Ancora nell'occhio del ciclone Gianni Scarpa, il 66enne bagnino e già gestore dello stabilimento Punta Canna di Sottomarina, che due estati fa aveva installato -e poi rimosso per ordine della Prefettura- alcuni cartelli in stile fascista. Nella giornata di ferragosto l'uomo ha attuato ripetuti comportamenti discriminatori nei confronti di una giovane padovana, nata in Italia da genitori originari dell'Africa occidentale, costringendola a lasciare la spiaggia assieme a un'amica. Scarpa si è servito di musiche e messaggi diffusi da megafono e altoparlanti.
La ragazza ha quindi contattato il 112 e riferito la vicenda: al che la pattuglia del Nucleo operativo e radiomobile di Chioggia è intervenuta in loco e -dopo aver verificato l'accaduto- ha denunciato Scarpa per violenza privata aggravata da finalità di discriminazione razziale, ingiuria e apologia del fascismo. Già nei giorni precedenti, sempre dagli altoparlanti di Punta Canna, Scarpa aveva inveito contro chi entra nelle feste aperte al pubblico, definendolo «m...», e giustificando le percosse che i buttafuori del Cayo Blanco avevano inferto a un disturbatore: «Se uno si comporta male - si può ascoltare dalla voce stentorea del 66enne - gli sparo nella testa e poi lo seppellisco, così evitiamo rogne. Con la m... bisogna fare così».
Pronte le prime reazioni della società civile chioggiotta: il comitato ANPI chiede di sapere se Scarpa figuri ancora quale socio "occulto" dell'impresa che gestisce Punta Canna, e torna a chiedere -se questo fosse confermato- la revoca della concessione demaniale a uso balneare. «Viceversa - si legge in una nota dell'Associazione Partigiani - se fosse ancora dipendente della società, ci aspettiamo che questa lo licenzi in tronco, affinché viva i suoi ultimi giorni nella miseria e nell'oblio, quando non dentro una prigione di Stato».
l’ANPI augura al sig. Scarpa che «…viva i suoi ultimi giorni nella miseria e nell'oblio, quando non dentro una prigione di Stato».
RispondiEliminaFantozzi direbbe : quanto è umana questa Associazione !