martedì 28 maggio 2019

PESTAGGIO “D’ONORE” IN TOMBOLA, IL TRADIMENTO SCOPERTO AL TELEFONO. IRREPERIBILE LA FAMIGLIA VIOLENTA, SERIE LESIONI PER LA VITTIMA

Emergono nuovi particolari dal feroce pestaggio di cui è stata vittima una cinquantenne chioggiotta, sabato mattina, nella sua residenza alla ex casa del pescatore in quartiere Tombola. La donna ha riportato traumi facciali, una costola rotta, il setto nasale deviato, graffi con uscita di sangue, ematomi e lividi oltre a cicatrici, essendo stata percossa anche a bastonate da quattro persone: si tratta di tre donne (fra cui una minorenne) e un ragazzo di 17 anni, che precedentemente si erano appostate nella trattoria in cui lavora la vittima per aspettarla al varco. La spedizione è stata ordita da una delle donne, tradita dal marito -un venditore ambulante di origine meridionale- con la vittima del pestaggio: il legame è stato scoperto attraverso il rinvenimento di un secondo telefono, che l’uomo utilizzava per comunicare con la sua nuova partner.
La moglie ha scoperto messaggi e chiamate, risalendo alla destinataria: così ha deciso di portarsi dietro i due figli, un’adolescente di 14 e un maschio di 17 anni, oltre a un’amica, e di indirizzarsi al luogo di lavoro della rivale. Avendo intuito le intenzioni del gruppetto, il titolare dell’esercizio ha telefonato alla 50enne di Chioggia chiedendole di rimanere a casa perché avrebbe rischiato di incontrarle recandosi al lavoro. Al che la donna ha contattato la figlia per avvertire la polizia, giunta in zona solo quando il clan picchiatore era già uscito dal blitz. Nel frattempo il marito separato della vittima, debole e invalido, che stazionava nei paraggi della trattoria è stato spinto (nonostante la sua riluttanza) a condurre la gang entro la casa comune: quando l’uomo ha aperto la porta è stato immobilizzato dai due minori, mentre le due donne si accanivano sulla terza, sottraendole anche il telefono con la forza e minacciando la figlia stessa.
Una vendetta “d’onore” in piena regola arcaica, contro ogni logica del chiarimento e della responsabilità in carico al marito fedifrago. La polizia, sabato stesso, ha rintracciato i componenti della spedizione, identificandoli al Commissariato di Pubblica Sicurezza, e a seguito di questi eventi tumultuosi la famiglia dell’ambulante pare aver lasciato la propria abitazione ed essersi dileguata, senza nemmeno che il furgoncino tornasse in circolazione per il lavoro. Da parte della 50enne che porta addosso i segni del pestaggio è scontata la denuncia e l’adizione delle vie legali.

Nessun commento:

Posta un commento

Purtroppo siamo bersagliati dallo spam. Se vuoi commentare devi registrarti su google anche con un nick name, ci dispiace ma e' diventata una cosa impossibile.

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.