«Una fregatura». Non ha usato mezzi termini il comandante della polizia locale di Chioggia, Michele Tiozzo, durante l'audizione di ieri pomeriggio avanti la II e IV commissione in seduta congiunta per dirimere le tante criticità sollevate in merito alla sede del comando, che dal febbraio scorso è stata spostata in una palazzina all'isola Saloni. «È come aver acquistato un'auto nuova, e dopo una settimana accorgersi che si brucia il motore», esordisce il comandante Tiozzo. «Ci sentiamo alla stessa maniera, dopo aver valutato tante ipotesi per farci giustamente lasciare la Loggia dei Bandi, che non era capiente e anche fuori norma».
Una volta individuata nello stabile di EcoHouse ai Saloni la soluzione giusta e gratuita per il Comune, con le dimensioni adeguate a ospitare il comando, sono insorti i problemi dopo il collaudo: «Li abbiamo segnalati - continua Tiozzo - senza creare allarmi né con volontà di polemica, ma continuando a lavorare e nello stesso tempo cercando di capire se ci fossero le risorse per sistemarli. Abbiamo evidentemente esigenze diverse rispetto agli altri uffici».
Sono soprattutto le infiltrazioni e lo stato dei servizi igienici -già notificato in passato- a preoccupare gli agenti, ma ieri si è appreso anche dell'esistenza di una sola linea telefonica. Racconta il dirigente: «Quando è impegnata non possiamo ricevere altre segnalazioni nello stesso tempo. E se un operatore della centrale alza il telefono per passare un numero interno, nessun altro può più usarlo in quel frangente. Se ci fosse un'emergenza o un incidente stradale, si rischia che non risponda nessuno mentre stiamo spiegando qualcos'altro a un altro utente. E siamo nel 2020...».
Quanto alle questioni principali, «che l'illuminazione fosse scomoda - prosegue la vicecomandante Francesca Telloli - lo abbiamo scoperto lavorandoci dentro, seguendo il ciclo del sole. Urgono pannelli, e la schermatura delle finestre non più differibile, perché non si resiste in inverno né in estate. A proposito della stagione calda, serve anche raffreddare i locali dove sono tenuti i sistemi informatici, anche in previsione della prossima installazione della rete di controllo per la ZTL. Il rischio infatti è il surriscaldamento». Oltre a nuovi termostati, è il videocontrollo a preoccupare gli agenti: «Servono due telecamere - continua Telloli - per le entrate al piano interrato, che non sono controllate visivamente dal piantone. E così pure il parcheggio esterno».
Qualcosa in un anno è stato migliorato, riconosce Tiozzo: «Sono stati appunto sistemati gli spazi esterni e il sistema d'allarme, con il maniglione antipanico. Possiamo dire che il 30% delle richieste è andato esaudito, mentre il 70% ancora no». Ma restano ancora insoluti i temi principali: nei locali piove dentro. «Il problema era già stato evidenziato in fase di collaudo - dice Michele Tiozzo - e ci era stato rappresentato come temporaneo, dipendente dall'umidità del cemento destinato ad asciugarsi. Invece le infiltrazioni si sono deteriorate, con l'arrivo della muffa. Uno stillicidio continuo sopra i mobili e gli abiti, le docce e gli spogliatoi. All'inizio l'impresa costruttrice veniva a ritoccare, poi non più: e la discesa d'acqua continua. Se continua così, si sfalda la soletta nel giro di qualche anno».
Queste infiltrazioni pesanti preoccupano non solo perché rovinano tutto il materiale che c'è all'interno, ma provocano anche odori sgradevoli con i quali convivere tutto il giorno e tutti i giorni: la condizione è comune a tutto il piano interrato, ed è stata intentata una causa legale dai proprietari dell'immobile all'azienda costruttrice. «Forse ha adoperato materiali scadenti?», si chiede il dirigente della polizia locale. Ora è fase di perizie e controperizie, motivo per cui il settore lavori pubblici del Comune non può dare incarichi per le sistemazioni, dovendo attendere l'esito della causa.
Altro grande fronte aperto, i bagni del piano interrato che non sono collegati alle fognature dell'acqua nera, bensì a un sistema tipico dei camper: «Va bene se viaggi 15 giorni all'anno con la famiglia - commenta Tiozzo - non dove abitano 40 persone. Sono inadatti a una comunità. Non è colpa del collaudatore, ma dell'impresa costruttrice: solo che noi non possiamo chiamare ogni 15 giorni l'impresa di spurgo dei pozzi...». L'assessora Genny Cavazzana ha confermato che l'amministrazione sollecita ogni volta gli interventi all'impresa, dopo aver ascoltato i tecnici: «La schermatura delle luci, ad esempio, è stata inserita nel piano di efficienza energetica. La delibera è pronta, in approvazione in questi giorni, e prima dell'estate la schermatura sarà compiuta».
Dal canto suo il dirigente dei lavori pubblici Stefano Penzo ha ribadito che l'edificio è stato collaudato senza vizi, dichiarato agibile e idoneo sotto il profilo igienico-sanitario per l'uso cui è destinato, con procedure asseverate dai responsabili del collaudo: «Non vi sono problemi al momento che rendano inagibile la struttura - risponde Penzo tra le perplessità dell'aula - dal momento che l'impresa o gli uffici hanno risolto tutti i problemi evidenziati». Il Comune, continua il dirigente, si sta attivando per risolvere le questioni sollevate dalla polizia locale allo scopo di migliorare le condizioni di lavoro: «Ma quelle relative alla sicurezza e alla salute non ci sono», insiste Stefano Penzo.
«Personalmente - interviene il consigliere comunale Marco Dolfin, che ha seguito la vicenda dall'inizio - ho sempre sostenuto che prima di traslocare definitivamente si dovevano avere tutte le garanzie. Ma ancora una volta si è dimostrato che la palazzina è un vero "pacco", e che l'amministrazione non intende intervenire in quanto c'è una causa in corso. Forse aspettiamo che succeda qualcosa di grave? A quanto pare, alla giunta interessa più tagliare nastri ed appendersi medaglie di cartone. Bisogna invece attivarsi subito per dare incarico ad un consulente legale, al fine di proteggere il patrimonio pubblico. Altrimenti sarò costretto a richiedere l'attenzione di alcuni organi sovracomunali, come lo Spisal e l'ULSS, a tutela dei lavoratori della polizia locale».
Siamo messi proprio bene!
RispondiEliminaEppure la trattativa per l’acquisizione è andata avanti quasi un anno e ce n’è voluto quasi un altro per adeguare l’immobile alle esigenze del comando della Polizia Municipale.
Il risultato oggi è questo.