sabato 10 agosto 2019

CAYO BLANCO: LA SOSPENSIONE È UNA QUESTIONE DI ORDINE PUBBLICO E NON DI RAZZISMO

È opportuno tornare sulla vicenda che ha visto suo malgrado protagonista il Cayo Blanco, il locale sulla spiaggia di Sottomarina cui è stata sospesa per 15 giorni la licenza dal Questore a seguito di varie intemperanze dei buttafuori nelle scorse settimane.

Anche oggi il TG1 Rai e l'account facebook, seguitissimo, di Enrico Mentana riprendono la questione, focalizzando sul grave episodio di discriminazione avvenuto ai danni del 18enne Pietro Braga, adriese nato in Etiopia, lasciato fuori dal locale dalla security lo scorso 21 luglio espressamente per il colore della sua pelle.
In realtà, nell'ordinanza del questore Masciopinto, la causa scatenante della chiusura del locale per due settimane è stata l'aggressione subita da un avventore di 43 anni, al quale i bodyguard hanno fratturato il perone e la mascella lo scorso sabato 3 agosto, considerando accessoria la prima vertenza.

È lecito pensare che senza la condotta manesca dei buttafuori -con la cui agenzia la gestione del Cayo Blanco ha nel frattempo interrotto la collaborazione- la Questura difficilmente avrebbe inviato Polizia e Carabinieri ad apporre i sigilli alla struttura per interdire bar, ristorazione e serate dance. Intanto comunque il buttafuori che ha respinto Pietro e il responsabile della sicurezza dell'esercizio sono stati denunciati per violenza privata, aggravata dal movente razziale.

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