mercoledì 3 gennaio 2018

IL PESTAGGIO AL DJ FIDELFATTI FINISCE IN DENUNCE. DENTRO O FUORI DAL LOCALE? DOMANI LA VERITÀ DEL BARINTO

Arriverà logicamente in tribunale la vicenda che la notte di Capodanno ha visto protagonisti, loro malgrado, il celebre disc jockey Piero Fidelfatti e Ivan Boscolo Moretto, gestore del Barinto in calle San Giacomo a Chioggia. Dopo l'aggressione subita ad opera di due o tre persone attorno all'1.45 del primo mattino dell'anno, il 61enne artista locale di fama internazionale -pioniere della disco music in Italia già oltre quarant'anni fa con le prime serate al dancing Nuovo Mondo- ha incassato la solidarietà della Rete e dei colleghi da tutto il Paese fino ai grandi network musicali, dovuta non solo all'essere stato la vittima del pestaggio ma anche alla sua indiscussa professionalità, riconosciuta da ammiratori e allievi di tutte le generazioni (e certo non aiutano dichiarazioni, francamente irrispettose, quali «gli abbiamo fatto un piacere a contattarlo per farlo lavorare»). La querelle verte soprattutto sul luogo dove il misfatto sarebbe avvenuto, se all'interno del bar -come afferma lo stesso Fidelfatti, smentendo le ricostruzioni di alcuni organi di stampa- oppure all'esterno, in piazza, come asserito da Moretto che sarebbe in possesso delle immagini registrate da un proprio sistema di videosorveglianza. Intanto sono partite le denunce incrociate, con molti testimoni ad avvalorare l'una e l'altra tesi.
Nelle parole del disc jockey, la sorpresa per un trattamento mai ricevuto prima. «Fino all'1.30 tutto andava bene, a parte la richiesta gentile di abbassare i volumi durante la cena», dice Piero Fidelfatti ai microfoni di Chioggia Azzurra. «A quell'ora arriva in consolle Ivan, urlando come mai l'ho visto prima. “Cambia musica! Hai finito di fare techno?”, a me che non ho neanche un disco techno... io offro house, soulful, più tenue. Le persone si stavano divertendo e il locale era strapieno, se qualcuno si fosse lamentato sarebbe venuto da me a chiedermi cosa vuole». A colpire Fidelfatti anche i toni: «Non può venirmi a dire “io sono il padrone”, aggredendomi in tal modo. Al che ho abbassato la musica completamente, e gli ho detto “tu sei il padrone, e io sono Piero Fidelfatti, ciao ragazzi vi saluto”. Il locale mi ha omaggiato, battuto le mani, invocato il mio nome». Il gestore lo ha congedato, così Piero si è incontrato per strada con Johnson Righeira, protagonista della notte in piazza: «Un caro amico che proprio io, prima, ho introdotto al Barinto. Sapendo cosa sarebbe successo poi, non lo avrei fatto», dice il deejay. Che una volta accortosi di non avere con sè il telefono, è tornato nel luogo dove ha trascorso la serata per cercarlo: «Entro e chiedo ai ragazzi seduti dove stava la consolle, al che arriva Ivan come un toro infuriato urlando “Fuori dal mio locale!”, mi ha preso per il cappotto distruggendolo, e spingendo il mio braccio contro la porta senza che io facessi resistenza, anche per timore. Uno dei tizi seduti al posto della consolle mi ha dato un pugno in testa, un altro mi ha dato un calcio che mi ha fatto fare un volo di tre metri, mi sono trovato disteso per terra intontito». Fidelfatti nega di aver litigato con alcuno oppure offeso, e conferma che il fattaccio non è avvenuto fuori dall'esercizio: «Lo dice il gestore per salvare la faccia, è iniziato tutto all'interno da parte sua. Ho tanti testimoni con me, non solo fra i clienti ma anche passanti, che dicono di non aver mai visto trattare una persona in questa maniera, pur non conoscendomi». Queste persone hanno già reso deposizione ai carabinieri -la denuncia è stata formalizzata- e altre deporranno per il procedimento; carabinieri e polizia locale hanno fatto un sopralluogo nel locale dopo l'1.45. Piero Fidelfatti si è recato al pronto soccorso con la schiena indolenzita, un ematoma in testa e abrasioni ai gomiti. E si lascia andare a un commento amareggiato: «Colpa di gestori non professionisti, un ambiente che sfrutta ragazzi appassionati i quali spendono migliaia di euro per una consolle e vengono ripagati con cento euro per cinque ore di musica. Per forza in giro non ci sono più club della notte».
Di tutt'altro tenore le dichiarazioni del Barinto, i cui gerenti si trincerano dietro la loro estraneità all'aggressione, che secondo questa tesi sarebbe avvenuta allo scoperto, fuori dal plateatico in corso del Popolo. «L'unico che ha gridato è stato il dj -dicono dal Barinto- chiedevamo che fosse abbassata la musica perché il nostro permesso scadeva all'1.30. È una cattiveria dire che l'aggressione è avvenuta nel locale, siamo pronti a denunciare tutti coloro che lo sostengono, anche noi abbiamo i testimoni. Non abbiamo niente da nascondere, abbiamo la coscienza pulita». Ivan Moretto, che ha trascorso i primi giorni dell'anno in montagna, è pronto a visionare le riprese delle telecamere di sorveglianza, e pretende le scuse di quella che a suo dire sarebbe una «diffamazione avvenuta online e anche sulla stampa». Nel confermare che il professionista è stato comunque pagato, e di non aver assistito personalmente alla scena incriminata, Moretto ha annunciato per domani alle ore 15 una conferenza stampa per illustrare di persona la propria verità sulla spinosa faccenda. Non manca tuttavia di dispiacersi per il trattamento: «Non si fa così con una persona dell'età di Piero, né con nessuno». Per la verità bisognerà attendere le indagini e il processo in tribunale.

2 commenti:

  1. nel dubbio, non si candidasse..... per il bene futuro di tutti

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  2. io lo voto, in fondo ho votato di peggio... :-p

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