lunedì 13 maggio 2019

UN ALTRO PINO MARITTIMO CADE NEL CORTILE DELLA “MARCHETTI”: PER FORTUNA I BAMBINI NON ERANO A SCUOLA

Un pino marittimo alto circa 20 metri è caduto, tra ieri e la prima mattinata di oggi, sopra il cortile della scuola primaria Marchetti nel quartiere Tombola a Chioggia. Fortunatamente i bambini non erano ancora a scuola quando è successo: il fusto si è appoggiato sopra le giostre, sfondandole. Già ieri l'anomalia dell'inclinazione era stata notata dai vicini vigili del fuoco, sul muretto della cui caserma il pino si appoggiava: evidentemente le radici erano già sollevate, ed essendo di natura superficiali non hanno profondità nel terreno, costituendo quindi un pericolo in caso di alberi ammalorati.

L'esemplare abbattutosi sulle giostre era fra quelli apparentemente più verticali: si tratta infatti dell'ennesimo tronco che cade in pochi anni entro il cortile della scuola Marchetti, dove - ricorda il presidente del consiglio di istituto Antonio Duse - appena venerdì scorso hanno compiuto un'accurata visita interna ed esterna i membri della III e della IV commissione consiliare. Domani stesso la giunta comunale approverà il provvedimento che prevede lo stanziamento delle somme necessarie per affidare il censimento degli alberi, finalizzato ad individuare ed eliminare eventuali piante pericolose per l'incolumità pubblica, anche in corrispondenza di eventi atmosferici intensi.

1 commento:

  1. Nell’articolo sta scritto:
    “appena venerdì scorso hanno compiuto un'accurata visita interna ed esterna i membri della III e della IV commissione consiliare”.

    Una domanda sorge spontanea : ma che cavolo di visita “accurata” hanno fatto i membri di questa commissione?

    Anche i vigili che “Già ieri l'anomalia dell'inclinazione era stata notata dai vicini vigili del fuoco, sul muretto della cui caserma il pino si appoggiava”, perché non hanno segnalato nulla?? Quantomeno si poteva puntellare la pianta, o in estremo, se vi erano le condizioni tagliarla.

    Per fortuna nessuno si è fatto male. Ma non possiamo sempre sperare nella “buona stella”

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