Sono 12 i rinviati a giudizio nell'ambito dell'inchiesta relativa alla truffa di OK Auto, la concessionaria automobilistica che aveva sede a Ridotto Madonna e che nel settembre 2018 era materialmente sparita nel nulla con 900mila euro, ovvero gli acconti versati dai circa 45 acquirenti di vetture, che mai erano riusciti a mettere le mani sulle auto visionate online (oppure provate in loco). Il giudice per le udienze preliminari Gilberto Stigliano Messuti ha fissato la prima fase del processo il prossimo 17 aprile: oltre alla truffa, l'accusa è di associazione a delinquere.
Antonio Ferrari
Alla sbarra andranno Antonio Ferrari, 46enne cavarzerano legato a Chioggia da rapporti commerciali e personali, che secondo l'ipotesi della Procura della Repubblica sarebbe il capo dell'organizzazione criminosa: a lui è imputata anche la costituzione della sedicente agenzia Agita, che sempre a Chioggia predisponeva i documenti per immatricolare veicoli inesistenti. Il braccio destro di Ferrari è il siciliano Antonino Infantino, 35 anni; a giudizio anche un altro siciliano, Salvo Brancato di 41, e il 25enne calabrese Francesco d'Agostino, tutti prestanome che figuravano nelle cariche societarie poco prima della sparizione.
Alessandro Vicentini
Gli altri imputati sono Alessandro Vicentini, 45enne di Chioggia con residenza a Londra, poi Enrico Zago di Padova, gli jesolani Michael Civolani, Roberto de Masi e Alberto Vallese, quindi Stefano Vianello di Martellago ed Emanuele Gobbo di Bassano del Grappa: tutti costoro sono accusati di riciclaggio, per aver ricevuto nel proprio conto corrente una parte delle somme ricavate nella truffa. L'ultimo rinvio a giudizio è per Giuseppe Tamburini, vicentino di 51 anni, contitolare effettivo dell'autosalone assieme a Ilda Pignataro (57 anni di Jesolo), la quale sarà giudicata con rito abbreviato il 30 marzo, assieme a Salvatore Angelica (69 anni di Stra) e Marco Bortoluzzi (43 anni di Montebelluna).
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