domenica 15 marzo 2020

RACCOMANDATE NON CONSEGNATE A DOMICILIO, I DISAGI DEGLI UTENTI COSTRETTI AD ANDARE IN POSTA: «NON SI DEVE EVITARE DI USCIRE DI CASA?»

In questi giorni di emergenza anche il servizio postale è andato in difficoltà, sia agli sportelli (a Chioggia cinque dipendenti erano stati messi in isolamento domiciliare) che nella fase di recapito della corrispondenza. I sindacati hanno chiesto mascherine, guanti e prodotti disinfettanti per i postini in circolazione, che intanto sono tenuti a imbucare gli avvisi delle raccomandate anziché entrare in contatto con l'utente a domicilio.
Purtroppo però sono stati registrati casi in cui la persona destinataria era a casa, come avviene di norma in questi giorni, e si è trovata costretta a recarsi dopo un giorno o più all'ufficio più vicino per ritirare la missiva o il pacco in questione, spostandosi anche di diversi chilometri tra le frazioni e gli uffici. A volte, come accaduto a una giovane venerdì mattina, la scoperta degli scontrini nella propria casella delle lettere è del tutto casuale perché non preavvertita dallo squillo del campanello: si può immaginare il disagio maggiore inferto alle persone anziane.
Se l'ordine è limitare i movimenti delle persone ed effettuare servizi a domicilio - notano gli utenti - queste direttive interne delle Poste vanno nel senso opposto, perché obbligano i destinatari delle raccomandate ad uscire di casa per recarsi agli sportelli, rischiando di creare assembramenti inutili (per quanto contingentati all'esterno dai funzionari), anziché facilitare la consegna da parte dei postini dislocati nel territorio.

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