Grandi quantità di amianto sono state rinvenute all'interno della discarica di Val da Rio, durante i lavori di bonifica che per ciò stesso sono rimasti fermi fino a ieri, dopo lo sfalcio dell'erba. La scorsa settimana ha avuto luogo un incontro tra i rappresentanti di 14 delle imprese che stanno lavorando nell'area -tra cui la capofila Hera, poi Idea, Costruzioni Generali Xodo e Renzo Rossi Costruzioni Venezia- e lo SPISAL dell'ULSS 3 Serenissima, per fare il punto della situazione sotto il profilo normativo, in quanto lo smaltimento dell'amianto aumenterà anche i costi dell'intero intervento.
La riunione ha provveduto a definire il progetto, che nei prossimi giorni vedrà la realizzazione di 250 trincee (scavate tre metri per due), il quale nell'arco di un mese consentirà di individuare i passaggi successivi; il piano sarà sovrinteso dai commissari straordinari, tra cui il generale Giuseppe Vadalà. Nel cantiere oggi operano venti addetti e finora sono stati spesi 6 milioni, con 15mila euro quotidiani di costi.
L'appalto iniziale verteva su cifre attorno a 35 milioni. Già nel giugno 2019 era emerso come i carotaggi avessero rinvenuto la presenza dell'eternit, dichiarato fuorilegge nel 1992 ma ampiamente usato negli anni Sessanta, Settanta e Ottanta: tanto che a ogni demolizione se ne riscontra sempre nonostante la difficoltà, anche in piccole quantità che tuttavia impongono l'adozione di protocolli particolari per lo smaltimento. Per la discarica di Val da Rio venivano pagati 500mila euro l'anno all'Unione Europea, a titolo di risarcimento per le infrazioni.
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