giovedì 15 agosto 2019

NON PAGA L’ACQUA CENTRALIZZATA E INONDA UN CONDOMINIO ATER A CA’ BIANCA, CON MINACCE, CONTUSIONI E GRAFFI A UNA GIOVANE MADRE

Le case ATER in via Rebosola a Ca’ Bianca sono una polveriera, pronta a scoppiare all’improvviso. Non ci sono più solo le intemperanze di Marco Colelli, l’energumeno di quasi 50 anni che deve scontare oltre 2 anni di reclusione agli arresti domiciliari per insensate minacce e violenze ai danni degli altri inquilini: ora anche il contagiri centralizzato dell’acqua pubblica diventa la ragione del contendere. Già venerdì scorso un inquilino probabilmente moroso ha agitato una mazza da baseball nei confronti di una vicina di casa, prima dell’intervento della polizia che gli ha sequestrato l’arnese e lo ha condotto al commissariato; ieri sera il secondo round, che ha coinvolto più famiglie, e ha avuto sempre quale protagonista negativo lo stesso utente, capace di graffiare e percuotere una giovane con il bimbo di due anni in braccio.
La donna, esasperata per l’altrui mancato pagamento della propria parte della bolletta idrica, era andata a chiedere conto del fatto che la famiglia morosa abbia contattato surrettiziamente un tecnico per riallacciarla alla rete dell’acqua, dopo che era stata scollegata in seguito all’ennesima chiusura del rubinetto da parte di Veritas. Ma il residente già coinvolto nell’episodio di venerdì -e a quanto pare non sarebbe stata nemmeno la prima volta- ha dato vita a una rissa definita “fuori dal normale”, con spintoni, contusioni e graffi sul corpo dell’accusatrice, che nel frattempo stava riprendendo la scena tra rumori e urla per le scale, anche del piccolo di 2 anni terrorizzato. «Se non fosse intervenuta sua madre – racconta la donna a Chioggia Azzurra – avrebbe sfasciato la testa a me e a mio figlio».
In loco si è presentata una volante della polizia, opportunamente allertata da diversi condòmini una volta che il tizio minaccioso aveva aperto il rubinetto dell’acqua comune e allagato lo stabile: «Non gli avevo nemmeno chiesto i soldi dovuti – dice l’aggredita, che svolge le funzioni di amministratrice condominiale fino alla nomina di un esterno – ma difendevo solo la mia abitazione dalle provocazioni degli estranei». Oggi la giovane colpita ha intenzione di recarsi al pronto soccorso per il referto medico del caso, cui seguirà un’altra denuncia per lesioni e minacce di morte.
Sta di fatto che in capo ad ATER ora è urgente la soluzione della convivenza esasperata nella stessa bolletta tra chi paga e chi no, con il rischio già palesatosi della disattivazione che colpirebbe chi fa la propria parte. E intanto gli abitanti della frazione, che si dichiarano estranei ai fatti, protestano per l’immissione nel loro corpo sociale di individui provenienti dall’esterno con cui non hanno niente a che fare, e che creano problemi prima inesistenti.

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