«Eh Giovanni, non vado dal barbiere neanch'io», diceva il presidente Mattarella in un fuori onda lo scorso 28 marzo, ormai diventato celebre non solo per raffigurare l'umanità del Capo dello Stato ma anche per significare la difficoltà di un intero Paese, alle prese con l'astensione forzata da atti naturali e necessari, come rivolgersi ai professionisti del taglio e della messa in piega.
Chioggia Azzurra quindi prosegue il suo "giro" delle attività imprenditoriali del territorio, per avere il polso della situazione: dopo Davide Bonaldo dell'azienda ittica Davimar -che segnala possibili disfunzioni del sistema di cassa integrazione affidato all'INPS- è oggi la volta di Cristina Pasotti, la quale aiuta il marito Pietro Falconi e la figlia Valentina nello studio familiare di acconciature in strada Romea a Sant'Anna.
«È dura non lavorare - esordisce Cristina - soprattutto senza sapere come e quando sarà possibile ripartire. So che questo mestiere è a contatto con le persone, per questo la categoria affiliata al CNA ha bsiogno di risposte per il dopo: siamo pronti con guanti, maschere, appuntamenti e ingressi diradati». Quel che più preme, a chi sta rispettando le regole, è che tutti lo facciano: «Ci è giunta notizia - continua l'interlocutrice - che è in atto una concorrenza sleale da parte di chi esegue servizio a domicilio, o perché lo faceva anche prima (con ulteriori risvolti fiscali, ndr) oppure perché ora ha il negozio chiuso». La cassa integrazione non basta, le spese ci sono: e come il presidente Mattarella, tutti hanno necessità di ricorrere ai parrucchieri.
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