La madre di due bambini iscritti alla scuola per l'infanzia e all'asilo nido integrato Sacra Famiglia di Sottomarina ha scritto una lettera aperta attraverso i media per denunciare la situazione in cui si trova, a causa delle decisioni della cooperativa che gestisce l'istituto. «Sono delusa, arrabbiata e amareggiata, ma soprattutto preoccupata - esordisce la donna - perché ora sono in una situazione in cui mai avrei voluto trovarmi».
Premettendo che i figli si sono trovati molto bene in questa scuola e hanno sempre frequentato con gioia e piacere, la genitrice rileva che «a fine febbraio le scuole hanno interrotto la didattica in presenza e i bambini sono rimasti a casa. Molti hanno ritirato i propri figli. La scuola ha chiesto che le fosse data fiducia, domandando alle famiglie che hanno mantenuto l’iscrizione la retta intera di marzo e la riduzione del 50% per quelle successive. Quindi 205 euro per marzo che sono diventati 102 ad aprile, maggio e giugno. Bisognava sostenere la scuola, per il bene di tutti e soprattutto dei bambini. La cooperativa Zagon ha prospettato un aumento per l’anno successivo di 20 o al massimo 50 euro a causa della difficile situazione che, purtroppo, ha messo in ginocchio tutti (molte famiglie comprese). Comprensibile».
La famiglia della scrivente si è consultata e ha deciso, appunto come era stato chiesto, di dare fiducia: «In fondo si tratta della scuola del quartiere, della parrocchia, quella dove posso ancora incontrare la suora che da bambina mi ha preparata alla Prima Comunione - continua la madre - come potevamo non fidarci? Abbiamo mantenuto l’iscrizione e versato 1306 euro da quando la scuola ha chiuso fino ad ora (al nido i costi sono superiori), convinti di fare la cosa giusta. Intanto moltissimi bambini continuavano incessantemente a ritirarsi, ma la scuola altrettanto incessantemente continuava a chiedere fiducia: c’era bisogno anche del nostro contributo. In fondo, anche questo era un modo per aiutare nel nostro piccolo la società ad andare avanti, a riprendersi. Nelle difficoltà ci si aiuta tutti. In maniera ingannevole e subdola era quello che la scuola ci spronava a credere.
I mesi sono passati - prosegue la lettera - e tutto è continuato in questo modo, fino a ieri! Il giorno 29 maggio sono state presentate le condizioni e le rette per l’anno 2020-2021. Mio marito ed io abbiamo aperto la mail convinti che la scuola avesse mantenuto le promesse, ci aspettavamo quindi un aumento di al massimo 50 euro. Con incredulità, abbiamo appreso che le spese per il prossimo anno ammonteranno, per ogni bambino dell’infanzia a 3600 euro di contributo alla didattica annuale + 200 euro di iscrizione + 200 euro di spese annue + 822 euro di spese per l'igienizzazione. Il tutto, diviso per i 10 mesi di scuola, fa sì che la spesa media mensile ammonti a ben 482 euro! Per chi avrà pagato regolarmente le rette nel periodo di emergenza da Covid è previsto uno sconto di 514 euro. Per noi quindi 430 euro: che "fortuna", questo è il premio riconosciuto per aver dato fiducia!».
La signora è «profondamente sconfortata. Siamo una famiglia media, non possiamo permetterci rette di questo tipo. Mi sento anche profondamente sciocca e ingenua per aver creduto alle richieste di aiuto della scuola. Siamo stati presa in giro. Colpa nostra, pensavamo che una scuola fondata sopra i principi cristiani non potesse tradirci in questo modo, e soprattutto non potesse trattare i nostri bambini come semplici fonti di reddito. Freddo glaciale e nessuna risposta abbiamo ottenuto quando è stato chiesto al signor Davide Bux, presidente della cooperativa che gestisce il servizio, chiarimenti e ulteriori informazioni».
Moltissime altre famiglie non possono permettersi di pagare rette così alte, e le scuole del territorio non hanno più posti disponibili: «Risultato? Tanti bambini rischiano di non poter accedere al primo segmento del percorso di istruzione. È questo il risultato a cui vuole arrivare la gestione di una scuola che porta il nome di Sacra Famiglia? È così che tutela i suoi allievi? Mi chiedo quale fiducia si possa ancora accordare a una scuola che illude con false promesse le famiglie e poi disattende, uno ad uno, gli impegni presi. Consideriamo che a gennaio abbiamo sottoscritto un contratto che riportava, per l’anno 2020-21 un impegno mensile per le famiglie di 215 euro. Come si è arrivati ora alla cifra di 482 euro?», è la domanda della famiglia in questione.
«La cosa più grave e preoccupante - conclude la missiva - è che a tantissimi bambini verrà negata la possibilità di frequentare una scuola dell’infanzia. Ci fosse un minimo di correttezza, ci si aspetterebbe che chi ha creato questa situazione si impegnasse a trovare una soluzione affinché i bimbi possano frequentare una scuola e ci rimborsasse le rette subdolamente sottratteci. Purtroppo ho capito con chi ho a che fare e ormai non mi aspetto tanta onestà».
domenica 31 maggio 2020
ANCORA FOLLIE DELLA SOLITA ESAGITATA IN CENTRO STORICO A CHIOGGIA: SCALZA, PRENDE A CALCI TAVOLINI E SCOOTER FINO ALL'ARRIVO DELLA POLIZIA
Hanno fatto come al solito il giro delle messaggerie whatsapp le immagini che ritraggono la solita quarantenne del centro storico di Chioggia, già resasi protagonista di altri sconcertanti episodi di cronaca.
Ieri sera -probabilmente alterata, e senza scarpe ai piedi- si è prodotta in calci rivolti ai tavolini di un bar in corso del Popolo, a uno scooter parcheggiato all'esterno (e fatto crollare a terra) e a chi cercasse di calmarla, oltre a gridare minacce irriferibili e non si capisce a chi rivolte.
Provvidenziale l'arrivo degli agenti della polizia di Stato, opportunamente contattati, che hanno caricato la donna nella volante e l'hanno condotta al Commissariato.
Da tempo ormai le follie della tizia sono all'ordine del giorno: a fine febbraio aveva dato in escandescenze dentro un altro locale del corso, due mesi dopo -a fine aprile- aveva lanciato oggetti dalla finestra di casa, in calle Forno San Giacomo.
Ieri sera -probabilmente alterata, e senza scarpe ai piedi- si è prodotta in calci rivolti ai tavolini di un bar in corso del Popolo, a uno scooter parcheggiato all'esterno (e fatto crollare a terra) e a chi cercasse di calmarla, oltre a gridare minacce irriferibili e non si capisce a chi rivolte.
Provvidenziale l'arrivo degli agenti della polizia di Stato, opportunamente contattati, che hanno caricato la donna nella volante e l'hanno condotta al Commissariato.
Da tempo ormai le follie della tizia sono all'ordine del giorno: a fine febbraio aveva dato in escandescenze dentro un altro locale del corso, due mesi dopo -a fine aprile- aveva lanciato oggetti dalla finestra di casa, in calle Forno San Giacomo.
sabato 30 maggio 2020
"EL POSTIN" SCAGLIA UNA BIRRA CONTRO AUTOBUS DI LINEA 80: VETRO INFRANTO, CORRIERA INAGIBILE E MEZZ'ORA DI RITARDO PER I PENDOLARI INFEROCITI
Questa mattina alle ore 10.15 un chioggiotto di 47 anni è salito nell'autobus di linea 80 alla fermata di campo Marconi, con in mano una birra già aperta. Invitato dal conducente a scendere, l'uomo ha ottemperato solo alla fermata di Borgo San Giovanni, in direzione Venezia: una volta raggiunto il marciapiede, il 47enne ha scagliato la bottiglia di birra contro il vetro della corriera, infrangendolo e rendendola inservibile. Comprensibili le proteste degli altri passeggeri, tutti pendolari diretti al lavoro: hanno dovuto attendere l'arrivo di un altro mezzo di Arriva Veneto, in sostituzione di quello danneggiato, perdendo mezz'ora e arrivando a Venezia in ritardo.
L'autore della bravata è Tiziano Salvagno, noto come "el Postin", ovvero colui che lo scorso autunno salì "agli onori" delle cronache per un episodio che lo vide oggetto dello scherzo di due giovinastri, i quali avevano appiccato il fuoco ai capelli del disadattato.
L'autore della bravata è Tiziano Salvagno, noto come "el Postin", ovvero colui che lo scorso autunno salì "agli onori" delle cronache per un episodio che lo vide oggetto dello scherzo di due giovinastri, i quali avevano appiccato il fuoco ai capelli del disadattato.
TEST SIEROLOGICI SENZA CERTIFICATO VALIDO, LA GUARDIA DI FINANZA METTE NEI GUAI LABORATORIO DI CHIOGGIA?
La Guardia di Finanza ha sequestrato in tutta l'area metropolitana di Venezia circa 300mila mascherine e 1500 test sierologici irregolari, emettendo 34 tra multe e denunce. Il comando provinciale ha disposto i controlli per verificare l'attendibilità dei dispositivi di protezione individuale e dei delicati esami per scoprire se si è entrati in contatto o meno con il virus Covid-19. L'intervento è stato praticato a Venezia, Spinea, Martellago, Santa Maria di Sala e Chioggia, dove le Fiamme Gialle avrebbero visitato anche il laboratorio Clodia Diagnostics and Services, con sede in via Giovanni Poli 9/B, il quale effettua analisi cliniche e microbiologiche per conto di imprese e privati.
Stando a quanto si apprende, i militari hanno ritrovato in loco le scatole che contenevano originariamente i test sierologici, muniti di certificato di conformità europea non valido: i test sarebbero stati acquistati in Cina, e mai sottoposti alla validazione comunitaria. Da notare la risposta assai evasiva che una dipendente della struttura ha fornito a Chioggia Azzurra attraverso il citofono dell'immobile ben nascosto dietro il mercato ittico all'ingrosso: «Chi ha messo in giro la notizia - è stato risposto - non si sa su quali basi lo abbia fatto. Non sono autorizzata a dire niente, non è il momento di dare notizie frivole. Mi volete fare parlare, ma io non dico niente». Alla richiesta di un contatto con il titolare del laboratorio, il dottor Roberto Marchetti, la donna ha negato questa possibilità e rinviato a lunedì.
Stando a quanto si apprende, i militari hanno ritrovato in loco le scatole che contenevano originariamente i test sierologici, muniti di certificato di conformità europea non valido: i test sarebbero stati acquistati in Cina, e mai sottoposti alla validazione comunitaria. Da notare la risposta assai evasiva che una dipendente della struttura ha fornito a Chioggia Azzurra attraverso il citofono dell'immobile ben nascosto dietro il mercato ittico all'ingrosso: «Chi ha messo in giro la notizia - è stato risposto - non si sa su quali basi lo abbia fatto. Non sono autorizzata a dire niente, non è il momento di dare notizie frivole. Mi volete fare parlare, ma io non dico niente». Alla richiesta di un contatto con il titolare del laboratorio, il dottor Roberto Marchetti, la donna ha negato questa possibilità e rinviato a lunedì.
venerdì 29 maggio 2020
BIMBA CADE DALL'ALTALENA, PROCURANDOSI TRAUMI ED EMATOMI: TRASFERITA CON L'ELICOTTERO ALL'OSPEDALE DI VICENZA, NON PREOCCUPA
Due incidenti hanno tenuto impegnato in questi giorni il personale sanitario del Pronto Soccorso di Chioggia. Tre giorni fa una bambina era caduta dall'altalena di casa, nei pressi del lungomare di Sottomarina, dopo le prime cure per il trauma si è sviluppato un ematoma di discreta entità che ha avuto bisogno dapprima dell'osservazione pediatrica in ospedale, poi del trasferimento via elicottero a Vicenza: la piccola versa comunque fuori pericolo, e solo precauzionalmente è uscita ieri dal nosocomio clodiense in carrozzina.
Attorno a mezzogiorno di oggi, invece, lungo la rotatoria tra il cavalcavia, Ridotto Madonna e l'ospedale, una vettura diretta verso viale Mediterraneo ha arrotato un ciclista, che ha riportato qualche contusione ma è già stato dimesso dal Pronto Soccorso. Ancora incerte le cause del sinistro, i cui rilievi sono stati presidiati dai carabinieri.
Attorno a mezzogiorno di oggi, invece, lungo la rotatoria tra il cavalcavia, Ridotto Madonna e l'ospedale, una vettura diretta verso viale Mediterraneo ha arrotato un ciclista, che ha riportato qualche contusione ma è già stato dimesso dal Pronto Soccorso. Ancora incerte le cause del sinistro, i cui rilievi sono stati presidiati dai carabinieri.
giovedì 28 maggio 2020
SONO STATI I LOCALI PUBBLICI, ATTRAVERSO UNA MAIL INVIATA AL SINDACO, A FAR SALTARE IL "ZIOBA"! STAMANE RIUNIONE IN COMUNE, OK PER GIOVEDÌ 4
Non c'è stata, questa mattina, l'attesa manifestazione degli ambulanti del mercato settimanale del giovedì, nonostante ne fosse stata data ieri preventiva comunicazione alla Prefettura. Si è svolto invece un incontro al palazzo municipale, presidiato in corso del Popolo dagli agenti della polizia di Stato e della polizia locale, oltre che dai carabinieri: alla riunione, oltre all'amministrazione comunale, hanno partecipato anche i commercianti ambulanti e i rappresentanti di altre categorie a livello territoriale e provinciale, come i ristoratori.
E si è appreso, nella circostanza, che era stata proprio una mail inviata tra lunedì e martedì dal gruppo di circa cento ristoratori e gestori di locali pubblici come bar, gelaterie e pasticcerie (già attivi nelle settimane più pesanti dell'emergenza Covid) a mettere pressioni sul sindaco: una volta appreso del possibile ritorno in forze del mercato, con tutti e 216 i banchi ancorché di dimensioni ridotte e accessibili solo dal lato anteriore, i ristoratori hanno scritto al Comune che qualora fossero state riscontrate violazioni del "zioba" alle regole anti-Covid, avrebbero denunciato il fatto alla magistratura.
«Indubbiamente la nostra mail ha dato una scossa», incassa il ristoratore Felice Tiozzo, che era presente alla riunione di stamane. Di «piani scombussolati» parla Marco Dolfin, pure presente: «In questo momento - sostiene il consigliere della Lega - serve la solidarietà di tutti, non lo sguardo solo al proprio orticello. Per questo l'amministrazione ha sbagliato a cedere. Posso capire chi chiede di rivedere l'impianto stesso del mercato, ma magari in un secondo momento, non ora. Fermo restando che grazie al mercato lavorano tutti, con incassi moltiplicati».
Alessandro Ferro si è scusato con i rappresentanti degli ambulanti, che avevano chiesto quali fossero i motivi intrinseci del suo dietrofront: «Il sindaco è stato molto evasivo, impacciato e non sicuro - commenta Tiziano Scarso, presidente dell'Unione Ambulanti Veneti - trincerandosi nelle questioni generali di sicurezza. Assieme alle sigle sindacali gli abbiamo fatto capire che ha sbagliato ad assecondare una polemica sterile». Per giovedì 4 giugno, promette il primo cittadino, il mercato del "zioba" tornerà regolare senza ulteriori disguidi.
E si è appreso, nella circostanza, che era stata proprio una mail inviata tra lunedì e martedì dal gruppo di circa cento ristoratori e gestori di locali pubblici come bar, gelaterie e pasticcerie (già attivi nelle settimane più pesanti dell'emergenza Covid) a mettere pressioni sul sindaco: una volta appreso del possibile ritorno in forze del mercato, con tutti e 216 i banchi ancorché di dimensioni ridotte e accessibili solo dal lato anteriore, i ristoratori hanno scritto al Comune che qualora fossero state riscontrate violazioni del "zioba" alle regole anti-Covid, avrebbero denunciato il fatto alla magistratura.
«Indubbiamente la nostra mail ha dato una scossa», incassa il ristoratore Felice Tiozzo, che era presente alla riunione di stamane. Di «piani scombussolati» parla Marco Dolfin, pure presente: «In questo momento - sostiene il consigliere della Lega - serve la solidarietà di tutti, non lo sguardo solo al proprio orticello. Per questo l'amministrazione ha sbagliato a cedere. Posso capire chi chiede di rivedere l'impianto stesso del mercato, ma magari in un secondo momento, non ora. Fermo restando che grazie al mercato lavorano tutti, con incassi moltiplicati».
Alessandro Ferro si è scusato con i rappresentanti degli ambulanti, che avevano chiesto quali fossero i motivi intrinseci del suo dietrofront: «Il sindaco è stato molto evasivo, impacciato e non sicuro - commenta Tiziano Scarso, presidente dell'Unione Ambulanti Veneti - trincerandosi nelle questioni generali di sicurezza. Assieme alle sigle sindacali gli abbiamo fatto capire che ha sbagliato ad assecondare una polemica sterile». Per giovedì 4 giugno, promette il primo cittadino, il mercato del "zioba" tornerà regolare senza ulteriori disguidi.
SCHIAMAZZI E COMPORTAMENTI NON CONSONI, COPPIA DI SESSANTENNI ALLONTANATA DALLA COMUNITÀ ALLOGGIO DI CALLE GRASSI NACCARI
Due persone, marito e moglie rispettivamente di 62 e 59 anni, sono state allontanate dalla comunità alloggio di calle Grassi Naccari a Chioggia dopo reiterati richiami relativi al loro mancato rispetto delle regole di convivenza. La decisione è stata presa dal Centro Servizi per Anziani lo scorso 20 maggio, e ora la coppia ha tempo fino al 20 giugno per liberare l'appartamento: il presidente del consiglio di amministrazione, Andrea Giovanni Zennaro, riferisce che i due -tempo addietro- avevano trovato riparo anche nella residenza di via del Boschetto a Sottomarina, pur senza averne titolo.
«Sono stati invitati a recarsi all'assessorato alle Politiche Sociali - spiega Zennaro - per regolarizzare la propria posizione. E sarà sempre l'assessorato ora a decidere se e dove alloggiarli. Marito e moglie si sono sempre infischiati dei tanti reclami pervenuti da mesi, così abbiamo deciso per il bene degli altri ospiti della struttura», Il riferimento è agli schiamazzi e comportamenti non consoni manifestati più volte. Vale considerare che la coppia va dicendo di avere bisogno di assistenza, nonostante abbia dei figli.
«Sono stati invitati a recarsi all'assessorato alle Politiche Sociali - spiega Zennaro - per regolarizzare la propria posizione. E sarà sempre l'assessorato ora a decidere se e dove alloggiarli. Marito e moglie si sono sempre infischiati dei tanti reclami pervenuti da mesi, così abbiamo deciso per il bene degli altri ospiti della struttura», Il riferimento è agli schiamazzi e comportamenti non consoni manifestati più volte. Vale considerare che la coppia va dicendo di avere bisogno di assistenza, nonostante abbia dei figli.
mercoledì 27 maggio 2020
NON C'È ANCORA IL PIANO DI SICUREZZA, DOMANI SALTERÀ IL "ZIOBA" COMPLETO: ATTIVI SOLO I BANCHI DI ALIMENTARI E FIORI A VIGO
Dietro front per il mercato di giovedì 28 maggio a Chioggia. Contrariamente a quanto comunicato ieri, quando pareva che tutti e 216 i banchi avrebbero trovato spazio seppur in dimensioni ridotte, un'ordinanza del sindaco Alessandro Ferro comunica che anche questa settimana il "zioba" si svolge nella stessa forma delle tre settimane precedenti: non c'è ancora infatti il piano di sicurezza previsto, secondo le disposizioni governative e regionali dello scorso 17 e 16 maggio.
«Nelle more dell'adozione dei provvedimenti sopra indicati», scrive il sindaco, viene confermato lo svolgimento del mercato con la sola partecipazione dei titolari dei banchi di generi alimentari in piazza Vigo e dei commercianti di piante e fiori, tra piazzetta Lina Merlin e palazzo Morosini. Entrambe le categorie saranno supportate dai volontari di protezione civile, che controlleranno i varchi di accessi e di uscita per evitare la ressa.
Gli utenti dovranno essere muniti di mascherine, e così pure gli ambulanti. Le associazioni di categoria, interpellate da Chioggia Azzurra attorno alle 12.30 di oggi, ancora non erano state raggiunte dalla notizia -che pure serpeggiava fin dalla mattinata- prima della sua ufficialità. Già altri 40 volontari extra erano stati allertati negli ambienti parrocchiali per garantire la performance del mercato nella sua interezza: ma bisognerà attendere un'altra settimana.
Il sindaco Alessandro Ferro, al microfono di Chioggia Azzurra, racconta che lunedì c'era stata una riunione con una parte corposa di ambulanti, che ne rappresentavano circa la metà, i quali avevano fornito al Comune le indicazioni per il piano della sicurezza, di modo da accontentare l'esigenza di rimanere in corso del Popolo, anche sacrificando le dimensioni dei banchi.
«Ma già in quell'occasione - spiega il primo cittadino - avevo detto che probabilmente non sarebbe stato possibile cominciare da questo giovedì. Ciononostante, l'impegno dell'assessora Cavazzana ha fatto accelerare l'iter tecnico con gli uffici, ma non completare tutta la procedura per la quale ci eravamo sbilanciati in buona fede. Giovedì 4 giugno confidiamo di essere pronti».
Dal canto loro, le opposizioni sparano a zero: Beniamino Boscolo sostiene che sia una «vergogna la discrasia tra giunta e sindaco, l'assessora Cavazzana ha lavorato tanto, ma ha visto smentito il comunicato ufficiale dell'ente stesso. Le associazioni di categoria avevano ritirato la manifestazione prevista, ma oggi l'hanno confermata alla Prefettura per domani. Il sindaco si dimetta, sta giocando con la pelle delle persone, fornitori compresi. Altri Comuni fanno il mercato settimanale normalmente, Chioggia invece no».
Il leghista Marco Dolfin rincara la dose: «A nemmeno 24 ore dall'annuncio positivo, ecco l'ennesima presa in giro dell'amministrazione comunale agli ambulanti e alla città. In queste settimane cosa ha fatto il Comune? Hanno voglia ancora di continuare a scherzare con il lavoro delle persone e con l'economia del territorio? Ci vuole un passo indietro dell'assessora Cavazzana e del sindaco».
«Nelle more dell'adozione dei provvedimenti sopra indicati», scrive il sindaco, viene confermato lo svolgimento del mercato con la sola partecipazione dei titolari dei banchi di generi alimentari in piazza Vigo e dei commercianti di piante e fiori, tra piazzetta Lina Merlin e palazzo Morosini. Entrambe le categorie saranno supportate dai volontari di protezione civile, che controlleranno i varchi di accessi e di uscita per evitare la ressa.
Gli utenti dovranno essere muniti di mascherine, e così pure gli ambulanti. Le associazioni di categoria, interpellate da Chioggia Azzurra attorno alle 12.30 di oggi, ancora non erano state raggiunte dalla notizia -che pure serpeggiava fin dalla mattinata- prima della sua ufficialità. Già altri 40 volontari extra erano stati allertati negli ambienti parrocchiali per garantire la performance del mercato nella sua interezza: ma bisognerà attendere un'altra settimana.
Il sindaco Alessandro Ferro, al microfono di Chioggia Azzurra, racconta che lunedì c'era stata una riunione con una parte corposa di ambulanti, che ne rappresentavano circa la metà, i quali avevano fornito al Comune le indicazioni per il piano della sicurezza, di modo da accontentare l'esigenza di rimanere in corso del Popolo, anche sacrificando le dimensioni dei banchi.
«Ma già in quell'occasione - spiega il primo cittadino - avevo detto che probabilmente non sarebbe stato possibile cominciare da questo giovedì. Ciononostante, l'impegno dell'assessora Cavazzana ha fatto accelerare l'iter tecnico con gli uffici, ma non completare tutta la procedura per la quale ci eravamo sbilanciati in buona fede. Giovedì 4 giugno confidiamo di essere pronti».
Dal canto loro, le opposizioni sparano a zero: Beniamino Boscolo sostiene che sia una «vergogna la discrasia tra giunta e sindaco, l'assessora Cavazzana ha lavorato tanto, ma ha visto smentito il comunicato ufficiale dell'ente stesso. Le associazioni di categoria avevano ritirato la manifestazione prevista, ma oggi l'hanno confermata alla Prefettura per domani. Il sindaco si dimetta, sta giocando con la pelle delle persone, fornitori compresi. Altri Comuni fanno il mercato settimanale normalmente, Chioggia invece no».
Il leghista Marco Dolfin rincara la dose: «A nemmeno 24 ore dall'annuncio positivo, ecco l'ennesima presa in giro dell'amministrazione comunale agli ambulanti e alla città. In queste settimane cosa ha fatto il Comune? Hanno voglia ancora di continuare a scherzare con il lavoro delle persone e con l'economia del territorio? Ci vuole un passo indietro dell'assessora Cavazzana e del sindaco».
lunedì 25 maggio 2020
SPACCIATORI ARRESTATI, ZAMBON SCAGIONA LA COMPAGNA: «HO SBAGLIATO IO». IDENTIFICATO UNO DEI LORO AMICI CHE HA RESISTITO ALLA POLIZIA
Valerio Boscolo
Nega le accuse Sabrina Fabris, la donna di 51 anni che venerdì sera è stata arrestata dalla polizia di Stato a Sottomarina, pochi minuti dopo aver consegnato a un cliente una dose con mezzo grammo di cocaina. La donna, pedinata dagli agenti, si era recata dal partner Marco Zambon che era assieme a una coppia di amici in via Trieste: ne è sorta una resistenza da parte di uno di questi ultimi, Valerio Boscolo, che ha anche procurato lesioni ai poliziotti.
Marco Zambon
Davanti alla giudice Sichirollo, sabato mattina al Tribunale di Venezia, lo stesso Zambon (48 anni) si è assunto ogni responsabilità per l'attività di spaccio: nel piccolo appartamento di circa 50 metri quadri in cui convive con la Fabris e il bambino di 5 anni loro affidato, nipote della donna, gli agenti hanno ritrovato un etto di cocaina e 15mila euro in contanti.
L'uomo, sottoposto agli arresti domiciliari, ha contattato Chioggia Azzurra per dichiarare che «parte di quella somma appartiene proprio a Sabrina, e non proviene dall'attività di spaccio». Zambon ammette le proprie colpe, asserendo di sapere di aver sbagliato: «L'ho fatto per aiutare la famiglia, lavoravo poi un incidente mi ha messo fuori causa. Voglio uscire da quests situazione e mettermi nella retta via».
L'avvocato Marco Seppi, che difende la coppia, ha chiesto il patteggiamento alla pubblico ministero Lucia d'Alessandro, nella misura di 2 anni e 8 mesi di reclusione per Zambon. L'udienza è stata rinviata all'8 giugno, nel frattempo proseguono le analisi del grado di tossicità e purezza della polvere bianca sequestrata.
Sabrina Fabris
Nonostante le evidenze penali l'abbiano colta in flagrante e pedinata, Sabrina Fabris (gravata di obbligo di firma) nega di essere stata la "corriere" o la tramite del passaggio con il cliente utilizzatore finale: «Non sono una spacciatrice - sostiene nel colloquio con Chioggia Azzurra - il "casino" lo hanno creato gli altri due (Valerio Boscolo e la persona che era con lui, ndr). Anzi la polizia ci ha trattato bene, nonostante dovesse fare il suo lavoro». La coppia ora teme per il destino del bimbo, che accudisce praticamente dalla nascita.
ESCE DI STRADA NELLA NOTTE PRIMA DEL PONTE PER CA' PASQUA: L'AUTO S'INABISSA NELLE ACQUE, GIOVANE CHIOGGIOTTO SI SALVA
È stata recuperata solo alle ore 16 di oggi, dalle acque del Brenta-Bacchiglione, la Volkswagen Polo che la scorsa notte si è inabissata nei pressi del ponte per Ca' Pasqua, non lontano dal ristorante L'Intrigo, dopo che il suo conducente -un giovane chioggiotto- è riuscito a estrarsi dall'abitacolo in tempo.
I vigili del fuoco erano all'opera fin da stamane con i sommozzatori, le autogru e un natante, ma la visibilità molto bassa e ostruita dalla presenza di vegetazione ha rallentato le operazioni.
In loco anche gli agenti della polizia locale. Ancora ignote le dinamiche dell'uscita di strada: il ragazzo dice di essere stato sull'argine da solo, di certo gli è andata bene dal momento che in circostanze analoghe altre persone negli scorsi anni avevano perso la vita in quella zona.
I vigili del fuoco erano all'opera fin da stamane con i sommozzatori, le autogru e un natante, ma la visibilità molto bassa e ostruita dalla presenza di vegetazione ha rallentato le operazioni.
In loco anche gli agenti della polizia locale. Ancora ignote le dinamiche dell'uscita di strada: il ragazzo dice di essere stato sull'argine da solo, di certo gli è andata bene dal momento che in circostanze analoghe altre persone negli scorsi anni avevano perso la vita in quella zona.
domenica 24 maggio 2020
RELITTO DI UN BARCHINO SEMISOMMERSO RECUPERATO STAMANE DALLA CAPITANERIA DI PORTO E DAI VIGILI DEL FUOCO NELLA LAGUNA DEL LUSENZO
Questa mattina attorno alle ore 11 la Capitaneria di Porto e i Vigili del Fuoco hanno recuperato il relitto di un barchino, che giaceva semisommerso nella laguna del Lusenzo, causando un pericolo per la navigazione.
Solo lunedì due diportisti erano naufragati all'Ottagono di Ca' Roman dopo l'urto con un oggetto inabissato, probabilmente il residuo di una bricola, e sono stati salvati da un pescatore che transitava in zona.
Anche ieri sera un relitto, forse lo stesso ripescato stamane, era stato segnalato mentre vagava nei pressi della ex cittadella della giustizia, non distante dal ponte Cavanis. Molte sono comunque le situazioni simili, tra cui almeno una in canal Vena e altre nel Perotolo.
Solo lunedì due diportisti erano naufragati all'Ottagono di Ca' Roman dopo l'urto con un oggetto inabissato, probabilmente il residuo di una bricola, e sono stati salvati da un pescatore che transitava in zona.
Anche ieri sera un relitto, forse lo stesso ripescato stamane, era stato segnalato mentre vagava nei pressi della ex cittadella della giustizia, non distante dal ponte Cavanis. Molte sono comunque le situazioni simili, tra cui almeno una in canal Vena e altre nel Perotolo.
VERTENZA PEDALÒ-BAGNI INTERNAZIONALE, IL CONSIGLIO DI STATO SOSPENDE IL PROVVEDIMENTO DEL COMUNE: LA CONCESSIONE RESTA ATTIVA
Ancora un capitolo nella vertenza che vede contrapposte due concessioni balneari a Sottomarina, quella per i pedalò che fanno capo all'impresa individuale di Giuliana Padoan e i bagni Internazionale retti dall'azienda PEM di Stella Bonaldo. Il Consiglio di Stato ha infatti accolto la richiesta di sospensione, presentata dalla titolare dei pedalò, relativa al provvedimento comunale di estinzione della concessione, disposto lo scorso gennaio perché i rilievi topografici hanno portato a valutare come la zona fosse stata erosa a seguito delle mareggiate.
Ne dà notizia il Gazzettino oggi in edicola, in un articolo a firma di Diego Degan. Ad aprile il ricorso al TAR da parte della Padoan era stato respinto perché apparentemente infondato: l'impresa era gravata di due esposti della concessionaria adiacente, che reclamavano l'occupazione dell'arenile senza un titolo. Ora quindi il ricorso al Consiglio di Stato, che deciderà l'11 giugno: nel frattempo ha concesso la sospensione, sulla scorta di una nuova perizia georeferenziata trasmessa dall'avvocato Alegiani, che certifica l'esistenza dell'area sabbiosa in concessione e uno spazio di dieci metri dal suo confine al mare. Lo scorso marzo i rapporti aspri tra le due parti sfociarono in un alterco sul lungomare, sedato a fatica dai carabinieri.
Ne dà notizia il Gazzettino oggi in edicola, in un articolo a firma di Diego Degan. Ad aprile il ricorso al TAR da parte della Padoan era stato respinto perché apparentemente infondato: l'impresa era gravata di due esposti della concessionaria adiacente, che reclamavano l'occupazione dell'arenile senza un titolo. Ora quindi il ricorso al Consiglio di Stato, che deciderà l'11 giugno: nel frattempo ha concesso la sospensione, sulla scorta di una nuova perizia georeferenziata trasmessa dall'avvocato Alegiani, che certifica l'esistenza dell'area sabbiosa in concessione e uno spazio di dieci metri dal suo confine al mare. Lo scorso marzo i rapporti aspri tra le due parti sfociarono in un alterco sul lungomare, sedato a fatica dai carabinieri.
sabato 23 maggio 2020
DUE SPACCIATORI DI COCAINA CHIOGGIOTTI ARRESTATI DALLA POLIZIA E PROCESSATI PER DIRETTISSIMA STAMANE A VENEZIA
Marco Zambon
Ancora arresti per detenzione e spaccio di cocaina a Chioggia. Questa mattina, poco dopo le 10, gli agenti della Polizia di Stato in forza al Commissariato clodiense hanno condotto al Tribunale di Venezia una coppia di chioggiotti che, previa conferma dell'arresto, dovevano sottostare a un processo per direttissima a loro carico. I due sono stati "pizzicati" nel tardo pomeriggio di ieri nel pressi di un bar in via Trieste a Sottomarina, dove hanno dato vita a una sceneggiata per non farsi controllare, facendosi scudo di un bambino (nipote della donna). Altri due chioggiotti, loro amici presenti in loco, sono stati arrestati e portati in Tribunale per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
Sabrina Fabris
L'udienza si è tenuta avanti la giudice Ilaria Sichirollo, che ha condannato Marco Zambon, 47 anni, agli arresti domiciliari e la partner Sabrina Fabris, 51enne, sottoposta all'obbligo di firma. I due avevano con sé appunto un bambino in tenera età, nipote della Fabris, che era presente alla scena dell'arresto e involontariamente "utilizzato" per cercare di evitare gli agenti: il piccolo è stato affidato alla madre. Le perquisizioni domiciliari hanno portato alla scoperta di circa 100 grammi di polvere bianca (chiaramente ai fini di spaccio) e 15mila euro in contanti.
Lunedì mattina, sempre a Chioggia, i poliziotti erano riusciti a intercettare Michele Perini, boss dello spaccio di marijuana, arrestandolo e traducendolo al carcere veneziano; con lui sono stati gravati di obbligo di dimora il fratello Diego e Renis Zennaro.
Il 6 febbraio, invece, erano stati i Carabinieri a stroncare un imponente traffico di droghe: l'operazione Tsunami aveva incarcerato 18 persone e imposto gli arresti domiciliari ad altre 7.
AVEVA CERCATO DI FAR SALTARE IN ARIA LA CASA A GENNAIO, LA PERIZIA PSICHIATRICA LO RICONOSCE INCAPACE DI INTENDERE: SARÀ PROSCIOLTO?
Marco Nordio, il chioggiotto di 46 anni che lo scorso 13 gennaio ha cercato di far saltare in aria la casa dove abita in calle San Nicolò, è stato valutato incapace di intendere dalla perizia psichiatrica cui l'ha sottoposto il dottor Stefano Marino, sotto istanza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Venezia, Luca Marini.
Nordio aveva saturato di gas l'appartamento ed era pronto ad utilizzare l'accendino che aveva in mano, e nonostante la madre avesse chiuso i rubinetti del gas egli li aveva riaperti, inveendo contro un nemico immaginario. Era stata la madre stessa a contattare le forze dell'ordine per evitare il peggio. Tuttavia il 46enne oppose resistenza ai poliziotti, mandandone sei al Pronto Soccorso.
Il deposito degli atti da parte della Procura della Repubblica implica che Nordio verrà rinviato a giudizio, anche se appare certo che l'uomo sarà prosciolto poiché non imputabile. Dal momento che la sua pericolosità sociale non si è affievolita, la sentenza potrebbe prevedere il ricovero in una struttura specializzata nel contrasto alle patologie mentali.
Nordio aveva saturato di gas l'appartamento ed era pronto ad utilizzare l'accendino che aveva in mano, e nonostante la madre avesse chiuso i rubinetti del gas egli li aveva riaperti, inveendo contro un nemico immaginario. Era stata la madre stessa a contattare le forze dell'ordine per evitare il peggio. Tuttavia il 46enne oppose resistenza ai poliziotti, mandandone sei al Pronto Soccorso.
Il deposito degli atti da parte della Procura della Repubblica implica che Nordio verrà rinviato a giudizio, anche se appare certo che l'uomo sarà prosciolto poiché non imputabile. Dal momento che la sua pericolosità sociale non si è affievolita, la sentenza potrebbe prevedere il ricovero in una struttura specializzata nel contrasto alle patologie mentali.
venerdì 22 maggio 2020
CORTO CIRCUITO STAMANE IN UN APPARTAMENTO A SOTTOMARINA, ORA INAGIBILE PER VIA DELLA FULIGGINE. NESSUN DANNO ALLE PERSONE
Un incendio è divampato questa mattina alle ore 10 in un condominio di via Trento a Sottomarina. Le fiamme si sono sprigionate in un appartamento al terzo piano, dovute molto probabilmente a cause elettriche, ovvero il corto circuito di un elettrodomestico in funzione.
A casa a quell'ora non c'era nessuno: la proprietaria -opportunamente avvertita mentre era al lavoro- ha raggiunto la zona dopo pochi minuti, mentre alcuni parenti avevano fatto in tempo ad aprire la porta di casa.
Sono intervenuti i vigili del fuoco di Chioggia e l'ambulanza del 118 per valutare eventuali intossicati dal fumo, che si è sviluppato anche nel vano scale oltre che all'esterno: per fortuna nessun danno a persone, mentre per via dei danni da fuliggine l'appartamento non è al momento abitabile, previa comunicazione al Comune.
Prima di far rientrare in casa gli inquilini degli altri appartamenti, i sanitari hanno provveduto a constatare le loro condizioni di salute. Notevole lo spiegamento di forze, così come la curiosità dei vicini coinvolti dalla situszione.
A casa a quell'ora non c'era nessuno: la proprietaria -opportunamente avvertita mentre era al lavoro- ha raggiunto la zona dopo pochi minuti, mentre alcuni parenti avevano fatto in tempo ad aprire la porta di casa.
Sono intervenuti i vigili del fuoco di Chioggia e l'ambulanza del 118 per valutare eventuali intossicati dal fumo, che si è sviluppato anche nel vano scale oltre che all'esterno: per fortuna nessun danno a persone, mentre per via dei danni da fuliggine l'appartamento non è al momento abitabile, previa comunicazione al Comune.
Prima di far rientrare in casa gli inquilini degli altri appartamenti, i sanitari hanno provveduto a constatare le loro condizioni di salute. Notevole lo spiegamento di forze, così come la curiosità dei vicini coinvolti dalla situszione.
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