Un subacqueo di Chioggia, Marco Costantini, denuncia che durante un'immersione alle Tegnùe, zona biologicamente tutelata e sito d'interesse comunitario, è stato rinvenuto un rampone da pesca che ancora ghermisce ciò che resta di una tartaruga Caretta caretta di medie dimensioni. «Il rampone è recente - nota il sub - risalirà a qualche mese orsono.
Finora si trovavano solo attrezzi molto vecchi, evidentemente il lavoro di divulgazione e collaborazione con i pescatori non ha raggiunto tutti«. Costantini rileva come ogni imbarcazione oggi sia dotata di sistema GPS e quindi è facile riscontrare di essere in una zona vietata e rocciosa.
Anche il presidente dell'associazione Tegnùe di Chioggia, Piero Mescalchin, rincara la dose: «Triste risultato di una azione illegale in una zona dove da vent’anni è proibita la pesca! In mare aperto risulta difficile anche il controllo, l’unica speranza è confidare nel senso civico, ancora scarso, di chi frequenta il mare per lavoro».
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