giovedì 4 marzo 2021

LA CGIL INVIA ALL'INAIL I FASCICOLI DI DUE OPERATORI DELLA CASA DI RIPOSO: L'ULSS NON RICONOSCE IL LORO CONTAGIO COME INFORTUNIO NEL LAVORO

Nell'ULSS 3 Serenissima ci sono stati 32 contagi da Covid, all'interno di case di riposo, scuole per l'infanzia, asili nido, che non sarebbero stati riconosciuti come infortuni sul luogo del lavoro. Pertanto il sindacato Funzione Pubblica della CGIL ha adìto l'INAIL per le opportune valutazioni: tra i fascicoli, anche quelli relativi a due operatori della residenza per anziani di Sottomarina. Ne dà notizia il Gazzettino oggi in edicola, con un articolo a firma del giornalista Nicola Munaro: l'ULSS ha sempre riconosciuto l'infortunio da pandemia, avviando oltre 600 pratiche con l'INAIL per il personale coinvolto.
Il riconoscimento dell'infortunio da Covid-19 è previsto per tutti i lavoratori che hanno un contatto costante con il pubblico o i pazienti, come ad esempio il personale non sanitario degli ospedali o delle strutture d'assistenza con mansioni tecniche, di supporto, ma anche per gli addetti alle pulizie o al trasporto dei malati: spetta al medico trasmettere la certificazione all'INAIL, con i dati del datore di lavoro e dei periodi di astensione legati al contagio. La decorrenza della malattia parte dalla certificazione del contagio, ma è retroattiva per i giorni di astensione legati alla quarantena o isolamento fiduciario: da qui si apre poi la possibilità di contagio anche in itinere, nel percorso casa-lavoro, con la deroga all'utilizzo del mezzo proprio. Malattia o infortunio? In caso di dubbio ci penserà l'INAIL.

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