lunedì 11 luglio 2022

MINORENNI DA “ARANCIA MECCANICA” INCUBO DEGLI AUTISTI DI LINEA

Un gruppo di minorenni, età tra i 15 e 17 anni, nel pomeriggio di ieri attorno alle 18 sono saliti a bordo di un pullman di Arriva Veneto in partenza dal piazza Europa con destinazione l'aeroporto Marco Polo.

I giovani non solo non avevano il biglietto ma pretendevano anche di essere portati a Jesolo ed è iniziato un battibecco con l’autista che chiedeva loro di acquistare i biglietti mentre questi ragazzi si comportavano in modo arrogante e aggressivo.

Dopo quasi un’ora di “trattativa” alla fine, anche per la presenza di un secondo autista, hanno pagato i biglietti per una parte della tratta consentendo finalmente la partenza del bus ma per tutto il viaggio, in particolare uno dei quattro, non ha mai smesso di dare fastidio e di minacciare l’autista arrivando più volte faccia a faccia con l’autista.

“Il giovane era visibilmente alterato dall’alcool avrei potuto fermare la corsa e chiamare le forze dell’ordine ma sapevo che a bordo c’erano persone che avevano necessità di arrivare in orario, eravamo già in ritardo, all’aeroporto”.
Alcuni passeggeri hanno cercato di far calmare questi ragazzi ma per tutto il viaggio non hanno mai smesso di minacciare, uno si era messo anche a fumare e ai richiami dell’autista rispondeva: ”Sei un razzista”.
I quattro, erano in quattro, erano sicuramente tutti del veneto Orientale, probabilmente di Jesolo, due di aspetto caucasico mentre gli altri due, sicuramente di origine nordafricana, erano probabilmente figli di immigrati.


Arrivati finalmente all'aeroporto i quattro sono scesi si sono diretti verso il terminale TVO dove hanno ricominciato la “manfrina” all'aeroporto però c’è il presidio fisso della polizia di stato. “Sono 25 anni che faccio l’autista, per molti anni ho fatto anche l’urbano a Mestre anche di notte, stiamo andando verso la follia questi ragazzi sono sempre più arroganti, aggressivi, strafottenti, esaltati soprattutto quando sono in branco”.
Le corriere di Arriva sono dotate di circuito di telecamere interne sarebbe il caso che la direzione della società di trasporti sporgesse denuncia, non c’è stata l’interruzione del pubblico servizio solo grazie al senso del dovere dell’autista che si è ingoiato un’ora di minacce e di insulti pur di portare le persone a destinazione.





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