domenica 11 agosto 2019

CAYO BLANCO, IL TITOLARE TELEFONA AL RAGAZZO LASCIATO FUORI PERCHÉ NERO: "MI SCUSO, NON HO DATO IO QUELL'INDICAZIONE AI BUTTAFUORI"

È arrivata ieri l'attesa telefonata tra Fabio Damian, titolare dello stabilimento Cayo Blanco di Sottomarina, e il 18enne Pietro Braga, adriese nato in Etiopia, che lo scorso 21 luglio era stato arbitrariamente lasciato fuori dal locale dai buttafuori della security, dicendogli che le persone di colore non potevano entrare. Ne dà notizia il Gazzettino in edicola oggi, con un articolo a firma di Diego Degan: il gestore della struttura si è messo in contatto con il giovane attraverso Facebook, dopo che negli ultimi giorni Fabio Damian aveva cercato in ogni modo un contatto col ragazzo e la sua famiglia, autori di una delle denunce che hanno portato il Questore di Venezia a sospendere le attività ricreative e di ristorazione al Cayo Blanco per 15 giorni.
«Sono dispiaciuto per quanto è successo e ti porgo le mie scuse - ha detto Damian a Braga - non ho mai dato indicazione di tenere gli africani lontani dalla spiaggia», mettendo nel conto quindi che siano stati i bodyguard ad assumere una iniziativa autonoma. Pietro Braga ha accettato le scuse e chissà, magari, entro la fine dell'estate potrebbe essere di nuovo ospite al Cayo Blanco, così come già in passato era avvenuto.
Si apprendono peraltro nuovi dettagli riguardo le altre denunce, questa volta per percosse e lesioni, in carico ai buttafuori del locale: soprattutto quello accaduto la sera di sabato scorso, 3 agosto poco dopo le ore 23, quando il 43enne A.A. -pregiudicato per rissa, lesioni personali, ingiurie e minacce- ha riportato la frattura del perone e della mascella (con prognosi di 30 giorni) a seguito di una colluttazione avvenuta all'esterno del perimetro del locale, ma coinvolgendo la stessa security. L'uomo era stato allontanato per comportamenti di disturbo all'interno del locale nei confronti di altri avventori: secondo il referto delle forze dell'ordine, accorse in massa, all'uscita del Cayo Blanco A.A. avrebbe aggredito uno della sicurezza con un colpo al volto.
In precedenza erano stati segnalati altri episodi, che secondo Damian non possono ritenersi di «oggettivo e grave pericolo per l'ordine pubblico», ovvero le motivazioni addotte dal questore Masciopinto nell'applicare l'articolo 100 del Testo Unico di Pubblica Sicurezza. Ovvero il 4 giugno, all'1.35 di notte, le forze dell'ordine erano intervenute per un'aggressione subita da M.M. di 22 anni, con frattura alle ossa del naso e prognosi di 20 giorni: in quel caso gli aggressori si erano allontanati, quando già era trascorsa un'ora dalla chiusura del locale. Un anno fa invece, il 16 agosto, era stato lamentato un altro allontanamento da parte della security con scomparsa di un portafogli, ma nessuna denuncia era stata sporta nella circostanza. Infine a mezzanotte dello scorso 8 luglio la fidanzata di un avventore 40enne, N.B.N., asseriva davanti ai carabinieri intervenuti che il proprio partner era stato allontanato in malo modo e percosso dal titolare e dai buttafuori perché ritenuto responsabile di danni provocati al locale in stato di ebbrezza: ma l'uomo - si legge nel verbale - non presentava segni di aggressione. N.B.N. è stato poi querelato da Fabio Damian proprio per i danni causati nell'occasione.

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