Che sia opera del Postin, al secolo Tiziano Salvagno, l’imbrattamento sulla Tolela votiva in calle Ramo Fornetti?
Salvagno ci ha abituato già nel passato allo sfregio di monumenti, tolele votive, marmi di abitazioni e di Chiese, senza dimostrare nessuna considerazione per il valore storico, architettonico, sacro dei monumenti o delle iconografie che decide di deturpare.
Solitamente per rovinare ciò che gli capita a tiro utilizza bombolette spray. Quindi associare il suo nome al graffito realizzato recentemente sulla tolela di calle Ramo Fornaretti viene abbastanza spontaneo.
Già qualche giorno fa sui marmi bianchi a contorno di porte e finestre di un locale al piano terra affacciato su Canale Vena si erano visti graffiti nell’ormai noto stile Postin in colore rosso e già era venuto il dubbio che avesse ripreso la brutta abitudine che sembrava sopita nel tempo.
Resterà il dubbio che lo sfregio sia o non sia opera sua, in quanto fino a che non sarà colto sul fatto, sulla sua responsabilità non potrà esserci sicurezza. Esiste inoltre il diritto giuridico della presunzione di innocenza per cui una persona è ritenuta innocente fino a prova contraria.
Ma cambierebbe qualcosa sapere che il colpevole sia lui? Sicuramente saperlo non pagherebbe i danni. Non ridarrebbe alla tolela sfigurata in questi ultimi giorni il suo splendore.
Per quello servirà solo la mano di qualche artista o di qualche devoto che vorrà far tornare il sacro dipinto della tradizione chioggiotta alla sua versione originale.
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