venerdì 20 marzo 2020

SCUOLE CHIUSE DA UN MESE, MA LA "SACRA FAMIGLIA" DI SOTTOMARINA CHIEDE IL PAGAMENTO DELLA RETTA INTERA: I GENITORI RITIRANO I BIMBI DALLE CLASSI

Le scuole di ogni ordine e grado sono chiuse ormai dalla fine di febbraio anche a Chioggia, come dapprima in tutto il Veneto e quindi nel territorio nazionale. Né si conosce la data della riapertura, dal momento che sia il presidente del consiglio Conte che la ministra Azzolina hanno lasciato intendere che il termine del 3 aprile sarà sicuramente prorogato.
Intanto molti istituti si sono dedicati alle lezioni online, ma tra gli aspetti laterali della vicenda vi è quello che riguarda la scuola per l'infanzia Sacra Famiglia in via San Marco a Sottomarina, dove la cooperativa Joszef Zagon di Villafranca di Verona -che gestisce l'istituto- ha chiesto ai genitori la corresponsione per intero anche delle rette relative al mese di marzo e a quello di aprile, nonostante i bambini non si siano potuti recare a scuola.
Inevitabile la protesta, che ha condotto molte famiglie a ritirare i bambini dall'istituto, attraverso una comunicazione alla cooperativa stessa: il precipitare della situazione potrebbe avere anche risvolti giudiziali, dal momento che più di qualcuno si è rivolto a un legale. La questione è stata portata anche all'interessamento dell'assessorato all'istruzione del Comune di Chioggia, per conoscere quali misure gli enti territoriali possono mettere in campo, oltre al bonus per il pagamento delle baby sitter.
Della vicenda si è interessato il capogruppo consiliare del PD, Jonatan Montanariello, che invoca -a livello comunale- «una formula di compensazione o rimborso parziale per le famiglie coinvolte nel problema, relativo alle scuole paritarie. Va anche detto che tali strutture continuano a sostenere spese di gestione indipendentemente dall’utilizzo degli spazi da parte dei bambini. La questione è stata sollevata anche a livello nazionale».

2 commenti:

  1. Grande Comparato!!! Sicuramente questo articolo sarà efficace...

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  2. Sono Filippo Maretto.
    Dopo aver ascoltato un servizio di un notiziario nazionale, leggo su consumatori.it che “Essendo sospesi i servizi educativi per l’infanzia e le attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, il consumatore ha diritto di interrompere i pagamenti, ma anche di chiedere la restituzione delle somme versate limitatamente al periodo in cui non può fruire del servizio. Stesso discorso per le mense scolastiche. Questa regola prevale su eventuali clausole contrattuali, ivi comprese quelle che dovessero stabilire decadenze o interessi di mora. Se si è stipulato un contratto di finanziamento si può interrompere il versamento delle rate comunicando alla finanziaria per iscritto l’impossibilità di frequentare”.

    Prendo atto di quanto riportato sopra, che sembra proprio non confermare la mia opinione relativamente al pagamento della quota di frequenza.

    Ritengo comunque giusto aver scritto quello che gentilmente ha riportato nell’articolo di parziale rettifica, in quanto credo di aver doverosamente descritto una situazione diversa rispetto all’articolo iniziale.

    Se le cose stanno come riportato dal sito consumatori.it, spero di cuore che la Cooperativa riesca a organizzarsi in fretta per gestire questa situazione estremamente complessa e soprattutto per tutelare i suoi dipendenti poiché, come ha scritto suor Gianlaura, madre superiora della Sacra Famiglia, “la scuola per poter sussistere ha bisogno di persone che credono nella sua presenza sul territorio, nei valori dell’educazione, nella sicurezza di lavoro per chi opera con impegno alla realizzazione del progetto scolastico”.

    Grazie per l’attenzione, cordiali saluti, Filippo Maretto.

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