 70enne pizzicato a domicilio domenica scorsa con 10 kg fra marijuana e hashish. Ieri al Tribunale di Venezia l’udienza di convalida dell’arresto da parte della gip Materia, che anche in considerazione dell’età dell’uomo e del suo essere finora incensurato ha optato per la misura alternativa al carcere, in attesa del processo: la gip ha fatto prevalere la richiesta dell’avvocato Mauro Serpico anziché quella del pubblico ministero, mirata alla permanenza nel carcere di Santa Maria Maggiore. Voltolina -che ha ricevuto indietro la propria agenda ma non i mille euro ancora sequestrati- sconterà gli arresti nella sua residenza di calle Fabris, dove gli agenti della polizia di Stato avevano messo le mani sulla droga, a seguito di segnalazione dei vicini di casa insospettiti dal fragrante odore emanato dalle resine. Continuano intanto le indagini per appurare se l’abitazione di Voltolina fosse il deposito per un’attività di spaccio altrui, e non si escludono sviluppi nelle prossime ore.
mercoledì 16 gennaio 2019
SI IMPOSSESSA DI UNA FUNE DA ORMEGGIO E NON LA RESTITUISCE DOPO UNA SETTIMANA: ANCORA UN FURTO LUNGO IL CANALE PEROTOLO
Le cattive abitudini sono dure a morire, specie lungo il canale del Perotolo, dove spesso e volentieri accadono furti di modesta o grande entità. Appartiene senza dubbio alla prima specie quello che ha visto protagonista una donna di mezza età, che il 10 gennaio scorso si era impossessata di un pezzo di corda da ormeggio, agganciata a una brìcola di sostegno, allo scopo di assicurare alcuni oggetti al portapacchi del proprio scooter, forse per risolvere un’emergenza dell’ultim’ora.
Dopo sei giorni, la corda non è tornata al suo posto: quindi ciò che avrebbe potuto essere considerata una sorta di “prestito” si è trasformata in furto, dal momento che l’attrezzo è necessario all’ormeggio di un natante. Per cui il proprietario del mezzo ha deciso di sporgere denuncia contro l’ignota approfittatrice, stigmatizzandone il comportamento.
Dopo sei giorni, la corda non è tornata al suo posto: quindi ciò che avrebbe potuto essere considerata una sorta di “prestito” si è trasformata in furto, dal momento che l’attrezzo è necessario all’ormeggio di un natante. Per cui il proprietario del mezzo ha deciso di sporgere denuncia contro l’ignota approfittatrice, stigmatizzandone il comportamento.
OSSARI AL BUIO AL CIMITERO DI CHIOGGIA, SONO QUELLI ALIMENTATI DAI PANNELLI FOTOVOLTAICI
Da almeno un anno tre file di ossari al cimitero di Chioggia, in corrispondenza dell’entrata più vicina provenendo da Borgo San Giovanni, col calare delle tenebre rimangono al buio, anche se i parenti dei defunti in questione hanno correttamente pagato il servizio di illuminazione. Si tratta di loculi la cui lux perpetua viene alimentata da pannelli fotovoltaici, che durante il giorno accumulano l’energia solare per sprigionarla la sera e la notte: ma sta di fatto che non funzionano, così che il principio “più buio fa, più luce si vede” non vale per questi spazi, che a differenza degli altri d’intorno restano all’oscuro, per il dispiacere di chi vi ha sepolto una persona cara. La questione è a conoscenza della società partecipata SST, che gestisce anche i cimiteri comunali, e che attende di reperire le risorse utili a sistemare il problema insorto da tempo.
FALSE AUTOCERTIFICAZIONI PER ESSERE ESENTI DAL TICKET, A CHIOGGIA LA ULSS 3 STA INVIANDO 723 LETTERE DI CONTESTAZIONE PER L'ANNO 2014
Anche quest’anno, l’ULSS 3 Serenissima sta verificando le autocertificazioni prodotte dai pazienti per giustificare l’esenzione dai ticket negli anni scorsi, allo scopo di reprimere dichiarazioni false e con esse l’evasione dal dovuto, oltre che dalla quota fissa di 10 euro sulla ricetta. I dati vengono incrociati con quelli delle banche fiscali e dei centri per l’impiego; i controlli non riguardano i soggetti esenti per patologia. La ULSS esegue poi una ulteriore verifica per accertare se i soggetti in questione hanno usufruito di prestazioni a carico del SSN. Nel 2014 sono state individuate a Chioggia 106 certificazioni improprie del tipo 7R2, 487 del tipo 7R3 e 130 del tipo 7RQ, in totale 723 persone alle quali sono state inviate nei giorni scorsi le note di contestazione, molto chiare e precise, che assieme alla spiegazione dell’iter da compiere contengono l’invito al pagamento del ticket evaso e della sanzione, pari a tre volte la somma, con riduzioni di un terzo se il pagamento avviene entro due mesi. Il cittadino ha la possibilità di produrre documenti a sostegno della propria dichiarazione, oppure di attestare l’errore commesso mediante ravvedimento operoso, fino all’inizio dell’iter di accertamento. In caso di morosità continuata, subentra il recupero forzoso del credito. Le categorie esenti dal pagamento del ticket per la diagnostica, gli esami strumentali e di laboratorio riguardano i bambini sotto i 6 anni e le persone ultra 65enni, inserite in nuclei familiari aventi reddito complessivo lordo non superiore a 36mila euro. Inoltre ai disoccupati e ai loro familiari a carico, se il reddito complessivo lordo non supera 8200 euro (o 11300 in presenza di un coniuge). Anche i titolari di pensione sociale e di pensione al minimo godono della stessa esenzione. Il procedimento di verifica operato dalla ULSS viene compiuto periodicamente: quest’anno, appunto, l’Unità Sanitaria sta controllando le autocertificazioni prodotte nell’anno 2014.
martedì 15 gennaio 2019
LA POLIZIA ARRESTA ANZIANO INCENSURATO CON 10 KG DI FUMO IN CASA: MA È UNA "TESTA DI LEGNO", QUALCUNO STA TREMANDO
Lo hanno preso domenica a casa sua, in calle Fabris a Chioggia, dove deteneva 10 kg di droghe leggere, tra marijuana e hashish. Non ha opposto resistenza Ambleto Voltolina, 71enne ex lavoratore portuale in pensione, quando alla porta si sono presentati gli agenti del Commissariato di Chioggia: erano stati i vicini di casa a percepire nella calle un forte odore di erba, inconfondibile, provenire dall'abitazione di Voltolina.
L'uomo, incensurato, non ha rivelato ai poliziotti la provenienza delle sostanze: non si aspettavano certo di rinvenirla in così grandi quantità, già confezionata e in capo a una persona non più giovane che non aveva avuto problemi con la legge. L'ipotesi sulla quale lavorano gli inquirenti è che Voltolina sia stato "solo" il depositario di una committenza altrui, che l'appartamento sia stato usato come rifugio sicuro dove nessuno sarebbe mai andato a guardare. Non sono quindi da escludere importanti sviluppi a breve termine.
Se l'ipotesi verrà confermata, a questo punto tremano i reali spacciatori e corrieri, nel caso l'anziano rivelasse preziosi dettagli alla giudice per le istanze preliminari Maria Luisa Materia che lo interrogherà domani a Venezia, dove Ambleto Voltolina è detenuto nel carcere di Santa Maria Maggiore. Ancora una volta, quindi, le calli che si affacciano nella parte meridionale di riva Vena salgono alle cronache quali luoghi di stoccaggio e di smercio di stupefacenti, apparentemente senza limiti se riesce a servirsi anche della copertura di persone insospettabili.
L'uomo, incensurato, non ha rivelato ai poliziotti la provenienza delle sostanze: non si aspettavano certo di rinvenirla in così grandi quantità, già confezionata e in capo a una persona non più giovane che non aveva avuto problemi con la legge. L'ipotesi sulla quale lavorano gli inquirenti è che Voltolina sia stato "solo" il depositario di una committenza altrui, che l'appartamento sia stato usato come rifugio sicuro dove nessuno sarebbe mai andato a guardare. Non sono quindi da escludere importanti sviluppi a breve termine.
Se l'ipotesi verrà confermata, a questo punto tremano i reali spacciatori e corrieri, nel caso l'anziano rivelasse preziosi dettagli alla giudice per le istanze preliminari Maria Luisa Materia che lo interrogherà domani a Venezia, dove Ambleto Voltolina è detenuto nel carcere di Santa Maria Maggiore. Ancora una volta, quindi, le calli che si affacciano nella parte meridionale di riva Vena salgono alle cronache quali luoghi di stoccaggio e di smercio di stupefacenti, apparentemente senza limiti se riesce a servirsi anche della copertura di persone insospettabili.
LATO SUD DI CORSO DEL POPOLO, RIFATTO IL SELCIATO MA SENZA STRISCE PEDONALI: DIFFICOLTÀ PER CHI ATTRAVERSA LA STRADA
Negli scorsi mesi è stata rinnovata la pavimentazione del lato sud di corso del Popolo, usurata nel tempo dal passaggio delle automobili e da quello (che non sarebbe consentito) di mezzi pesanti diretti al mercato ittico all'ingrosso. Tuttavia, nella zona del campiello compreso fra la chiesa di San Francesco, calle Muneghette e l'inizio dei portici, all'atto di riposizionare i grandi blocchi di granito non è stata effettuata la tintura in bianco delle strisce pedonali preesistenti, con l'effetto che le auto non lasciano passare i pedoni diretti all'altro lato della strada, anche se in quel tratto è previsto l'attraversamento.
lunedì 14 gennaio 2019
ALCUNI EPISODI DI PEDICULOSI NELLE SCUOLE, MA AL COMUNE DI CHIOGGIA E AI DIRETTORI PER ORA NON RISULTA
Non è una situazione di allarme rosso, ma nel territorio comunale di Chioggia il pericolo di infestazione pidocchi esiste, dopo la comparsa nei giorni scorsi di pochi casi in alcuni istituti scolastici. Una situazione che è stata affrontata con molta praticità dai genitori di bambini e ragazzi delle classi interessate dallo spiacevole inconveniente: chi sollecitando i propri figli -in particolare le bambine- a tenere i capelli raccolti, chi ricorrendo a prodotti specifici di farmacia per la prevenzione. La pediculosi è un problema che non riguarda solo il Comune di Chioggia ma tutta Italia: pare che oltre un milione di bambini debbano fare i conti con questo tipo di attacchi, che oltre a comportare un costo per la disinfestazione a volte gettano dubbi sulle condizioni igieniche di scuole e famiglie. Al momento presente, alla dirigente comunale Daniela Ballarin non è stato segnalato alcun caso, né riguardante asili nido né altri plessi. Esiste tuttavia un obbligo di segnalazione quando si tratta di numerosi episodi e ci sia un rischio epidemico: allo stato attuale, dunque, nessun dirigente degli istituti comprensivi del Comune di Chioggia ha inviato segnalazioni in merito.
sabato 12 gennaio 2019
RISSA IN LUNGOMARE E CHIUSURA DEL DISCANTO: SIAMO TUTTI VITTIME DEI SOLITI, E BEN NOTI, VIOLENTI MANESCHI
La sanguinosa rissa a coltelli, punteruoli e bottigliate avvenuta lo scorso sabato notte sul lungomare di Sottomarina fra due bande di ragazzi interroga le coscienze a trovare soluzione alla mancanza di senso giovanile, anche quando è dettata da incoscienza o esalta l’uso gratuito e allenato della forza.
Non consta qui distribuire torti e ragioni: ci sta già pensando la magistratura. E tra farsi giustizia da soli e cedere al patteggiamento e alla facoltà di non rispondere, c’è sempre una strada migliore: l’affermazione giudiziale della verità dei fatti e delle conseguenze.
Preme invece valutare lo sprofondo in cui versa certa gioventù cittadina, tra violenza, branco, estremismo, esaltazione, dipendenze, possesso di armi da taglio, orari dilatati: la notizia è stata un altro colpo all’immagine esterna -e non solo- della città.
Ciò dovrebbe riguardare tutti, non solo chi subisce effetti alla propria economia: chi sono, questi figli che ne aggregano altri più giovani, che non si fanno scrupoli a colpire durante le feste (sotto copertura) innocui adulti stimati, che sommano denunce a deferimenti sportivi a frequentazioni discutibili se non pericolose? Quanto non li conosciamo, cosa facciamo per prevenire che si comportino così?
Intanto ci va di mezzo un locale che da quasi vent'anni lavora seriamente, cerca di scegliere i propri clienti, offre alla città occasioni di musica, di spettacolo, di incontro e di intelligenza. Chioggia Azzurra è solidale con Lorenzo e Letizia, con chi lavora al Discanto e al ristorante Park, nella speranza che sia l'ultima volta in cui è costretta a darne notizia in questi termini.
Non consta qui distribuire torti e ragioni: ci sta già pensando la magistratura. E tra farsi giustizia da soli e cedere al patteggiamento e alla facoltà di non rispondere, c’è sempre una strada migliore: l’affermazione giudiziale della verità dei fatti e delle conseguenze.
Preme invece valutare lo sprofondo in cui versa certa gioventù cittadina, tra violenza, branco, estremismo, esaltazione, dipendenze, possesso di armi da taglio, orari dilatati: la notizia è stata un altro colpo all’immagine esterna -e non solo- della città.
Ciò dovrebbe riguardare tutti, non solo chi subisce effetti alla propria economia: chi sono, questi figli che ne aggregano altri più giovani, che non si fanno scrupoli a colpire durante le feste (sotto copertura) innocui adulti stimati, che sommano denunce a deferimenti sportivi a frequentazioni discutibili se non pericolose? Quanto non li conosciamo, cosa facciamo per prevenire che si comportino così?
Intanto ci va di mezzo un locale che da quasi vent'anni lavora seriamente, cerca di scegliere i propri clienti, offre alla città occasioni di musica, di spettacolo, di incontro e di intelligenza. Chioggia Azzurra è solidale con Lorenzo e Letizia, con chi lavora al Discanto e al ristorante Park, nella speranza che sia l'ultima volta in cui è costretta a darne notizia in questi termini.
venerdì 11 gennaio 2019
SOSPESA PER UNA SETTIMANA IN VIA CAUTELARE LA LICENZA AL DISCANTO E AL RISTORANTE PARK, DOPO LA RISSA LÀ INIZIATA LO SCORSO SABATO NOTTE
Si sono presentati verso sera, quando già il gruppo musicale arrivato da Padova stava montando gli strumenti per suonare. I carabinieri hanno eseguito l’ordine del Questore di Venezia che ha disposto la chiusura per una settimana del Discanto pub, il locale sul lungomare di Sottomarina involontario scenario dell’inizio della rissa a coltelli e bottiglie che lo scorso sabato notte ha mandato all’ospedale una decina di giovani e ne ha fatti processare cinque per direttissima. Sulla base dell’articolo 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, il questore Vito Gagliardi ha sospeso la licenza di pubblico esercizio pur senza riscontrare la responsabilità del titolare nei fatti di cui sopra: il provvedimento infatti non ha carattere punitivo o repressivo, bensì cautelare e preventivo.
Si teme infatti che la situazione degenerata meno di una settimana fa configuri una fonte di pericolo concreta per l’incolumità pubblica, nel caso eventuale si ripresentassero in zona i “reduci” della battaglia campale per una improbabile resa dei conti. La chiusura ha colpito anche l’adiacente ristorante Park, appartenente alla medesima società che gestisce il Discanto: domani a pranzo, come ogni giorno, avrebbe dovuto accomodarsi anche una squadra di operai convenzionati, e alcuni adolescenti avevano prenotato una cena di compleanno. Discanto e Park riapriranno venerdì prossimo, 18 gennaio. Sconfortato il commento del direttore artistico, Lorenzo Soncin: «In coscienza abbiamo fatto tutto il possibile per evitare la rissa, avendo contattato i carabinieri per due volte non appena ce n’erano le avvisaglie. Tanto che poi è proseguita fuori, sul marciapiede.
Ci riteniamo vittime di quello che è successo, mi auguro e spero in una giustizia rapida ed efficace». Soncin e il Discanto, malgrado tutto, non sono animati da spirito polemico nei confronti del provvedimento, avendo anche manifestato collaborazione alle forze dell’ordine, oltre a cercare di scremare settimanalmente la clientela offrendo spettacoli, incontri, gastronomia e bevande di livello differente: come in un evento sportivo disputato a porte chiuse, chi ci rimette è sempre il pubblico buono e corretto, quello che per fortuna a Chioggia e a Sottomarina è ancora la maggioranza.
Si teme infatti che la situazione degenerata meno di una settimana fa configuri una fonte di pericolo concreta per l’incolumità pubblica, nel caso eventuale si ripresentassero in zona i “reduci” della battaglia campale per una improbabile resa dei conti. La chiusura ha colpito anche l’adiacente ristorante Park, appartenente alla medesima società che gestisce il Discanto: domani a pranzo, come ogni giorno, avrebbe dovuto accomodarsi anche una squadra di operai convenzionati, e alcuni adolescenti avevano prenotato una cena di compleanno. Discanto e Park riapriranno venerdì prossimo, 18 gennaio. Sconfortato il commento del direttore artistico, Lorenzo Soncin: «In coscienza abbiamo fatto tutto il possibile per evitare la rissa, avendo contattato i carabinieri per due volte non appena ce n’erano le avvisaglie. Tanto che poi è proseguita fuori, sul marciapiede.
Ci riteniamo vittime di quello che è successo, mi auguro e spero in una giustizia rapida ed efficace». Soncin e il Discanto, malgrado tutto, non sono animati da spirito polemico nei confronti del provvedimento, avendo anche manifestato collaborazione alle forze dell’ordine, oltre a cercare di scremare settimanalmente la clientela offrendo spettacoli, incontri, gastronomia e bevande di livello differente: come in un evento sportivo disputato a porte chiuse, chi ci rimette è sempre il pubblico buono e corretto, quello che per fortuna a Chioggia e a Sottomarina è ancora la maggioranza.
mercoledì 9 gennaio 2019
THETIS ACQUACOLTURA ERIGE VASCHE, SERRE E POZZETTI LUNGO IL CANALE FOSSETTA: MA C'È UN ABUSO EDILIZIO
Lo scorso 13 dicembre la polizia locale di Chioggia ha rilevato un abuso edilizio in capo alla società agricola Thetis Acquicoltura, che si occupa della semina e della coltivazione di prodotti ittici, in special modo bivalvi. L’anomalia è stata riscontrata in ordine ad un terreno ubicato lungo la strada 309 Romea, in località Brondolo, dove l’impresa diretta da Gian Luigi Lago ha elevato due serre da 30 metri x 8.50, una vasca sul lato est di fronte al canale Fossetta per filtrare l’acqua piovana, una più piccola per la fitodepurazione dell’acqua, oltre a sette pozzetti e alla bonifica del fondo di 120 mq con apporto di terra e calcinacci provenienti da demolizioni edilizie.
Ora la palla passa al settore urbanistico per i provvedimenti del caso: trattandosi di un’area soggetta a qualche vincolo, bisognerà accertare preliminarmente se del progetto effettivo sia stata eseguita la corretta procedura di comunicazione alla commissione di Salvaguardia.
Ora la palla passa al settore urbanistico per i provvedimenti del caso: trattandosi di un’area soggetta a qualche vincolo, bisognerà accertare preliminarmente se del progetto effettivo sia stata eseguita la corretta procedura di comunicazione alla commissione di Salvaguardia.
I CARABINIERI SEQUESTRANO CIBI SCADUTI E SENZA ETICHETTE ALLE MENSE SCOLASTICHE DI CHIOGGIA: 11500 EURO DI MULTA ALL'AZIENDA DI CATERING
Prodotti scaduti nelle mense scolastiche di Chioggia. Li ha scoperti lunedì la motovedetta della locale Compagnia Carabinieri, assieme al dipartimento di Prevenzione dell’ULSS 3 Serenissima, dopo un controllo al centro di cottura dell’impresa Gemeaz, che si occupa della refezione: nei frigoriferi erano conservate 14 confezioni di cosce di pollo, 12 di hamburger, 5 di pizza e 17 vasetti di yogurt con data di scadenza già avvenuta, oltre a 4 rotoli di arrosto precotto e una confezione di carne rossa cruda da 5 kg, sprovvisti di etichette e documenti relativi alla provenienza, sfuggendo così alla tracciabilità di filiera.
All’azienda è stata comminata una sanzione amministrativa di 10mila euro per gli alimenti scaduti e di 1500 per quelli senza etichette. Il cibo, di peso complessivo 60 kg e controvalore per 700 euro, è stato sequestrato e poi smaltito a norma di legge. Sconcerto da parte dell’amministrazione comunale: il sindaco rileva «un fatto gravissimo, non giustificabile nemmeno se gli alimenti fossero stati accantonati per lo smaltimento». L’assessora alla pubblica istruzione Isabella Penzo conferma che il Comune si è subito attivato per chiedere formalmente alla società informazioni dettagliate dell’accaduto, e prendere i necessari provvedimenti.
All’azienda è stata comminata una sanzione amministrativa di 10mila euro per gli alimenti scaduti e di 1500 per quelli senza etichette. Il cibo, di peso complessivo 60 kg e controvalore per 700 euro, è stato sequestrato e poi smaltito a norma di legge. Sconcerto da parte dell’amministrazione comunale: il sindaco rileva «un fatto gravissimo, non giustificabile nemmeno se gli alimenti fossero stati accantonati per lo smaltimento». L’assessora alla pubblica istruzione Isabella Penzo conferma che il Comune si è subito attivato per chiedere formalmente alla società informazioni dettagliate dell’accaduto, e prendere i necessari provvedimenti.
martedì 8 gennaio 2019
RISSA IN LUNGOMARE, IL 6 FEBBRAIO IL PROCESSO AI DUE FRATELLI ITALO-TUNISINI. UN COLTELLO CONSEGNATO DAI CHIOGGIOTTI AI CARABINIERI
Achraf Cheikh Zouali
Si svolgerà il 6 febbraio al Tribunale di Venezia il processo per rissa che vede imputati i due fratelli italo-tunisini Achraf e Helmi Cheikh Zouali, rispettivamente di 28 e 31 anni, coprotagonisti nella notte fra sabato e domenica del violento alterco sul lungomare di Sottomarina a colpi di bottiglie, coltelli e punteruoli. La giudice monocratica Sonia Bello ha stralciato la loro posizione da quella degli altri tre arrestati in flagranza (i chioggiotti Silvano Penzo, Marco Marangon e Simone Minou), i quali hanno chiesto e ottenuto il patteggiamento con condanna a 6 mesi e pena sospesa. Anche per i due fratelli è stato convalidato il fermo operato dai carabinieri di Chioggia, ma senza alcuna misura cautelare di qui alla data dell’udienza. Assistiti dall’avvocato Massimo Aprile, Achraf e Helmi hanno scelto di proseguire nella causa perché si proclamano vittime di un’aggressione: secondo la versione riportata, il primo avrebbe difeso un terzo conoscente durante un litigio a male parole scoppiato dentro un locale sul lungomare tra due persone che da tempo si detestavano, e che sono state denunciate assieme ad altre tre, fra cui una ragazza e un minorenne. Erano circa le 2.30 della notte quando la rissa è proseguita fuori in strada, e ad avere la peggio in quel frangente era stato Achraf Zouali: il quale ha chiamato in suo soccorso il fratello Helmi, anziché rivolgersi magari alle forze dell’ordine.
Il pestaggio (6 contro 3) è continuato a fasi alterne fino all’arrivo dei carabinieri, quando alcuni elementi si sono dati alla fuga: i militari hanno rinvenuto in loco cinque giovani e li hanno posti agli arresti domiciliari. In tale occasione, è certo che Penzo e Marangon hanno consegnato da terra agli uomini in divisa un coltello sporco di sangue, sul quale verranno operati i necessari rilievi digitali e riguardo il dna. Durante la direttissima di ieri, mentre i tre chioggiotti hanno accettato il patteggiamento avvalendosi della facoltà di non rispondere, e quindi non spiegando alla giudice l’origine delle ferite che loro stessi portavano visibilmente addosso, i due italo-tunisini hanno raccontato la propria verità. Ora sarà sempre la giudice Bello a valutare se sono credibili o meno. Intanto il pronto soccorso ha avuto il suo daffare per sanare le ferite della contesa in capo anche ai cinque individui denunciati, alcuni dei quali sono soliti praticare il pugilato: il più grave ha uno sfregio alla guancia e un altro alla nuca, per complessivi 40 punti di sutura e 15 giorni di prognosi, gli altri se la caveranno con ferite da arma da taglio e contusioni da 6 a 14 giorni, come nel caso di Silvano Penzo, che ha subìto una coltellata allo sterno con addensamento polmonare. I cinque denunciati sono stati rintracciati al pronto soccorso dopo la fuga.
lunedì 7 gennaio 2019
RISSA IN LUNGOMARE, TRE DEGLI ARRESTATI PATTEGGIANO 6 MESI. SONO 22ENNI CHIOGGIOTTI, A PROCESSO GLI ALTRI DUE
Silvano Penzo, Marco Marangon e Simone Minou
Hanno un nome tre dei protagonisti della rissa scoppiata nella notte fra sabato e domenica sul lungomare di Sottomarina, che ha provocato feriti, arresti e denunce. Stamane il processo per direttissima al Tribunale di Venezia, con i cinque giovani condotti dai carabinieri che li hanno prelevati dagli arresti domiciliari cui erano stati sottoposti ieri: evidenti, nelle mani e nei volti, i segni della contesa. Durante l’udienza di convalida del fermo, i chioggiotti Silvano Penzo, Marco Marangon e Simone Minou hanno preferito patteggiare una pena di sei mesi, ammettendo le proprie responsabilità.
Colpisce soprattutto il caso del primo, un 22enne che in rete si fa chiamare “Arancia Meccanica”, e che proprio ieri ha commentato il post di Chioggia Azzurra dopo il fatto, scrivendo in dialetto: «Fate presto a giudicare, vorrei che chi giudica fosse stato là in quel momento». Nonostante la spavalderia, a giudicare ci ha pensato chi è preposto dalla legge. Per quanto riguarda invece gli altri due arrestati di ieri, due ragazzi di origine italo-tunisina difesi dall’avvocato Massimo Aprile, non hanno accettato il patteggiamento (che significa un’ammissione di colpa) preferendo andare a processo nel pomeriggio di oggi: sostengono di essere stati aggrediti, e quindi dovrà essere provato il loro scagionamento quali parti attive nella rissa.
Eventuali ulteriori aggiornamenti in seguito nei blog di Chioggia Azzurra.
domenica 6 gennaio 2019
MEGA RISSA IN LUNGOMARE A COLTELLATE E COLPI DI BOTTIGLIA, CINQUE ARRESTI CON FERITI ALL'OSPEDALE
Increscioso fatto di sangue nella notte sul lungomare sud di Sottomarina. Attorno alle ore 3 un chioggiotto e uno straniero hanno attaccato briga in un locale, ma gli insulti presto si sono tramutati in vie di fatto all’esterno dello stesso, quando alla rissa si è aggiunta una decina di persone, alcune delle quali pare già in passato si siano rese protagoniste di episodi del genere, soprattutto in centro storico. Dal contatto fisico qualcuno è passato a brandire le bottiglie come armi contro il rivale, ed è spuntato anche un coltello: almeno otto persone hanno dovuto ricorrere alle cure del Pronto Soccorso, con ferite da taglio (in alcuni casi al collo, suturate) e guaribili al massimo in 15 giorni). L'ospedale clodiense ha lavorato tutta la notte a questo caso, dal momento che i giovani coinvolti si sono presentati anche dopo le 7 di mattina.
Gli strascichi del diverbio, nato quasi con certezza per futili motivi e la voglia di menare le mani tra persone probabilmente alterate dall’alcool o da altre sostanze, sono proseguiti sul marciapiede in direzione nord, dove i belligeranti sono stati inseguiti e fermati dalla volante della polizia e dai carabinieri che, prontamente contattati da alcuni testimoni, hanno avuto il loro bel daffare per ricondurre alla normalità la situazione. In loco sono intervenute anche le ambulanze a sirene spiegate per trasportare i feriti all’ospedale, dove pare si siano spenti gli ultimi focolai della contesa.
Questa mattina, nella caserma dei carabinieri in lungomare, i primi rilievi dei militari alla presenza delle persone coinvolte, utili a formulare i provvedimenti del caso: cinque arresti e tre denunce: cinque arresti in flagranza di reato e tre denunce, tra cui quelle a carico di una ragazza e di un minorenne. Il più anziano dei protagonisti della zuffa ha 31 anni, coinvolto anche un ragazzo di nazionalità tunisina. Il coltello incriminato è stato trovato dai carabinieri e presenta macchie di sangue. Domani il processo per direttissima a Venezia. La scorsa estate, sempre sul lungomare, un alterco notturno sotto i fumi dell’alcool fra chioggiotti e turisti veronesi è sfociato in colpi e morsi, con intervento dei carabinieri e le cure al Pronto Soccorso.
Gli strascichi del diverbio, nato quasi con certezza per futili motivi e la voglia di menare le mani tra persone probabilmente alterate dall’alcool o da altre sostanze, sono proseguiti sul marciapiede in direzione nord, dove i belligeranti sono stati inseguiti e fermati dalla volante della polizia e dai carabinieri che, prontamente contattati da alcuni testimoni, hanno avuto il loro bel daffare per ricondurre alla normalità la situazione. In loco sono intervenute anche le ambulanze a sirene spiegate per trasportare i feriti all’ospedale, dove pare si siano spenti gli ultimi focolai della contesa.
Questa mattina, nella caserma dei carabinieri in lungomare, i primi rilievi dei militari alla presenza delle persone coinvolte, utili a formulare i provvedimenti del caso: cinque arresti e tre denunce: cinque arresti in flagranza di reato e tre denunce, tra cui quelle a carico di una ragazza e di un minorenne. Il più anziano dei protagonisti della zuffa ha 31 anni, coinvolto anche un ragazzo di nazionalità tunisina. Il coltello incriminato è stato trovato dai carabinieri e presenta macchie di sangue. Domani il processo per direttissima a Venezia. La scorsa estate, sempre sul lungomare, un alterco notturno sotto i fumi dell’alcool fra chioggiotti e turisti veronesi è sfociato in colpi e morsi, con intervento dei carabinieri e le cure al Pronto Soccorso.
sabato 5 gennaio 2019
IMPEDISCE AGLI UTENTI DI USARE IL BANCOMAT: RUMENO IN MANETTE, DENUNCIATO PER VIOLENZA PRIVATA E RESISTENZA
Un cittadino rumeno di 54 anni questa mattina attorno alle ore 11 stava impedendo con la forza agli utenti della filiale di banca Intesa San Paolo in viale Padova a Sottomarina di utilizzare gli sportelli del bancomat. L’uomo, evidentemente alterato, è stato bloccato dalla polizia di Stato con il supporto dei carabinieri in un’operazione non facile, e condotto a sirene spiegate al commissariato di Pubblica Sicurezza di Chioggia, dove è stato denunciato per violenza privata e resistenza a pubblico ufficiale. Successivamente è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale di Chioggia per valutare le sue condizioni psicofisiche.
venerdì 4 gennaio 2019
CONTROLLI DEI CARABINIERI NEI LOCALI DI CHIOGGIA E SOTTOMARINA: UNA DENUNCIA E DUE MULTE PER EBBREZZA
Operazione di controllo del territorio ieri sera a cura della Compagnia Carabinieri di Chioggia. Le ispezioni hanno avuto luogo anche in quattro bar di Chioggia e Sottomarina: i militari hanno deferito alla Procura della Repubblica, in stato di libertà, un conducente sorpreso alla guida in stato di ebbrezza. Altri due soggetti hanno ricevuto contravvenzioni per ubriachezza molesta. L’attività dei carabinieri seguirà nei prossimi giorni.
IL GRUPPO SPORTIVO PESCATORI LA TOCÀ DERUBATO NELLA NOTTE DI UN COMPUTER CON TUTTI I DATI DEI SOCI
Furto nella notte alla sede del Gruppo Sportivo Pescatori “La Tocà”, all’ex Monte di Pietà in corso del Popolo a Chioggia. Ignoti si sono introdotti spaccando le porte degli uffici e gettando l’arredo all’aria in cerca probabilmente di denaro, rubando un computer senza prelevare la stampante o altro materiale.
Il disagio maggiore, dice il presidente Giuseppe Cappon, sta nell’aver perduto assieme al terminale anche l’anagrafica di tutti i soci. Pronta la denuncia alle forze dell’ordine. Il gruppo La Tocà organizza corsi gratuiti di pesca per i bambini e ha praticato la pulizia dei canali di Chioggia e della laguna.
Il disagio maggiore, dice il presidente Giuseppe Cappon, sta nell’aver perduto assieme al terminale anche l’anagrafica di tutti i soci. Pronta la denuncia alle forze dell’ordine. Il gruppo La Tocà organizza corsi gratuiti di pesca per i bambini e ha praticato la pulizia dei canali di Chioggia e della laguna.
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