La madre di due bambini iscritti alla scuola per l'infanzia e all'asilo nido integrato Sacra Famiglia di Sottomarina ha scritto una lettera aperta attraverso i media per denunciare la situazione in cui si trova, a causa delle decisioni della cooperativa che gestisce l'istituto. «Sono delusa, arrabbiata e amareggiata, ma soprattutto preoccupata - esordisce la donna - perché ora sono in una situazione in cui mai avrei voluto trovarmi».
Premettendo che i figli si sono trovati molto bene in questa scuola e hanno sempre frequentato con gioia e piacere, la genitrice rileva che «a fine febbraio le scuole hanno interrotto la didattica in presenza e i bambini sono rimasti a casa. Molti hanno ritirato i propri figli. La scuola ha chiesto che le fosse data fiducia, domandando alle famiglie che hanno mantenuto l’iscrizione la retta intera di marzo e la riduzione del 50% per quelle successive. Quindi 205 euro per marzo che sono diventati 102 ad aprile, maggio e giugno. Bisognava sostenere la scuola, per il bene di tutti e soprattutto dei bambini. La cooperativa Zagon ha prospettato un aumento per l’anno successivo di 20 o al massimo 50 euro a causa della difficile situazione che, purtroppo, ha messo in ginocchio tutti (molte famiglie comprese). Comprensibile».
La famiglia della scrivente si è consultata e ha deciso, appunto come era stato chiesto, di dare fiducia: «In fondo si tratta della scuola del quartiere, della parrocchia, quella dove posso ancora incontrare la suora che da bambina mi ha preparata alla Prima Comunione - continua la madre - come potevamo non fidarci? Abbiamo mantenuto l’iscrizione e versato 1306 euro da quando la scuola ha chiuso fino ad ora (al nido i costi sono superiori), convinti di fare la cosa giusta. Intanto moltissimi bambini continuavano incessantemente a ritirarsi, ma la scuola altrettanto incessantemente continuava a chiedere fiducia: c’era bisogno anche del nostro contributo. In fondo, anche questo era un modo per aiutare nel nostro piccolo la società ad andare avanti, a riprendersi. Nelle difficoltà ci si aiuta tutti. In maniera ingannevole e subdola era quello che la scuola ci spronava a credere.
I mesi sono passati - prosegue la lettera - e tutto è continuato in questo modo, fino a ieri! Il giorno 29 maggio sono state presentate le condizioni e le rette per l’anno 2020-2021. Mio marito ed io abbiamo aperto la mail convinti che la scuola avesse mantenuto le promesse, ci aspettavamo quindi un aumento di al massimo 50 euro. Con incredulità, abbiamo appreso che le spese per il prossimo anno ammonteranno, per ogni bambino dell’infanzia a 3600 euro di contributo alla didattica annuale + 200 euro di iscrizione + 200 euro di spese annue + 822 euro di spese per l'igienizzazione. Il tutto, diviso per i 10 mesi di scuola, fa sì che la spesa media mensile ammonti a ben 482 euro! Per chi avrà pagato regolarmente le rette nel periodo di emergenza da Covid è previsto uno sconto di 514 euro. Per noi quindi 430 euro: che "fortuna", questo è il premio riconosciuto per aver dato fiducia!».
La signora è «profondamente sconfortata. Siamo una famiglia media, non possiamo permetterci rette di questo tipo. Mi sento anche profondamente sciocca e ingenua per aver creduto alle richieste di aiuto della scuola. Siamo stati presa in giro. Colpa nostra, pensavamo che una scuola fondata sopra i principi cristiani non potesse tradirci in questo modo, e soprattutto non potesse trattare i nostri bambini come semplici fonti di reddito. Freddo glaciale e nessuna risposta abbiamo ottenuto quando è stato chiesto al signor Davide Bux, presidente della cooperativa che gestisce il servizio, chiarimenti e ulteriori informazioni».
Moltissime altre famiglie non possono permettersi di pagare rette così alte, e le scuole del territorio non hanno più posti disponibili: «Risultato? Tanti bambini rischiano di non poter accedere al primo segmento del percorso di istruzione. È questo il risultato a cui vuole arrivare la gestione di una scuola che porta il nome di Sacra Famiglia? È così che tutela i suoi allievi? Mi chiedo quale fiducia si possa ancora accordare a una scuola che illude con false promesse le famiglie e poi disattende, uno ad uno, gli impegni presi. Consideriamo che a gennaio abbiamo sottoscritto un contratto che riportava, per l’anno 2020-21 un impegno mensile per le famiglie di 215 euro. Come si è arrivati ora alla cifra di 482 euro?», è la domanda della famiglia in questione.
«La cosa più grave e preoccupante - conclude la missiva - è che a tantissimi bambini verrà negata la possibilità di frequentare una scuola dell’infanzia. Ci fosse un minimo di correttezza, ci si aspetterebbe che chi ha creato questa situazione si impegnasse a trovare una soluzione affinché i bimbi possano frequentare una scuola e ci rimborsasse le rette subdolamente sottratteci. Purtroppo ho capito con chi ho a che fare e ormai non mi aspetto tanta onestà».
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