Pacchi di schede elettorali, piedistalli per tabelloni, lampioni in disuso, perfino i galleggianti e le reti adoperate negli anni Novanta per arginare la mucillagine nel mare di Sottomarina. E ancora il basamento circolare di una vera da pozzo in marmo d'Istria, una panchina scolpita nel 1961 dall'artigiano Luigi Baldo per l'arredo urbano del Sagraéto, i vecchi cordoli della pista ciclabile all'isola dell'Unione, e purtroppo anche carcasse di topi e uccelli: è quanto hanno rimosso, in queste settimane, i facchini in servizio al mercato ortofrutticolo di Brondolo allo scopo di liberare l'area per l'arrivo del Consorzio Agrario e del centro di cottura per le mense scolastiche comunali.
Una vera e propria discarica venuta sedimentando nel tempo, almeno trent'anni secondo le stime del presidente del mercato Giuseppe Boscolo Palo, che -in carenza di un magazzino comunale- di quando in quando aumentava di volume e si allargava a comprendere ogni possibile materiale di scarto o di deposito.
I magazzini delle "cupole" non lontane dal Brenta, là dove un tempo sorgeva il Forte di Brondolo e prima ancora le pertinenze di un convento cistercense, hanno rivelato il loro contenuto una volta aperti per essere svuotati viste le nuove destinazioni. In questi giorni Boscolo si sta connettendo con gli assessori comunali delegati, allo scopo di ultimare lo smaltimento del materiale di risulta e rinvenire nuove collocazioni per quello da mantenere.
Sta di fatto, tuttavia, che è sbalorditivo aver ritrovato nel tempio della produzione orticola e della natura vicina alla città una serie di oggetti, anche voluminosi e pesanti, della quale nessuno poteva ipotizzare ancora l'esistenza, e il cui trasloco era stato più o meno autorizzato nel tempo dalle varie autorità succedutesi, esterne al mercato.
Ma la direzione guarda al futuro: oltre alla concessione di ulteriori spazi agli operatori, magari con finalità di conservazione del prodotto, nei piani del presidente Giuseppe Palo c'è la valorizzazione dell'area circostante alla struttura, comprese le zone verdi, la chiesa confinante, il collegamento con Canal di Valle e le chiuse, all'interno dei sette percorsi da costruire assieme alle aziende agricole a fini culturali e soprattutto turistici. Imprese, ambiente e storia sono le chiavi per il futuro delle "cupole", che si vogliono lasciare alle spalle i decenni in cui il mercato di Brondolo veniva utilizzato anche così impropriamente.
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