venerdì 9 agosto 2019

PARLA IL TITOLARE DEL CAYO BLANCO: “NON SIAMO RAZZISTI, FA PIÙ MALE QUEST’ACCUSA INFONDATA CHE IL DANNO ECONOMICO”

Ha fatto scalpore anche a livello nazionale la sospensione della licenza di intrattenimento danzante e bar per 15 giorni al celebre locale Cayo Blanco sulla spiaggia di Sottomarina, operata ieri mattina dal Questore di Venezia in forza dell'articolo 100 del Testo Unico di Pubblica Sicurezza. Durante un evento nel locale infatti -secondo la ricostruzione della Questura- sabato scorso i buttafuori avevano procurato serie fratture al perone e alla mascella a un cliente di 43 anni (prognosi di 30 giorni), e malmenato in precedenza un altro di 25 con prognosi di 20 giorni, oltre a uno spiacevole episodio di discriminazione che il 21 luglio ha visto suo malgrado protagonista un diciottenne adriese di origine etiope (in Italia dall'età di due anni), calciatore nelle giovanili della SPAL, lasciato fuori dalla security espressamente per il colore della sua pelle, circostanza alla quale è seguita una denuncia da parte dei genitori del ragazzo. «I fatti accaduti - si legge nella nota firmata dal questore Masciopinto - hanno generato un elevato allarme sociale ed hanno evidenziato una non adeguata vigilanza del locale da parte del gestore».

Fabio Damian, che da 11 anni è titolare del Cayo Blanco, è profondamente amareggiato per dover interrompere l'attività estiva e le serate dance al loro culmine, e -visibilmente scosso- si spiega davanti alle telecamere di Chioggia Azzurra: «Il danno economico è certo importante, ma per il nostro carattere duole soprattutto l'accusa grave e infondata di razzismo, a noi che diamo lavoro a 12 dipendenti stranieri (per lo più africani) su 48. Tutte bravissime persone che trattiamo da fratelli, così i molti clienti che vengono da altri Paesi. Gestiamo lo stabilimento con la massima professionalità e serietà, anzi denuncio che dopo la pubblicazione degli articoli sono arrivate minacce e sta salendo un odio preoccupante nei confronti del Cayo Blanco». Damian parla al passato dell'agenzia di security che operava durante le serate: «Ci siamo appoggiati a loro per anni e non avevamo mai avuto problemi, pensavamo di essere a posto con tutto ma purtroppo si sono verificati gli episodi di cui alle indagini, alcuni dei quali non sono nemmeno accaduti all'interno dello spazio né nelle fasce di apertura». Il Cayo Blanco ha fornito la documentazione del caso a uno studio legale: «Si tratta di una situazione chiaramente non cercata né voluta, non ci sono precedenti in tal senso negli 11 anni di attività. Un grosso fraintendimento, certo, ma con un danno di immagine notevole per chi ci conosce e sa come lavoriamo».

«Imbarazzato» si dice Giorgio Bellemo, presidente dei concessionari balneari riuniti in ASCOT: «Fa più rumore questa notizia che non l'impianto di gpl. Da due anni c'è un'aggressione sì, ma nei confronti dei concessionari demaniali marittimi, con controlli quotidiani e altre iniziative. Occorre punire chi ha sbagliato e deve pagare, ma con la giusta misura, non sospendendo in piena estate l'attività di ristorazione e intrattenimento. Qua si è voluto creare il caso». Solidarietà a Damian viene espressa da Beniamino Boscolo, consigliere comunale di Forza Italia: «Chiudono per 15 giorni un'attività balneare di ristorante e discoteca (una delle pochissime a Sottomarina) in piena stagione. Da tanti anni lavora e fa divertire le persone. Addirittura sette volanti delle forze dell’ordine si sono presentate al locale, quando il diverbio tra i buttafuori e l'astante era già finito. Noi difendiamo le imprese che investono, fanno debiti, pagano lo stipendio delle famiglie che ci lavorano e vorremmo che le forze dell’ordine tutelassero queste imprese contro i soggetti che creano scompiglio, e magari svolgono attività illegali. Non si può chiudere in piena stagione, per un locale il danno è economico oltre che di immagine».
Di altro tenore le dichiarazioni di Enrico Veronese, vicepresidente del comitato ANPI di Chioggia: «Non potendo certo essere smentita la ricostruzione del questore Masciopinto (molto precise le sue parole, grazie per aver ricordato valori e princìpi costituzionali), è allucinante che alcuni commenti corporativi dimentichino completamente le vittime dei due episodi di grave violenza e quello di discriminazione avvenuti nel locale o alle sue soglie, nella "terra di nessuno". Dispiace umanamente per gli introiti che i concessionari dello stabilimento andranno a perdere, ma preoccupa di più la salute compromessa di due persone uscite con le ossa rotte per causa di buttafuori sempre più esaltati e maneschi, oltre a un giovane che non è stato fatto deliberatamente entrare solo per il colore della sua pelle. A scanso di equivoci, io sono solidale a queste tre persone e a tutti coloro che, anche altrove, dovessero subire angherie dalle security arbitrarie e "ideologicamente orientate"».

14 commenti:

  1. Ci mancava solo il parere dell’ANPI. Sentiamo anche il parere dell’ANVRG (Associazione Nazionale Veterani e Reduci Garibaldini)

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    1. Scusa non ho capito: abbiamo intervistato il titolare del Cayo Blanco che ci ha raccontato la sua versione, Beniamino Boscolo, Giorgio Bellemo di ASCOT non capisco perché l'AMPI non possa dire la sua, possiamo essere d'accordo o meno ma su queste pagine abbiamo sempre dato spazio a tutti e riportato notizie A PRESCINDERE dalle nostre idee oppure da simpatie o antipatie. Pubblichiamo gli eventi di Gianni Nardo, i comunicati di ASCOM (che non ci manda) perché gli brucia ancora la sconfitta della Segantin la cui sconfitta l'attribuiscono (e hanno perfettamente ragione) al sottoscritto. Le ,,,, (mi tratteng,è meglio), le "news" di quell'incapace di Roberto Rossi con la storia (strumentalizzata) dell'impianto di GPL.... e sì, mettiamo anche quello che ci manda l'AMPI e ci mancherebbe che non li mettessimo, anche se sono molto poche le volte che concordo con quello che scrivono.

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    2. E ci mancherebbe che non fosse stato intervistato il diretto interessato titolare del Cayo Blanco.
      Anche il consigliere comunale Beniamino Boscolo e Giorgio Bellemo rappresentante di ASCOT, ci sta.
      Ma l’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) che cavolo c’entra la loro opinione? Vadano a sfilare con i loro gagliardetti, seguiti da quattro gatti!

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    3. l'ANPI non è stata intervistata, ha rilasciato il proprio parere e l'editor del blog lo ha cortesemente pubblicato. Il comitato ANPI di Chioggia si occupa di politica esattamente come il consigliere citato (e, occorre constatare, lo fa anche il capo di una categoria corporativa).

      Se il parere dell'ANPI dà fastidio ai fascisti e a quelli come lei, tanto meglio: continueremo a esternarlo dovunque ci siano episodi di intolleranza razziale, religiosa, politica, sessista etc. che squalificano chi li pone in essere.

      Quanto ai gatti, cui vogliamo bene, guarda meglio che sono sempre di più!

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    4. Risposta all’ANPI Chioggia - 10 agosto 2019 11:27
      Me l’aspettavo questa reazione dell’ANPI.
      Quando si fa qualche considerazione a codesta associazione si viene tacciati da “fascisti”, oramai è una parola scontata.

      Io sono più in sintonia con Giampaolo Pansa che in un’intervista rilasciata il 5 febbraio 2019 al Secolo d’Italia diceva:
      “Quelli dell’ANPI non contano un cazzo. Straparlano. Sono un club di trinariciuti comunisti”
      Continuava ancora Pansa in quell’intervista:
      “I comunisti e tutta la sinistra non hanno più voce in capitolo. Sono in rotta di collisione con la verità e la storia. Ecco perché parlare oggi di ANPI è anacronistico. In un certo modo è come parlare dei superstiti di Garibaldi che cento anni dopo parlano dello sbarco dei garibaldini”

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    5. Non sono iscritto all'Anpi e ho considerazioni storiche leggermente diverse da quelle che ci vengono, praticamente imposte, da chi, a suo tempo ha vinto la guerra. Posso concordare che, nell'attuale contesto storico, l''Anpi possa essere considerato "anacronistico" ma questo non toglie una virgola UNA al fatto che continuino a ricordare quel periodo storico (per il sottoscritto fu una guerra civile con crimini da una parte ma anche dall'altra) la storia ritorna, si ripete che ci sia qualcuno che ce la ricordi, possono essere anche pochi ma io penso che pur non condividendo tutto quello che molti di loro, purtroppo, danno come una verità assoluta (cosa che non è) è UN BENE che ci siano e che ci ricordino sempre che se oggi godiamo della libertà che abbiamo è per quello che hanno fatto, per quelli che hanno anche dato la vita per la libertà, la NOSTRA libertà. E' bene che ce lo ricordiamo.

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    6. OGGI, A CHE SERVE L’ANPI ?
      L'ANPI serve a combattere il fascismo? No, perché il fascismo non c’è più. Serve a riunire gli antichi partigiani? No, perché non ci sono più. Serve a tenere vivo il ricordo? No, perché all’uopo ci sono gli storici. Più che altro serve come motore, un po’ da giovani e un po’ da anziani ex sessantottini, della dilatazione lessicale del termine fascismo. Che è una tendenza davvero senza età ed è quella che faceva scrivere a George Orwell - non certo un reazionario destrorso - sul settimanale Tribune nel 1946: «La parola fascismo ha perso ogni significato e designa semplicemente qualcosa di indesiderabile».
      E così, è fascista il padre che punisce, il professore che boccia, lo studente che bulleggia, il vigile che multa, l’arbitro che non è imparziale……

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    7. Secondo la tua logica bisognerebbe buttare nel wc tutti i libri di storia, anche io ritengo che moltissime delle uscite contro questo così detto "nuovo fascismo" siano troppo oltre, vedi tutta la pubblicità che hanno fatto due anni fa alla "spiaggia fascista" però, ripeto, è un bene che ci sia chi ci ricorda i valori fondanti della nostra democrazia. Meglio che siano quelli dell'anpi piuttosto che non ci siano. Poi, concordo, che a volte con le loro uscite "anti-fasciste" fanno più danni che altro dando importanza a gruppetti di scalmanati che del fascismo, in realtà, non sanno nulla di nulla.

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    8. Risposta al sig. Andrea Comparato - 11 agosto 2019 03:28
      Nel mio commento ho detto che a tenere vivo il ricordo, ci sono gli storici. Mai detto che bisognerebbe buttare nel wc tutti i libri di storia.
      In quanto ai “valori fondanti della nostra democrazia” essi sono scritti nella nostra costituzione. Basta leggerla.

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    9. Certo che non lo hai scritto ma con la stessa logica in cui tu vorresti "liquidare" l'Anpi perché non cancellare altri "passaggi" della storia? Per quanto riguarda la costituzione, scusami, mi fai ridere, la gente NON legge un articolo... non apre un giornale, si limita ai TITOLI e vuoi che leggano la costituzione? Dai... almeno che ci sia qualcuno che ci ricorda quello che è successo. W l'ANPI

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    10. A PROPOSITO DI STORIA
      Il numero dei partigiani, sul finire del fascismo, man mano che avanzavano gli alleati e la lotta si faceva meno pericolosa, ebbe un crescendo. 10mila furono i combattenti dopo l’8 settembre del ‘43, poi 20-30 mila nel febbraio-marzo del ‘44 e successivamente (secondo i numeri certificati usciti sul Portale dell’Archivio centrale dello Stato) diventarono 130mila nei giorni precedenti il 25 aprile del ‘45, quando ci fu la Liberazione. Nei giorni successivi, a bocce ferme o quasi, a pericolo scampato, i dati ufficiali dicono che i partigiani arrivarono a 250mila.

      Quando si trattò di riscuotere la pensione da partigiano, i 250mila del post 25 aprile del ‘45 sarebbero lievitati a 650mila, (stime dell’Archivio centrale di Stato nel momento di avanzare la richiesta di riconoscimento) come combattente della Resistenza anti-fascista nelle brigate Garibaldi, nel Corpo dei volontari della libertà e affini. Se si veniva annoverati nelle liste dei miliziani, si conquistava una paghetta non indifferente: tra le mille e le cinquemila lire.

      L’epopea partigiana fu tutt’altro che maggioritaria. Anzi la Resistenza italiana non fu affatto un fenomeno di massa, come ormai è chiaro a tutti gli studiosi. L’ANPI attuale con i suoi 130mila tesserati nel suo piccolo sembra quasi un’organizzazione di massa, ma a ben vedere è un’associazione di partigiani senza partigiani…..MA PARTIGIANA, ossia che fa politica. Non rappresenta più, per mancanza di materia prima, l’esercito (esiguo) dei combattenti di 75 anni fa e potrebbe o dovrebbe chiamarsi altrimenti: come uno dei tanti partitini di sinistra.

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  2. Dice bene Bellemo, siamo andati su tutti i giornali e tg nazionali per una scazzottata (peraltro pare fuori dal locale pubblico) affibbiando la targhetta di razzisti, quando sulla questione del GPL non una riga è stata scritta sui quotidiani nazionali. Eppure l’impianto GPL ha violentato non qualche persona, ma una intera città.

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  3. pensate a togliere le grandi navi invece10 agosto 2019 alle ore 11:28

    evidentemente vi siete persi le trasmissioni di Santoro e altre in tv, oltre agli articoli di Stampa, Corriere, Repubblica e quant'altro sul deposito di gpl...

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  4. ANPI non risponde ad anonimi.

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